Atelier Acanthus

Quando la ricchezza delle tradizioni manifatturiere arriva da Lontano

Il termine Acanthus deriva dal greco ἄκανϑος (àcanthos) che significa spina (ackè), infatti l’Acanto è una pianta erbacea con grandi foglie lucide e oblunghe frastagliate di fiori bianchi e azzurri in un’alta spiga, elegante e slanciata, che appare in estate e cresce spontaneamente sulle colline di tutto il Mediterraneo. 
Acanto nella mitologia fu una Ninfa che accolse Apollo e venne da questo mutata nel fiore omonimo.  
Tra la bellezza del fogliame, la grazia della fioritura e la poesia dei miti antichi, Acanthus per la città di Latina assume e rievoca anche altri significati: è sinonimo di integrazione che crea lavoro. 
La cooperativa sociale Astrolabio da anni impegnata nell’accoglienza e nell’integrazione di migranti attraverso una convenzione con la Prefettura del capoluogo pontino, ha dato vita nel 2013 all’Atelier Acanthus, una notevole esperienza di sartoria al femminile per l’avviamento al lavoro delle donne migranti, il cui laboratorio si trova in Viale XXI Aprile nel centro di Latina. 

 Le creazioni sartoriali delle lavoratrici riflettono un mix perfetto del miglior artigianato, dato da tradizioni manifatturiere provenienti da culture lontane e dall’alta qualità del Made in Italy nostrano.
Dal ricamo alla tessitura fino alla  sartoria: è un patrimonio di attività manuali manuali che possono essere messe all’opera per creare opportunità di lavoro per le migranti, mettendo insieme passato e presente per creare la possibilità d’inserirsi attivamente nella nostra società. 
La gamma di prodotti in cantiere è ampia e va dalle borse di pelle agli abiti, dai set di asciugamani e lenzuola alle creazioni floreali, il tutto attraverso l’utilizzo di materiali selezionati.
Altre attività della sartoria sociale, inoltre, saranno le piccole riparazioni e la stiratura di abiti e di biancheria. 
Tanti piccoli gioielli che arrivano da lontano, sia in termini temporali che geografici, che giungono fino a noi e arricchiscono di certo la cultura pontina di Latina, estendondosi anche in tutta Italia, vista  l’apertura di una sede a Milano che avverrà proprio domani, sabato 15 dicembre.

A farci da Cicerone in un tour virtuale nell’Atelier Acanthus è la responsabile del progetto Giuseppina Vallerotonda.

A destra Giuseppina Vallerotonda con Nancy Brilli

Accogliere donne migranti offrendo loro opportunità di formazione lavorativa e gratificazione personale.
L’Atelier Acanthus è questo e molto altro…
Come nasce l’avventura umana e professionale di dar vita ad una sartoria per lavoratrice straniere? 

La sartoria sociale nasce per unire persone – donne e uomini – con storie differenti, provenienti da mondi distanti, con culture linguaggi diversi.
Acanthus mira ad esprimere al contempo “innovazione” ed “inclusione sociale”.
L’ idea della sartoria sociale nasce nel 2011 ed in questi anni ha proseguito lungo la propria strada, rafforzandosi e cambiando aspetto.
In questo percorso le donne hanno desiderato fortemente trasformare le loro competenze sartoriali in una opportunità di lavoro e di riscatto sociale.

Il percorso che ha portato all’apertura dell’Atelier Acanthus non è casuale. Infatti molte delle donne coinvolte nel progetto, nei propri paesi di origine avevano esperienza nel settore.

Quali sono le principali attività sartoriali che animano l’Atelier?

Acanthus è uno spazio in cui si respira creatività ed eleganza.
E l’attenzione rivolta alla qualità dei tessuti e dei materiali, unitamente alla ricerca di un design che colga al massimo un sforzo verso l’innovazione e la particolarità, sono gli ingredienti fondamentali per motivare le nostre donne a intraprendere, con il massimo impegno e determinazione, questa esperienza.
La sartoria realizza capi su misura, elementi di design ed arredo per la casa e offre diversi servizi tra cui le modifiche e le riparazioni sartoriali.

Nella pratica giornaliera come avviene il “contatto” con il mondo del lavoro? Le vostre produzioni tessili sono concordate e vendute negli esercizi commerciali con cui siete in partnership o si rivolgono a voi anche  acquirenti privati che le richiedono?

Fino ad oggi il nostro atelier ha proposto le sue creazioni ad un pubblico che direttamente si rivolgeva a noi e che ci faceva visita nello spazio di Latina.
Ad certo punto abbiamo sentito l’esigenza di provare a volare un po’ più in alto.
E quale città esprime al massimo la ricerca del bello se non Milano?
Abbiamo cercato dunque di replicare questa nostra esperienza a Milano prendendo – grazie al sostegno di Astrolabio – uno showroom che si trova in Missori, uno dei quartieri più eleganti della città, in Via Festa del Perdono, 6.
Adesso questo laboratorio di emancipazione e libertà arriva a Milano, città capitale della moda italiana ma anche, indubbiamente, città assai inclusiva, aprendo uno showroom ideato dal designer Giacomo Moor, Best Younger Designer nel 2016 e vincitore del Wallpaper Award nel 2017.
Uno spazio accogliente, sostenibile e di design che si inaugura Sabato 15 Dicembre con un evento che si terrà dalle 16.00 alle 20.00, aperto a chiunque voglia esserci per conoscere una storia di speranza, talento e fantasia che arriva da lontano e lontano intende andare.

Acanthus è riconosciuto come esempio di Good Practies tanto da esser giunto all’attenzione del Pontefice.
Il 30 settembre dello scorso 2017 accompagnate dal Sindaco di Latina Damiano Coletta, una rappresentanza di lavoratrici, è stata ricevuta in Vaticano da Papa Francesco al quale è stato donato un turbante fatto da loro. Ci racconti quel momento…

Quello che è successo è che la nostra esperienza è stata indicata dall’Anci come un esempio da seguire e ci hanno invitati all’udienza concessa da Papa Francesco all’associazione dei Comuni italiani, a cui ha preso parte anche il sindaco del capoluogo pontino, Damiano Coletta.

Il sindaco Coletta – accompagnato da me (Pina Vallerotonda) in quanto responsabile dell’atelier, e da Mireille, una ex beneficiaria del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati del Comune di Latina, che lavora presso la sartoria sociale – ha consegnato al Pontefice un turbante, realizzato dalle donne rifugiate, ospiti dell’atelier.
Papa Francesco ci ha mostrato sincera ammirazione per l’impegno che stiamo mettendo in questa esperienza e per come rispondiamo alle sfide poste dalle migrazioni contemporanee.
Certamente è stata la più grande emozione della nostra vita, un incontro che ha cambiato i nostri cuori.
Quello che colpisce di più del Santo Padre è la sua tenerezza e sensibilità.
Quando si parla con lui si ha la sensazione dell’unicità assoluta dell’incontro.

L’atelier è una sartoria riconosciuta a livello nazionale sta infatti aprendo anche una filiale dello stesso a Milano…

Si, l’Atelier Acanthus sta per inaugurare una Showroom a Milano.
L’ inaugurazione è fissata per il 15 dicembre 2018

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 Intervista a Mireille Ahousse della Costa D’Avorio

Come è cambiata la sua vita dall’incontro con la realtà lavorativa e umana di Acanthus?

Siamo una famiglia, ci sentiamo unite da sentimenti di stima ed affetto reciproco!

Cosa si aspetta in termini di inserimento e futuro professionale? Oltre alle esperienze positive, in cosa si può e si deve ancora migliorare?

Voglio di certo rimanere in Italia per lavorare, vivere ed inserirmi appieno nel vostro Paese…
Migliorare? Di sicuro in tutte le tecniche della sartoria, nel disegno degli abiti nella realizzazione non si finisce mai di imparare!

Presentazione dell’Atelier Acanthus, attività svolte da richiedenti asilo nell’ambito del Progetto “Come una Casa”, il servizio di accoglienza ed integrazione di persone richiedenti o titolari di protezione internazionale che Astrolabio e la cooperativa il Quadrifoglio gestiscono in convenzione con la Prefettura di Latina.

Intervista a cura della nostra Francesca Di Folco

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