Io, un combattente della Divisione Cremona, per la Liberazione dal nazi-fascismo

Ogni anno, alle celebrazioni del 25 Aprile, provo una certa frustrazione nel constatare che troppo spesso il nostro Paese applica una memoria di tipo selettivo nel ricordare il sacrificio di tanti suoi figli per la liberazione dal nazi-fascismo.
Anche sul sito della nota enciclopedia online Wikipedia si possono leggere le seguenti parole:

Il 25 Aprile è un giorno fondamentale per la storia d’Italia e assume un particolare significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall’8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista.

A soli 19 anni, nel 1944, mi sono arruolato nel Gruppo di Combattimento Cremona, con tanti giovani che volevano dare le loro braccia e i loro cuori per sollevare il Paese dal tremendo stato di frustrazione in cui versava.
Il nostro gruppo di Combattimento, lo ricordo, era nato dai resti decimati della Divisione Cremona che, dopo aver combattuto in Corsica per liberarla dai tedeschi, era stata disarmata dai francesi e relegata ad Altavilla Irpinia.

La nostra divisa, l’armamento e la bandiera italiana con la spiga che avevamo sul braccio

Armati e vestiti con uniforme inglese, ma per la prima volta nel nuovo esercito italiano col tricolore al braccio e l’emblema della spiga, venimmo trasferiti a Teano e poi in Abruzzo e, infine al fronte, dove ben presto affrontammo durissimi scontri, tra paludi e argini presidiati dall’esercito tedesco.[¹]

Volantini lanciati sulle postazioni del GdC Cremona dai tedeschi per indurli ad arrendersi. Tuttora li conservo a ricordo di quei giorni (clicca se li vuoi vedere ingranditi)

Dopo un terribile inverno di occupazione nazi-fascista, sfondammo per primi le linee nemiche ad Alfonsine.
Ricordo bene quei giorni tremendi e, nello stesso tempo, pieni di entusiasmo mentre, manovrando il mio cercamine, liberavo il percorso per la colonna dei miei compagni.

Questo sono io, con il mio cercamine, in una foto pubblicate sul giornale del Gruppo di Combattimento Cremona “La Spiga”
Il Gruppo di combattimento Cremona entra ad Alfonsine

Venne poi il superamento del fiume Santerno, con un’azione che mi valse una decorazione al Valor Militare, in seguito vennero la liberazione di Codigoro e Ariano Polesine e di tante altre località.
Il 29 Aprile 1945, alle ore 17,00, il Gruppo di Combattimento Cremona innalzava la bandiera italiana in Piazza San Marco a Venezia fra la popolazione festante, felice di essere stata liberata da soldati italiani dall’incubo nazi-fascista.


Tanti miei commilitoni diedero la vita per la nostra nazione; ricordo i volti e i nomi di parecchi di loro.

Luigi Giorgi

Uno tra tutti, il valoroso capitano Giorgi, che morì in seguito ad una ferita provocata da una scheggia di granata nell’offensiva finale.
A Luigi Giorgi, del gruppo di combattimento “Cremona”, oltre alle due medaglie d’oro al valor militare italiane fu conferita, postuma, l’onoreficenza americana Silver Star nel 1945 con la motivazione:
«Per eccezionali atti di valore».

Quegli uomini avrebbero potuto smobilitare e aspettare gli eventi a casa o in qualche nascondiglio, come fecero in moltissimi, ma ebbero il coraggio di comportarsi diversamente.

Molti riposano nel sacrario di Camerlona (Ravenna).

Oggi, a tanti anni di distanza, mi piacerebbe che nella memoria storica del nostro paese ci sia un posto d’onore anche per loro.

Lamberto De Santis (Classe 1925)

Una mia fotografia scattata alla fine della guerra con le decorazioni ricevute
Condividiamo questa sacra immagine della S. Pasqua 1945, inviataci da un nostro lettore, in ricordo di suo nonno e di tutti i suoi commilitoni.
Potete leggere le sue parole nei commenti. Grazie

Legenda:
[¹] Equipaggiati con materiale inglese, i Gruppi di Combattimento nacquero a partire dal 31 luglio 1944 con arruolamenti nelle zone liberate dagli Alleati. Erano costituiti solitamente da 9.500 combattenti e ne furono istituiti sei.
Il Gruppo di Combattimento Cremona venne costituito il 25 settembre 1944 a partire dalla 44ª Divisione di Fanteria “Cremona”.
Entrò in azione nel dicembre del 1944 a nord di Ravenna e sostituì la Prima Divisione Canadese a metà gennaio del 1945 nelle zone tra Alfonsine e il mare Adriatico. Nel gennaio del 1945 si unirono anche forze partigiane presenti e ben organizzate nel ravennate della 28ª Brigata Garibaldi “Mario Gordini” comandata da Arrigo Boldrini.
Il gruppo di combattimento Cremona fu protagonista della liberazione di numerose località a nord di Ravenna, incalzando i tedeschi fino in Veneto. Alla fine della campagna si contarono 208 caduti ed oltre 400 feriti.
Nel sacrario riposano i resti di 74 militari e del generale del gruppo, Clemente Primieri, scomparso nel 1981, che ha voluto essere inumato qui assieme ai suoi soldati. Di altre 124 vittime si attesta la restituzione dei corpi ai famigliari.

Tutti nel quartiere Prati a Roma mi chiamavano Lambo, diminutivo del mio nome Lamberto, il Vlà invece deriva dal mio secondo nome: Vladimiro.
Sono nato nel 1925.
Dall’alto dei miei novantatré, quasi novantaquattro anni continuo a scrivere queste righe su questo interessantissimo blog “Latina Città Aperta”, affinché momenti della vita quotidiana mia, e più in generale, dell’Italia di quei tempi, non siano dimenticati o vadano perduti.
Così che i più giovani possano avere la possibilità di apprenderli, magari di sentirli raccontare per la prima volta.

4 commenti su “Io, un combattente della Divisione Cremona, per la Liberazione dal nazi-fascismo

  1. Ho letto con molto interesse e commozione la pagina a firma di Lamberto De Santis inerente il Gruppo di Combattimento Cremona.

    Vi scrivo perché sonno affettivamente legato a quella vicenda storica: mio padre, Serafino Lilla di Sora (Fr), anche lui si arruolò volontario nel Cremona. Era il luglio del ’44, ferroviere presso il Deposito Locomotive di Sulmona sospese il lavoro per partecipare attivamente alla guerra di Liberazione. Lavoro che al rientro stentò a riavere perché privo di congedo che gli venne negato dopo i fatti di Piove di Sacco-Codevico (Pd) della contestazione inscenata dal 21.mo fanteria nei confronti del Principe Umberto II di Savoia durante una rassegna; era il 16 maggio 1945.

    Mio padre era un pò più grande del signor Lanfranco Lamberti, era nato nel ’16.

    Ecco, mi auguro che il signor Lamberto De Santis sia ancora con noi, in vita, e poter rivolgere a Lui un saluto. ammirevole e ringraziarlo del suo impegno. E se poi fosse possibile, chiedergli se magari avesse incontrato Serafino Lilla.

    Non fosse altro perché, ad Altavilla Irpina, località dove fu costituito il Gruppo, mio padre, secondo le testimonianze di altri ‘Cremonini’ era impegnato nell’organizzare i nuovi arrivi e dare ad essi il vestiario: la famosa divisa inglese con l’elmetto piatto.
    Mio padre era geniere artiere. Dei pochi fatti che mi ha raccontato, mi è rimasto impresso nella mente quello della costruzione di un ponte di barche per attraversare un fiume, non ricordo se si trattasse del Po o del Santerno. Le barche necessarie furono reperite nelle zone circostanti dai partigiani dell 28.ma Brigata Garibaldi “Mario Cordini”, quella comandata da Bulow-Arrigo Boldrini, inquadrata nel Gruppo Cremona, nessuno dei quali era in grado di nuotare. Allora mio padre si offerse per legarle insieme fra le due rive opposte Ecco la maggiore preoccupazione per mio padre non erano le acque bensì i colpi e le raffiche che arrivavano dall’altra riva, quella da raggiungere. Sarebbe dovuto essere insignito di medaglia d’argento per questo evento. Gli fu annullata in seguito alla contestazione inscenata dal 21.mo fanteria nei confronti del Principe Umberto II di Savoia durante una rassegna a di Piove di Sacco-Codevico (Pd) ; era il 16 maggio 1945. Questa contestazione causò l’annullamento di tutte le decorazioni, qualche arresto e molti furono congedati senza foglio. In effetti mio padre ebbe delle difficoltà a riprendere il lavoro di ferroviere, proprio perché senza foglio di congedo.
    Comunque quella del Gruppo di Combattimento Cremona è una memoria che è bene mantenere nel tempo. A testimonianza del ruolo che quei giovani allora, quelli che decisero da che parte stare, hanno avuto nella costruzione di una nuova Italia.

    1. Buonasera Mario, grazie del suo contributo. Il nostro autore Lamberto (nonché mio padre) purtroppo è venuto a mancare nel giugno del 2019. E’ veramente un peccato che non abbia potuto leggere ciò che lei ha scritto. Sono sicuro che avesse conosciuto suo padre, molte volte ci aveva infatti raccontato della “vestizione” quando si arruolò nel Gruppo.
      Molte volte ci aveva anche raccontato la storia delle zattere usate per far passare i mezzi sul fiume Santerno, non so’ se lei si riferisce proprio a quell’episodio. Diceva anche che una zattera si capovolse con il camion che portava e che il conducente morì annegato. Ricordo anche il suo racconto degli sberleffi e delle pernacchie rivolte al principe Umberto.
      La ringrazio ancora del suo prezioso contributo.
      E’ a conoscenza che esistono due pubblicazioni che parlano del Gruppo di Combattimento Cremona?
      Carlo De Santis

  2. Buongiorno,
    si, se ti riferisce al Diario Militare e alla pubblicazione di Zoli, il “Gruppo di Combattimento Cremona 1943-1945”.
    Se ce ne fossero altre mi farebbe piacere saperne. A proposito, in “Canale Mussolini II” ho visto che A. Pennacchi ne parla in maniera diffusa e interessante.
    Per l’episodio che ho riferito di mio padre, la costruzione del ponte di barche, leggendo il Diario Militare, proprio in corrispondenza del giorno 25 Aprile 1945 quando si combatteva nei pressi di Taglio di Po, c’è un passaggio preciso che verosimilmente potrebbe essere lo scenario in cui si è svolto: i partigiani della 28-ma che recuperano barche coinvolgendo la popolazione civile e quindi il passaggio del gruppo sull’altra sponda del Po. Ecco, di preciso mi ricordo che mio padre diceva che cercavano qualcuno che sapesse nuotare per poter legare le barche perché i “garibaldini” presenti nessuno era in grado di farlo. In perfetto stile democratico che caratterizzava l’organizzazione del Gruppo Cremona, lui si propose riuscendo nell’impresa. Oltre alla decorazione gli furono promessi anche 5 giorni di licenza premio.
    Nel 1983 gli fu conferito un attestato a firma del Presidente Sandro Pertini in qualità di Combattente per la Libertà. Questo si.

  3. 01/04/1945 – 04/04/2021

    in occasione della Santa Pasqua 2021, mi pregio di condividere – stimolato dalla lettura di questo scritto storico così importante per la nostra cara ITALIA – condividere con tutti Voi il ricordo di mio nonno materno Cap. Magg. Bravi Andrea di Virginio (Medolago 1921 – Medolago 2017) combattente in Corsica nella Div. Fanteria CREMONA, facente parte del Regio Esercito Italiano fino all’armistizio dei primi giorni di Settembre 1943, poi combattente nel Centro Italia tra le fila del Gruppo di Combattimento CREMONA sotto l’egida delle FF.AA. inter-alleate.

    Cogliendo appunto questa odierna santa ricorrenza, in coincidenza anche con l’attuale periodo di grande tribolazione per la nostra amata Italia (tristi ed amare coincidenze tra gli anni 2020-2021 e gli anni 1943-1945) condivido con tutti questa sacra immaginetta della S. Pasqua 1945 sia per commemorare il ricordo di mio nonno e dei suoi commilitoni che come segno di speranza.

    Che il forte e significativo parallelismo tra quella S. Pasqua (1 Aprile 1945) a brevissima distanza da un’imminente quanto ancora ignota Liberazione (25 Aprile 1945) sia un deciso stimolo per noi a sperare in una serena soluzione di questa nostra fase “storica” cosi nera.

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