di Carlo Pavia
Conosciuta in tutti i documenti topografici e liturgici antichi, si apre sulla Via Salaria con ingresso presso il chiostro dell’antico convento delle Suore Benedettine di Priscilla. Per la quantità di martiri qui sepolti, questo cimitero era chiamato la “regina catacumbarum”.
Scavata tra il II e il V secolo, prende inizio da ambienti ipogei preesistenti, dei quali i principali sono un arenario, un “criptoportico” e l’ipogeo con le tombe degli Acili Glabrioni.
A tale famiglia appartiene una nobildonna di nome Priscilla che, con ogni probabilità, fu la donatrice del terreno che diede inizio alla vita delle nostre catacombe. Questo sarebbe il motivo per il quale oggi, e almeno dal IV secolo, il cimitero è dedicato al suo nome e alla sua memoria.
Le catacombe dopo praticamente sei secoli di buio, furono ritrovate nel XVI secolo; in molti punti, e più esattamente su parecchie pitture, si legge ancora la firma del suo scopritore, Antonio Bosio.
Per saperne di più, Carlo Pavia, “Guida delle Catacombe romane”, Gangemi Editore.
Carlo Pavia è l’Archeospeleofotosub (definizione coniata dal giornalista Fabrizio Carboni per un articolo sulla rivista Panorama): archeologo, speleologo, sub e fotografo.
Autore di molti libri sulla Roma antica, fondatore delle riviste “Forma Vrbis” e “Roma e il suo impero”.