Il Teatro fu costruito in pietra da Lucio Cornelio Balbo, banchiere ed amico di Augusto, con il bottino della sua vittoria sui Garamanti e dedicato nel 13 a.C.
Distrutto dal fuoco durante il regno di Tito (probabilmente nel 79), venne in seguito restaurato, probabilmente da Domiziano. Durante il medioevo vi furono installati dei negozi, e la via che vi passava davanti prese il nome di via delle Botteghe Oscure.
La sua corretta posizione fu chiarita e dimostrata dall’archeologo e topografo Gatti. Su plastico di Roma antica (versione 1937) la sua posizione era invertita rispetto al Circo Flaminio.
Questo fino al dopoguerra; ora il monumento è stato riposizionato alle spalle del Portico di Metello (foto 3).
Anche le targhe stradali relative alla via delle Botteghe Oscure hanno subito cambiamenti in seguito alla scoperta del Gatti.
Oggi conosciamo perfettamente la pianta dell’edificio e possiamo confrontarla agevolmente su quella del catasto (foto 6).
Il teatro poteva ospitare 7700 spettatori, ed era lussuosamente decorato: sei colonnine di onice poste da Balbo nel teatro erano particolarmente famose.
Del teatro restano oggi tracce in opus quadratum e reticulatum della parte inferiore della cavea nei sotterranei della sede dell’Enciclopedia Italiana (foto 7);
alle spalle del teatro era la porticus post scaenam nella quale si installarono durante il Medioevo le numerose botteghe e la Crypta Balbi.
Per saperne di più, Carlo Pavia, ROMA SOTTERRANEA, Gangemi Editore
Carlo Pavia è l’Archeospeleofotosub (definizione coniata dal giornalista Fabrizio Carboni per un articolo sulla rivista Panorama): archeologo, speleologo, sub e fotografo.
Autore di molti libri sulla Roma antica, fondatore delle riviste “Forma Vrbis” e “Roma e il suo impero”.