Tutto per i bimbi


Cosa non faremmo per i bimbi.
Sono il nostro futuro, la nostra speranza in un domani migliore. Tutti se ne preoccupano, in qualche modo.
Ma più di chiunque altro, il Congresso mondiale delle famiglie.
Che poi in realtà dovrebbe chiamarsi “della famiglia”, ovvero solo la famiglia tradizionale: l’unica vera famiglia, formata da uomo, donna e prole.
Questo appuntamento itinerante con le politiche familiste del terzo millennio (o forse del primo?) si è fermato, lo scorso fine settimana, a Verona, città dell’amore.
E colmi d’amore sono stati i messaggi lanciati nel corso degli incontri.

La differenza, rispetto agli appuntamenti precedenti, è stata la massiccia partecipazione di alte cariche del Governo del Paese ospitante.
Ci si attende quindi che dalle parole si passi ai fatti, e che finalmente vengano adottate politiche a sostegno della famiglia tradizionale, messa sotto assedio dal secolarismo e dalla lobby gay.
Famiglia che deve essere fondata, questo il messaggio, su un uomo che lavora e una donna che sta a casa a curare il focolare domestico e a crescere i figli, auspicabilmente numerosi.

La nuova famiglia italiana

Già il ministro per la tradizione Pillon ha predisposto il testo di un Decreto, primo tassello di questa necessaria ondata riformista volta a rivedere nel profondo il diritto di famiglia.
Tale decreto prevede tra l’altro che, nel malaugurato caso di una separazione (almeno fino a quando non verrà abrogata la legge sul divorzio), i figli vengano “ripartiti” al 50%: tempo, convivenza e cura (spese incluse). Applicando questa misura “flat”, non ci sarà bisogno di riconoscere alcunché in termini di alimenti, anche se la donna, secondo lo schema tradizionale, fino ad allora si è occupata della casa e non ha reddito proprio.
Così impara a separarsi, che tanto lo sappiamo tutti che sono sempre le donne a volerlo.
E poi le separazioni possono ingenerare “grave turbamento”, con le conseguenze che sappiamo.

Diciamo subito che il dogma di papà, mamma e prole non dovrebbe conoscere eccezioni.
Anche nei casi di forza maggiore lo Stato dovrebbe intervenire, per garantire ai pargoli la serenità che solo una famiglia tradizionale può dare.
Quel che accade tra le mura domestiche (anche violenze fisiche o psicologiche) non è niente, rispetto a un bambino costretto a vivere separato da uno dei suoi genitori naturali. Magari coi bozzi, ma tutti insieme.

Vediamo allora alcuni provvedimenti concreti allo studio dell’ufficio legislativo del vulcanico ministro alla tolleranza (che infatti ha allo studio anche la riapertura delle case chiuse).

Riforma carceraria: celle familiari per ospitare non solo il reo, ma anche coniuge e figli minorenni; qualora la condanna sia conseguenza di violenze o tentato omicidio del coniuge, la cella verrà dotata di séparé.
Qualora il tentativo fosse andato a buon fine, l’amministrazione provvederà ad una sostituzione posticcia con manichino o statua di cera, per non far sentire abbandonati i minori coinvolti.

La nuova famiglia italiana in una cella family

Sostituzione: qualora la coppia non potesse avere figli, il marito ha diritto di chiedere la sostituzione della moglie con un’altra, certificata fattrice italiana, nel superiore interesse della crescita demografica e quindi della Patria.
La sterilità maschile è un falso messo in giro dalle femministe, la colpa è sempre della moglie.
Un’apposita agenzia governativa sarà incaricata di selezionare le donne che rispondono ai requisiti.

I genitori posano insieme ai loro 64 figli

Sostituzione 2: nel caso di morte di un genitore con figli minori, l’agenzia di cui sopra provvederà a selezionare adeguate sostituzioni, scegliendo da un albo di bravi educatori tradizionali certificati.

Esproprio: nel caso di separazione con figli minori, qualora uno dei coniugi dovesse ammalarsi e andare a convivere con una persona del suo stesso sesso, la ripartizione flat dei figli prevista dal decreto Pillon non potrebbe trovare applicazione e si rientrerebbe nel caso di cui al punto precedente: il genitore sano verrà aiutato come se fosse rimasto vedovo.

Divieti assoluti: di fecondazione eterologa, di stepchild adoption, di uteri in affitto o in comodato, di adozione per coppie non legate dal sacro vincolo del matrimonio religioso; deve pertanto restare fuori dalla portata dei bambini tutto il mondo “arcobaleno” (cioè chi vive contro natura).

Agevolazioni e trattamenti sanitari: per consentire a chi prende coscienza della sua sindrome (l’omosessualità) di potersi curare a costi contenuti, saranno previsti ticket agevolati per le cliniche di riabilitazione; per i casi più perniciosi e recidivi potranno essere disposti trattamenti sanitari obbligatori. Lo Stato non può girarsi dall’altra parte e consentire che tutta questa povera gente finisca all’inferno.
Anche perché lì ci saranno già quelli che hanno fatto sparire 49 milioni di finanziamento pubblico ai partiti, e di mischiarsi non hanno proprio voglia.

Insomma carissimi pargoli, che sappiamo seguite con attenzione queste nostre pagine, come avrete capito il mondo adulto è molto attento alle vostre esigenze e alle vostre sensibilità. 
Non si tratta lontanamente di becere speculazioni politiche ispirate da nostalgie che per alcuni meriterebbero di rimanere nell’oblio in cui la storia le ha relegate, quanto piuttosto di sincere preoccupazioni per situazioni che potrebbero portare al crollo della civiltà occidentale; civiltà che trae origine, secondo queste care persone, da radici confessionali.
Le stesse della Santa Inquisizione…

Tanto il vostro Erasmo dal Kurdistan vi doveva, senza nulla a pretendere.

Erasmo dal Kurdistan è persona mutevole, con una spiccata tendenza alla tuttologia.
Vorrebbe affrontare la vita con leggerezza e ironia, ma raramente riesce a mantener fede a un impegno così arduo.
Scioccamente convinto di avere qualche dote letteraria (molto) nascosta, si prodiga nel vano tentativo di esternarla, con evidente scarsa fortuna.
Maniaco dell’editing e dell’interpunzione, segue un insano culto del punto e virgola (per tacere delle parentesi e delle amate virgole).
Tenta di tenere a bada una innata tendenza didascalica e quasi pedagogica pigiando sul pedale della satira di costume, ottenendo di comico solo il suo pio tentativo.
Il più delle volte si limita ad imbastire dimenticabili pipponi infarciti di luoghi comuni.

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