Arriba España


L’arrivo del vero sole dopo l’inverno, il primo caldo d’aprile, mi mette di buonumore. L’ora legale allunga le giornate, insieme al percorso che porta dall’equinozio primaverile all’estate.
Il risveglio della natura, le fioriture, i pollini che iniziano a tormentare i poveri allergici, tutto concorre a veicolare un messaggio di rinascita, forse anche di speranza. Anche il più freddo e ostile degli inverni finisce, arriva un’altra stagione e, con essa, nuove opportunità.

Sono venuto al mare a godermi il tepore del primo sabato soleggiato.
Passeggio pigramente, con i pensieri che vagano liberi di fronte all’orizzonte sconfinato. Mi chiedo come possa venire in mente a qualcuno di chiudere il mare, recintarlo, stabilirne confini e zone di controllo.
Immagino muri, fili spinati, barriere. Immagino la forza del mare che li sradica, li travolge, rimette tutto come dovrebbe essere, come sarebbe naturale.
I pensieri cominciano a scarrocciare, spinti dalla brezza. È questo l’effetto che mi fa il mare. Non so più da dove sono partito, non so proprio dove mi dirigo, quando

“Erasmo, ma che ci fai qui?”

È Adelmo, il mio stalker sfavorito. Deve essere la sindrome di Stoccolma e forse mi sta anche un po’ simpatico, ma non riesco proprio ad evitarlo.

“Sto sperimentando le conseguenze della nuova teoria sulla manipolazione della materia oscura applicata ai granelli di sabbia.”

“???”

“Sto passeggiando sul lungomare, non vedi?”

“Ah ecco, mi pareva. Hai visto che è successo in Spagna?”

“Un’altra disgrazia? È venuta giù la Sagrada Familia?”

“Macché, la vittoria di Pedro! Non hai letto i giornali? Non accendi la TV?”

“Ma figurati, con una bella giornata come questa. Mica me la voglio far rovinare. Ma chi è sto Pedro e cosa ha vinto? Moto GP? Tennis? Atletica?”

“Pedro Sànchez, il segretario del PSOE, il partito socialista spagnolo, che ha vinto le elezioni in nome dell’Europa, alla faccia di sovranisti e populisti.
Ci si aspettava il successo dell’estrema destra, che non c’è stato; anzi, è aumentata di quasi il 10% l’affluenza proprio per scongiurare il ritorno ad un passato che evidentemente fa ancora paura. E ha funzionato.”

Pedro Sànchez

“Ma a te, Adelmo mio, chettefrega della Spagna?
Vuoi forse emigrare lì, come mi auguro nel più profondo del cuore?”

“Allora non capisci o fai finta, come al solito.
La famiglia del socialismo europeo, data per morta e sepolta, riprende il suo cammino. Dopo Finlandia e Portogallo, ora anche la Spagna.
Di fronte alla pericolosità delle forze reazionarie, la gente finalmente apre gli occhi. Sono segnali importanti, in vista delle elezioni europee.”

“Guarda che ogni Paese fa storia a sé. In Spagna il Partito Popolare, vecchio contenitore conservatore, è saltato per i consueti problemi di corruzione.
Ora quell’elettorato è diviso in tre: i conservatori classici rimasti nel PPE, i liberali modernisti in Ciudadanos e i reazionari neofranchisti in Vox.
Ma la somma dei consensi, se ho capito bene, è rimasta più o meno la stessa.”

“Era’, lo sapevo che eri informato e che mi stavi prendendo in giro.
Intanto quelli di Vox cantano vittoria per essere entrati in Parlamento, ma a mezza bocca perché si aspettavano circa il doppio dei consensi.
E anche questo per me è motivo di soddisfazione.
Poi, anche sommando i seggi di centrodestra, questi non arrivano alla maggioranza neanche da lontano. Come al solito sarà determinante la scelta degli autonomisti, principalmente dei Catalani.”

“A me pare che i recenti successi dei progressisti dipendano dall’aver capito che il tema centrale è quello dell’uguaglianza. Quando il centrosinistra vuole rappresentare più i padroni che gli operai e i precari non può che naufragare, e questo il giovane Sànchez lo ha ben chiaro.
Vedremo se anche da noi qualcuno si sveglia.
Ma la tua reazione mi pare più da tifoso che da analista politico, quale ti vuoi atteggiare.”

“Oggi è tempo di gioire. Da domani si lavora per ribaltare i pronostici nefasti che si addensano come avvoltoi sul nostro futuro.”

“Ma che, vuoi passare la staccionata e buttarti in politica?”

“Chissà. Intanto prendo parte, come fecero un tempo i partigiani.”

Tutto sommato il suo impegno potrebbe essere una buona notizia. Hai visto mai che me lo tolgo per un po’ dalle scatole.

Tanto il vostro Erasmo dal Kurdistan vi doveva, senza nulla a pretendere.

Erasmo dal Kurdistan è persona mutevole, con una spiccata tendenza alla tuttologia.
Vorrebbe affrontare la vita con leggerezza e ironia, ma raramente riesce a mantener fede a un impegno così arduo.
Scioccamente convinto di avere qualche dote letteraria (molto) nascosta, si prodiga nel vano tentativo di esternarla, con evidente scarsa fortuna.
Maniaco dell’editing e dell’interpunzione, segue un insano culto del punto e virgola (per tacere delle parentesi e delle amate virgole).
Tenta di tenere a bada una innata tendenza didascalica e quasi pedagogica pigiando sul pedale della satira di costume, ottenendo di comico solo il suo pio tentativo.
Il più delle volte si limita ad imbastire dimenticabili pipponi infarciti di luoghi comuni.

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