Voglio proprio vedere se mi trova pure qua. Già questa maledetta primavera che non vuole sbocciare, con frequenti ripensamenti verso la stagione che speravamo archiviata, non aiuta in fatto di umore.
Ci manca solo l’incontro “casuale” con Adelmo, a pochi giorni dalle elezioni europee.
Eccomi allora al baretto della Bufalara, a godermi il mare d’inverno in maggio. Onde non disprezzabili, deserto degli abituali pescatori, sembra che abbiano tenuto aperto solo per me.
“Erasmo, lo sapevo che ti avrei trovato qui. Guarda che sei prevedibile, oltre che smemorato. Ti ci avevo già beccato nel 2016, prima delle amministrative.”
Mannaggiammé e alla capa fresca che tengo! La prossima volta scappo sull’Eremo di Monte Tranquillo.
“Ma che dici, Adelmo. Lo sai che, quando fa brutto tempo, vengo volentieri al mare. Anche te a inalare iodio?”
“Io sono qui per lavoro. Non vorrei che, per qualche motivo, alle europee sbagli a votare o, peggio, non voti proprio.”
Ormai ha perso ogni contatto con la realtà. Un professore di ginnastica convinto di avere la stoffa dell’analista politico, ora vuole anche atteggiarsi a opinion leader. Chissà cosa gli fa pensare che seguirò i suoi consigli.
“Ah, bene. Allora tagliamo corto: dimmi chi devo votare, oppure lasciami il santino, che magari hai da fare in città.”
“Sì, buonasera. Mica te la cavi così a buon mercato. Io vorrei fare alcuni ragionamenti politici con te, poi trarrai da solo le conclusioni.”
Qui le cose si fanno lunghe. Non devo dargli corda, altrimenti a ora di pranzo siamo ancora qui.
“Ti ascolto, Adelmo. Illuminami.”
“Cominciamo dall’importanza del voto. Dovrebbe essere chiaro anche a un testone come te che solo in Europa il nostro Paese ha un futuro. Pertanto è importantissimo votare, e votare per le forze politiche europeiste. Bisogna fermare l’ondata sovranista, con populismi vari a supporto.”
“Ecco qua, un altro voto contro.”
“C’è poco da fare gli spiritosi. Votare per l’Europa significa necessariamente non votare per chi vuole riportarci al tempo dei furori nazionalisti. L’internazionale sovranista: ma ti rendi conto della contradizione in termini? Posso immaginare il contenuto delle loro riunioni: prima la Spagna; no, prima la Francia; no, prima l’Inghilterra; no, prima l’Italia; no, prima l’Austria; no, prima l’Ungheria; no, prima la Polonia… Fino a quando non tornerà in auge Deutschland über Alles.”
“Va bene, quando si tratta di dire no è abbastanza facile, anche se il richiamo al nazismo mi pare un po’ esagerato.”
“Esagerato, dici tu. Anche all’inizio degli anni 30 del secolo scorso davano dell’esagerato a chi vedeva il nascente nazismo come un pericolo per l’intero continente. Ma andiamo avanti con l’analisi. Direi di escludere dalle opzioni di voto anche partiti e movimenti con la tentazione no euro; quelli che (a parole) non stanno né di qua né di là; i populisti di destra, centro e sinistra. Anche questi soggetti indeboliscono l’Unione: una cosa è volerla riformare, altra cosa è distruggerla.”
“E anche qui, posso arrivare a seguirti, anche se il richiamo mi pare abbastanza generico e non si capisce bene cosa ci stia dentro.”
“A questo punto il campo si è ristretto a quattro gruppi: i Popolari (gruppone che all’interno ospita un po’ di tutto, dalla Merkel fino ai sovranisti ungheresi); i Socialisti e Democratici (gruppo storico, dato un po’ in disarmo, salvo gli ultimi risvegli iberici); i Liberali (europeisti convinti e iperliberisti); i Verdi (forze fresche che attirano i giovani su un tema sempre più centrale).”
“Mancano il gruppo dei Conservatori Nazionali e quello dei Comunisti/sinistra.”
“Per me rientrano nel ragionamento fatto sui populisti, per questo non li ho considerati tra le opzioni praticabili.”
“Ammesso e non concesso che il tuo ragionamento fili, rimane sempre un’ampia scelta. Vuoi dirmi finalmente per chi, secondo te, si debba votare?”
“Ti piacerebbe! Così te, caro il mio bastian contrario, sicuramente voti altro. Hai quattro opzioni, ne riparliamo il 26 maggio a voto avvenuto.”
Stavolta mi ha fregato. Va a finire che mi tocca votare come Adelmo. Tanto lo so lui dove va a parare. Ma comunque, mica gli dirò chi ho votato veramente.
Tanto il vostro Erasmo dal Kurdistan vi doveva, senza nulla a pretendere.
Erasmo dal Kurdistan è persona mutevole, con una spiccata tendenza alla tuttologia.
Vorrebbe affrontare la vita con leggerezza e ironia, ma raramente riesce a mantener fede a un impegno così arduo.
Scioccamente convinto di avere qualche dote letteraria (molto) nascosta, si prodiga nel vano tentativo di esternarla, con evidente scarsa fortuna.
Maniaco dell’editing e dell’interpunzione, segue un insano culto del punto e virgola (per tacere delle parentesi e delle amate virgole).
Tenta di tenere a bada una innata tendenza didascalica e quasi pedagogica pigiando sul pedale della satira di costume, ottenendo di comico solo il suo pio tentativo.
Il più delle volte si limita ad imbastire dimenticabili pipponi infarciti di luoghi comuni.