Le tribù politiche dell’Europa

Con estremo piacere, da questa settimana la nostra Rivista ospiterà il primo articolo di una nuova, importante firma, quella di Marcello Ciccarelli, molto noto per il suo trascorso impegno in politica e, soprattutto, nelle attività di promozione culturale, largamente intesa. Sue saranno le settimanali analisi che ci sveleranno aspetti preponderanti dell’attuale politica nazionale e di quella internazionale.

Il prossimo 18 giugno si riunisce il Consiglio europeo dei primi ministri per affrontare la crisi prodotta dalla pandemia. Principale o.d.g., la proposta di condivisione delle garanzie da dare all’emissione dei titoli di stato di ogni singolo paese.
L’Italia è estremamente coinvolta nell’esito, perché si presenta al tavolo con dati da brivido dopo l’ultima manovra di bilancio: Pil -8%, deficit -10,4%, debito 155,7%.

Per ‘campare’ abbiamo bisogno di emettere BOT e BTP al fine di raccogliere denaro, che deve essere a basso interesse per non aumentere il deficit.
L’alternativa avanzata dalla Lega, quella del gioioso Borghi, propone la stampa di una moneta nostrana.
È una soluzione credibile? Sì, a patto di operare in un’economia chiusa, autarchica.
Al tempo dell’impero romano si usava il sesterzio (lega di rame e zinco) per gli scambi del popolino e il solidus o l’aureus nummus (monete in oro) per il commercio ‘internazionale’.

Oggi, fuori dall’Italia, con quali beni garantiremmo la moneta nostrana? Non abbiamo petrolio, né oro, potremmo dare in garanzia solo il Colosseo o la costa amalfitana. Per finanziare il nostro disavanzo di bilancio, dovremmo ricorrere solo ai risparmi degli italiani. Inutile parlare dell’emersione del capitale illegale.
L’unica strada, volenti o nolenti, è quella di scendere a patti con l’Europa, con la quale possiamo trattare facendo leva proprio sull’ipotesi che il nostro fallimento trascinerebbe anche le altre economie nazionali.

Quali le possibili vie di uscita?

Vi sono più percorsi a noi favorevoli.

  • Il principale prevede che i nostri titoli siano garantiti non dall’economia italiana, ma da quella europea nel suo complesso. Si tratta degli Eurobond europei, da affiancare ai BTP e BOT italiani. La soluzione migliore sarebbe ovviamente quella di poter contare su un sostegno a fondo perduto.
  • Un’altra possibilità è la famosa ricetta Draghi: un acquisto sostanzioso, asimmetrico (ossia senza tener conto delle proporzionalità nazionali) dei nostri titoli da parte della BCE. Cioè, il quantitative easing, che drenando dal mercato i nostri titoli ne aumenta il valore.
  • C’è infine il ricorso al fondo salva stati, il contestato MES, istituito nel 2011, per andare in soccorso di Stati che avevano bisogno di finanziamenti, ad interesse quasi nullo per non fallire, vedi Grecia, Portogallo, Irlanda. Le modifiche recentemente apportate prevedono che il finanziamento per spese sanitarie non sia sottoposto al controllo di un comitato esterno al paese (la troika).

Qualcuno sostiene che non ci si possa fidare.
Affermazione che si può comprendere se detta da un profano, assurda se detta da un responsabile politico che, con i suoi tecnici, è in grado di valutare un accordo scritto.

Sono tutte ipotesi che hanno difficoltà di approvazione perché in Europa sembrano risvegliarsi i fantasmi dei secoli scorsi. Fantasmi usati per camuffare le fratture causate dal sovranismo crescente in ogni paese, che sta dando luogo a vere e proprie tribù politiche in contesa per il territorio di caccia.

Proviamo ad individuarle senza entrare nel merito dei loro interessi.
Partiamo dalla tribù centrale, da quella sorta di cuore pulsante del Sacro Romano Impero che sono attualmente la Francia e la Germania.
In passato siamo riusciti qualche volta a farne parte, anche se parzialmente, ma il recente autoisolamento, seguito alle elezioni europee, ci ha tagliato fuori da ogni decisione.

Così, ora ci ritroviamo nella tribù del “Med Group”, cioè, eccetto il Portogallo, tra i paesi che affacciano sul romano mare nostrum: Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna. Tutti con una comune tradizione greco-romana.

Il Med Group

Al nord, un’altra tribù, che ricalca la medievale Lega anseatica. Si tratta della il Nordic-Baltic Eight (NB8), costituita dai Paesi Bassi da quelli Baltici, dai paesi Scandinavi e dall’Irlanda.

Il Nordic-Baltic Eight (NB8)

Un’ultima tribù sul versante nord-est, rappresenta una specie di cuore nero dell’Europa ed è per questo un modello politico per la maggioranza del centrodestra italiano.
Ne fanno parte dal 1991 Ungheria, Polonia, Slovacchia, e Repubblica Ceca.
È detto il gruppo di Visegrad perchè si volle ufficializzare l’accordo nella stessa città dove nel 1335 venne stipulata l’alleanza fra Giovanni I di Boemia, Carlo I d’Ungheria e Casimiro III di Polonia per contrastare il potere del casato degli Asburgo e Lorena.
Dei quattro, solo la Slovacchia aderisce all’euro.

Il gruppo di Visegrad

Ultimamente sono emersi i Quattro Frugali: Austria, Paesi bassi, Danimarca e Svezia che si oppongono ad un aumento della spesa europea perché contributori netti.
Queste sono le tribù ed è con esse dobbiamo fare i conti se vogliamo salvarci, collaborando con umiltà e orgoglio perché

i beni da salvare sono per noi troppo importanti.

Marcello Ciccarelli, in pensione, attivo solo cerebralmente. Una volta docente e amministratore. Ancora appassionato di matematica e politica.

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