di Nazzareno Ranaldi
L’attuale Sindaco di Latina, Damiano Coletta, ha sciolto la riserva e si candiderà alla prossima tornata elettorale nella primavera 2021. Forse era prevedibile, ma la novità sta sia nell’apertura ai partiti politici, in particolare PD e Cinque Stelle, che in una iniziale critica alla gestione amministrativa, pur mettendo alcuni paletti: no alle primarie e nessuna trattativa a priori su possibili assessorati.
È molto probabile che il Centro Destra si presenti unito, con un candidato sindaco che sarà scelto in una partita che inserisce il capoluogo pontino in uno scacchiere quanto meno regionale, all’interno del quale la coalizione deve trovare la quadra sul Sindaco di Roma e sul Governatore della Regione Lazio. Per poter competere in questa sfida, il Centro sinistra si deve presentare unito in uno scenario di “Campo Largo” che tanta fortuna ha portato nel caso dell’elezione di Nicola Zingaretti a Presidente della Regione Lazio. Questa alleanza non può essere costruita a tavolino, ma deve essere vissuta nei territori, con assemblee aperte e gruppi di lavoro, a partire dall’analisi dell’amministrazione Coletta.
Deve inoltre risalire, e non è stato mai fatto in maniera approfondita, alle ragioni della vittoria di una lista civica che si è presentata alle elezioni del 2016, è arrivata al ballottaggio ed ha vinto portando in consiglio comunale 20 cittadini provenienti da esperienze diverse, ma animati dal civismo e dalla voglia di concorrere al bene comune della propria città.
Tutto ciò rimanda alle questioni che stanno alla base di possibili future alleanze: il civismo, i partiti politici, l’esperienza amministrativa della giunta Coletta, con i suoi pro e i contro, ed infine, il programma elettorale.
Prima di tutto è necessario ricostruire, anche se per sommi capi, le vicende politiche negli anni che hanno preceduto le elezioni del 2016, con la caduta della giunta Di Giorgi (giugno 2015) e la nomina del commissario Barbato. All’origine del fatto ci fu una mozione di sfiducia presentata dal PD e votata da un partito di maggioranza: Forza Italia.
Ma già nel 2010 c’era stata la sfiducia al Sindaco Zaccheo, votata dal PDL e dal PD con 22 voti su 40 che portò alla nomina di un Commissario.
Va sottolineato come le scelte del Partito Democratico siano state decisive nell’opposizione e nella caduta delle giunte Zaccheo e Di Giorgi. L’incapacità di governare del centro destra, insieme alle vicende giudiziarie che hanno colpito suoi esponenti di primo piano, sono stati un mix che ha creato le condizioni per un malcontento generale dei cittadini.
I due punti salienti della campagna elettorale di LBC sono stati la partecipazione di associazioni e cittadini, con una prima iniziativa di “Associazioni di Idee”, tenutasi al Circolo Cittadino, e la critica all’operato del centro destra, segnalando i fallimentari progetti delle amministrazioni con un filmato di tre minuti (tuttora su you tube) dal titolo Opere Bluff, nel quale si elencavano minuziosamente le cosiddette “incompiute”, che hanno pesato e peseranno ancora sulle future amministrazioni locali in termini di contenziosi ed ingenti debiti fuori bilancio.
La mancata partecipazione del PD al ballottaggio fu dovuta principalmente alla carenza di una proposta realmente innovativa, con l’aggiunta, certo dannosa, di qualche divisione di troppo al proprio interno.
La giunta Coletta si fregia di aver riportato la legalità nell’amministrazione della città, ma più di qualcuno storce il naso ritenendola una questione secondaria rispetto alla capacità di amministrare ed ottenere risultati. Uso le parole di Piero Calamandrei:
“Colla legalità non vi è ancora libertà; ma senza legalità libertà non può esserci”
per sottolineare che la questione è invece molto seria.
Se torniamo indietro negli anni, oltre a ricordare l’inchiesta Olimpia che è andata a toccare il connubio tra criminalità e politica, ci ritorna nella mente il clima intimidatorio che c’era nella città e che conosciamo, oltre che dalla cronaca, anche dal racconto dei nostri figli in merito ai soprusi consumati in città dalla microcriminalità.
Risuonano ancora in noi le parole del questore De Matteis in un comizio improvvisato davanti a manifestanti in difesa della legalità:
“…noi non abbiamo scoperto nulla che voi non sapevate, abbiamo precisamente messo le mani in una situazione che era un cancro in questa città e vi devo chiedere scusa perché non ci siamo riusciti prima”
Tutto questo non si può sottovalutare. Per un approfondimento sul civismo in generale, vi rimando ad un articolo di Francesca Suale su questo blog.
Il civismo non ha a che fare solo con le liste civiche, ma riguarda i cittadini ed è uno dei contenuti della buona politica
Si tratta dell’impegno delle persone nella società e della dedizione per la propria polis, per la propria comunità e per il suo futuro. Al suo interno le liste civiche hanno un album di famiglia che contiene immagini che vanno dalle battaglie referendarie e pacifiste, ambientaliste e femministe, al commercio equo e solidale, passando per le battaglie per l’etica e la legalità, per i diritti civili e per il diritto allo studio e al lavoro.
Se non si tiene conto di tutto ciò non si comprende appieno la vittoria di Coletta alle elezioni del 2016. La funzione primaria del civismo è quella di connettere rappresentanza e partecipazione e i partiti devono contaminarsi di civismo se vogliono rinnovarsi, non di liste civiche o di espedienti elettoralistici che danno vita a un concetto svuotato di società civile, per attrarre unicamente voti.
Oggi il civismo assume pieno diritto e convive con la Costituzione, la quale afferma sì che la politica nazionale deve essere fatta dai partiti, (non dimentichiamo che si usciva da una dittatura che li aveva soppressi in favore del partito unico), ma poi è accaduto che nel 2002 nella Costituzione italiana è stato accolto il riconoscimento dell’autonoma capacità dei cittadini di svolgere attività di interesse generale sui principi di sussidiarietà (art. 118, comma 4 della Costituzione).
Va anche ricordata la recente delibera della Corte Costituzionale dell’8 gennaio 2020, che consente per la prima volta alle rappresentanze della società civile la diretta interlocuzione con la stessa Corte attraverso «una opinione scritta». Questo significa che la rappresentanza dell’intera società nazionale, che la costituzione affida ai partiti politici, intesi come soggetti primari, viene estesa alla società civile sotto forma organizzata ed entro prestabiliti ambiti.
Passare dai proclami della campagna elettorale al governo della città è ovviamente molto più complicato.
E qui emergono i punti deboli di una lista civica al governo della città. Per governare serve una visione supportata da programmi ben pensati, una buona macchina amministrativa e uomini preparati a gestirla.
Su questi temi è opportuna una profonda riflessione da offrire alla città e alle forze della coalizione per capire cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato, e per quale motivo.
E’ necessario guardare insieme all’esperienza amministrativa della giunta Coletta, con i suoi limiti dovuti all’inesperienza e ad errori di valutazione, ma anche all’impossibilità di risolvere alcuni problemi, dovuta a strutturali carenze amministrative e alla eredità di una cattiva gestione del passato.
Qui entra in ballo l’arte della mediazione, del compromesso che fino ad oggi non si è realizzato.
Facciamoci aiutare da Amos Oz, che in un suo libricino dal titolo “Contro il fanatismo”, ci descrive cos’è l’opposto di compromesso:
«Nel mio mondo, la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c’è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte»
Non possiamo paragonare il conflitto Israelo-Palestinese alle vicende di Latina certo, ma la riflessione è da accogliere.
Un’altra parola da usare è contaminazione, e assumere, da parte del civismo, un’alleanza piena con le forze politiche che hanno al proprio interno risorse umane, idealità, competenze e rappresentanti istituzionali in Regione, Parlamento e in Europa.
Non credo se ne possa fare a meno.
Un Campo largo di forze politiche deve condividere con i cittadini la visione di città e condividere un programma, soprattutto in questo particolare momento per il paese, con una pandemia che lascerà una crisi economica spaventosa, essendo ben consci delle enormi disuguaglianze tra i cittadini, ma consapevoli che, a differenza del centro destra, il Campo Largo ha scommesso sull’Europa (Pd, Cinque Stelle, Leu), che si sta rivelando l’unica possibile soluzione per uscire dalla crisi con il danno minore.
Ora servono, come detto, tavoli di lavoro che coinvolgano i cittadini sulle questioni non più rinviabili, con una visione di medio lungo termine e progetti che si mettano in sintonia con la visione europea del Next Generation EU, che vede come soggetti attuatori proprio gli enti locali.
Ci sono già in città gruppi di lavoro che stanno predisponendo progetti per intercettare possibili finanziamenti europei.
Ora, ognuno faccia un passo indietro per far avanzare un progetto che abbia al centro il bene della città.
Nazzareno Ranaldi. Statistico prestato all’insegnamento della matematica e presidente dell’Ass.ne culturale Villaggio Fogliano con qualche annetto sulle spalle. Una grande passione per il suo territorio e tante energie spese nella valorizzazione ed il perseguimento di progetti che hanno bisogno di tempi talmente lunghi da perderne l’origine.
“Avete presente un oggetto che vi portate appresso fin da quando eravate bambino e non avete mai abbandonato? Ecco, davanti a me c’è sempre questo oggetto che scruto e tengo sotto controllo: sono come il guardiano del faro.”
Pensieri per la Città – Un’Agorà per Latina è la nuova rubrica-contenitore della nostra rivista blog, LatinaCittà Aperta.
Abbiamo, infatti, voluto affiancare al nostro settimanale, che come sapete tratta di argomenti che potremmo un po’ pomposamente definire di “cultura generale”, uno spazio, un’agorà di riflessione e di approfondimento intergenerazionale su temi della città che ci ospita, Latina, non limitandoci ad essa.
Ci si propone di istituire qualcosa di vivo, un luogo di confronto e di approfondimento, gestito da giovani, donne e uomini, forze fresche e consolidate intelligenze, persuase che la partecipazione e il confronto siano i cardini della buona politica.
(Premessa) Alla fine del 2014 c’erano state le dimissioni del Sindaco Di Giorgi, poi ritirate, segnale, secondo le dichiarazioni dell’allora sindaco, evidente di lotte intestine molto forti nella destra, evidenti già dal secondo mandato Finestra, culminate nella sfiducia al successivo sindaco Zaccheo. Lotte che sono una costante nella destra e che dal 2005 in poi ha via via sfiduciato decine di giunte in provincia e che sono tutt’ora in corso. Altro evidente segnale il continuo cambio di partito che rappresenta, a volte, la ricerca di nomine, candidature, appalti, incarichi. Nella primavera del 2015 mi avevano contattato diversi esponenti della destra cui avevo detto che, alle elezioni di rinnovo se si fosse candidata una lista civica vera sarebbe andata al ballottaggio e poi avrebbe vinto. Qualche mese dopo la sfiducia a Di Giorgi non certo merito del pd ma solo colpa della disgregazione della destra. Il pd mi aveva chiesto di candidarmi, non ho accettato non avendo ottenuto risposte alle mie richieste sul programma. Un parte vicina alla destra si è iscritta al M5S per non far ottenere la certificazione e ci sono riusciti. Tale decisione ha spianato la strada a Coletta il cui voto al ballottaggio è stato anche un voto contro una parte della destra che era andata al ballottaggio. (i cittadini) La consapevolezza che bisognava cambiare nasceva dal lavoro di documentazione e denuncia di una parte (l’unica che avrebbe sicuramente se si fosse candidata al consiglio comunale) del M5S e di diversi cittadini anche slegati ai partiti o comunque non interessati ad amministrare. Coletta ed LBC hanno saputo impersonare la parte di malcontento, però escludendo cittadini e comitati che per decenni avevano lavorato per arrivare a questa risposta. E’ il tipico errore di presunzione di chi conosce poco la politica e la società. (il civismo) le liste civiche perdono la loro caratteristica nel momento in cui devono amministrare per tanti motivi, anche questo può essere un errore di consapevolezza di una parte di LBC. Si può forse amministrare una città inferiore ai 15 mila abitanti senza interloquire con regioni ed altri enti, ma non certo una città capoluogo, la seconda del Lazio. (altri errori di LBC) lo schierarsi contro cittadini o comitati è uguale a quello di non aver saputo o voluto dialogare con i partiti. Era normale che gli eletti e gli amministratori si potessero collocare o avvicinare ad uno dei tanti partiti. Lbc doveva chiarirne la transizione. (il centro sinistra) LBC e pd sono di centro sinistra? A me non sembra affatto, anzi questa sarebbe una notizia. (il prossimo schieramento) LBC si era caratterizzato con partecipazione e legalità, almeno questo ho compreso io. Lbc intende continuare su questa strada? Come e con chi? Con quale programma? E’ evidente che una parte del pd (non so se provinciale o comunale o regionale) non sia dalla parte di Coletta, lo ha dimostrato, per esempio, durante le elezioni provinciali e con molte scelte regionali o comunali. Anzi diverse dichiarazioni del pd sono contro Coletta e la sua candidatura. Quindi bisogna capirne lo schieramento. Per quanto poco conosco il pd non mi sembra abbiano un candidato in grado di andare al ballottaggio. Quali altri forze appoggerebbero Coletta ed LBC? Se il centro sinistra (allora c’era) nel 1993 non avesse fatto errori clamorosi la storia politica di Latina e provincia sarebbe stata diversa. I reduci di quella campagna elettorale e di quel periodo non mi sembra appiano appreso la lezione. Si possono unire partiti ed ex liste civiche? È la mutazione naturale, che purtroppo non avviene dal basso. (la destra) La destra non sappiamo se presenterà un candidato unico, così come non sappiamo se le intercettazioni in questo senso siano credibili, spiegando anche la vittoria di Coletta in parte. Io non credo che Latina voti necessariamente un candidato di destra, sicuramente non con la vittoria al primo turno, diventando il ballottaggio, per le sue dinamiche, molto rischioso. Dubito anche sulla tenuta di un’eventuale tenuta della destra qualora vincesse le elezioni.
non mi è sembrata così marcata nemmeno la lotta x la legalità (che si fa con persone delle istituzioni determinate e credibili e il sostegno deciso e palese alle associazioni di volontariato che tanto hanno contribuito alla vittoria di LBC) la paralisi amministrativa nell’incertezza continua nelle decisioni, la mancanza totale di un progetto per la comunità (tradotto=bene comune) un inesistente dialogo con i cittadini e con i partiti….personalmente non mi sento di demonizzare nessuno e credo che il successo elettorale dipenda dalla capacità di presentare persone credibili e affidabili….