Teste bucate

In qualità di portavoce ufficiale del C.A.N.E. (Comitato Automobilisti Nostalgici Esasperati), mi pregio trasmettervi la nuova missiva dei miei amici a quattro ruote.

Oggi vogliamo affrontare con voi uno dei misteri più avvincenti della storia dell’umanità. Oltre il triangolo delle Bermuda, oltre l’allineamento della piramide di Cheope con Stonehenge, oltre la formazione di un pensiero di senso compiuto nella misteriosa testa di Giacobbo: le buche sulle strade del nostro amato Paese, la loro formazione e i rimedi posti in atto per tentare di arginarne gli effetti nefasti.

 

Fantasioso rimedio alle buche stradali posto in atto

Notoriamente, dopo ogni pioggerellina, il manto stradale rimane danneggiato come se fosse stato colpito da getti di acido fluoridrico.
Quando poi gli eventi atmosferici si intensificano, magari con l’aggravante delle basse temperature, allora si entra in zona emergenza, con voragini che si aprono a tradimento, pronte ad inghiottire qualunque cosa passi a tiro, sperimentando in forma ridotta l’esperienza dei buchi neri: gomme e copriruota, marmitte malferme, motorini con passeggeri, file di ciclisti…

 

Una “Potholewatch” in azione

Probabilmente le carte meteo d’Europa mentono. Il nostro, conosciuto come il Belpaese anche per ragioni climatiche, nel tempo si è trasformato in un inferno che non conosce paragoni: Groenlandia e Siberia sono amene località temperate a confronto.

 

Rinomata località turistica siberiana in pieno inverno

Perché altrimenti non si giustifica come mai noi ci ritroviamo le strade in queste condizioni e il resto d’Europa no.
Evitando ulteriori iperboli, se confrontiamo la situazione con i nostri vicini mediterranei il risultato è desolante.
Ancor maggiore lo sconforto se il paragone viene fatto con i Paesi del nord Europa, dove il clima (piogge, neve, gelo, fulmini e tempeste) mette realmente a dura prova il manto stradale.

In Francia incidono la data di rifacimento dell’asfalto a lato della carreggiata: la strada rimane così per anni, senza bisogno di manutenzioni.
Da noi, dopo un anno dall’intervento, è un florilegio di pezze e toppe che rendono strade e autostrade simili alla giubba di Arlecchino.
In questo modo ci viene reso un servizio non richiesto e del quale faremmo volentieri a meno: il vibromassaggio automobilistico.

 

Strada francese con data incisa

Senza bisogno di inventare l’acqua calda, non sarebbe possibile copiare i capitolati tecnici utilizzati all’estero e invitare in gara le imprese che hanno compiuto quei prodigi? Ci sarà pure qualche traduttore in grado di rendere disponibili nel nostro idioma quei meravigliosi scritti.
Inoltre si risparmierebbe, visto che da noi il costo della pavimentazione stradale è superiore a quello di qualunque altro Paese d’Europa.

Dove la fantasia delle autorità preposte riesce a dare il meglio di sé è sui rimedi al danno. Per evitare le richieste di risarcimento (unica vera preoccupazione della macchina burocratica) vengono utilizzati principalmente due escamotage: la segnalazione della buca e la riduzione del limite di velocità.

 

 

Nel primo caso si procede a cerchiare con vernice colorata le voragini più pericolose.
Io autorità so che la buca è lì ma, lungi da me l’idea di metterci quantomeno una pezza, te la segnalo e se ci caschi dentro è colpa tua che guidi distratto.
Sono state viste in giro squadre di verniciatori che, come gli arbitri quando indicano il punto esatto da cui battere una punizione, con gesto fluido spruzzano vernice sull’orlo del baratro.
Probabilmente ci sarà anche una logica nell’uso dei colori: bianco rischio modesto, giallo moderato, rosso grave. Ma questa è una nostra congettura, che ancora non è stato pubblicato alcun avviso al riguardo.

 

 

Nel secondo caso si riduce la velocità massima consentita sulla strada conciata come quelle di Bagdad dopo desert storm, fino a che diventa impossibile provare che, guidando nei limiti così modificati, l’impatto con la buca possa aver provocato il danno.
A quel punto, se si supera la velocità consentita – ridotta ormai a quella di una tartaruga zoppa – lo si fa a proprio rischio e pericolo, multa inclusa.


Che questa furbata provochi code che imbottigliano i pendolari per ore è cosa di nessun interesse per l’impavido regolamentatore.
Somiglia concettualmente all’operazione che si compie quando l’acqua del rubinetto supera i limiti che ne stabiliscono la potabilità: si aumentano i limiti e tutto a posto.
Dicono che sia un provvedimento provvisorio, fin quando non si interviene sul manto stradale; quindi potenzialmente perpetuo.
Per protesta ci sarebbe da inscenare una sorta di flash mob, con tutte le macchine a 60 chilometri orari su tutte le corsie di marcia di una superstrada qualsiasi (ad es. la SR 148) in concomitanza con un corteo ministeriale o di assessori regionali in visita nell’area pontina.

 

Flash Mob sulla Pontina

 

Non possiamo far finta di non sapere che il rifacimento a regola d’arte, almeno delle principali arterie, comporta un costo molto elevato.
Nessuno chiede che questa necessaria rivoluzione si chiuda in un anno.
Ma con una programmazione ragionevole ed evitando di impegnarsi in altre opere dalla dubbia utilità (un certo ponte dice niente?) ci si potrebbe mettere in carreggiata.

Purché non dissestata.

 

 

Tanto il vostro Erasmo dal Kurdistan vi doveva, senza nulla a pretendere.

 

 

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