Ci sono momenti in cui tace la poesia,
o forse è il silenzio che si fa poesia.
Le strade sono vuote, le serrate dei negozi,
luoghi di incontri senza incontro,
la vita che si fa sospesa;
persino le scritte sui cartelli,
si fanno annunci senza annuncio,
raccontano ciò che non è stato,
che non si è compiuto,
e quando pensi ai corsi ed ai ricorsi,
ai rituali nel calendario delle tue scadenze,
ti accorgi che non è scaduto proprio niente,
né giorni, né stagioni;
segnate restano le feste con il cerchio rosso,
ma quella frenesia che si faceva attorno
è superata, aleggia un senso di rinvio,
nuovo il concetto di superfluo,
taglia di netto l’esistenza,
giorni in cui tutto sembra uguale
e niente è uguale a prima,
persone coi volti nascosti e gli occhi confusi di sguardi,
stanno al di qua e al di là del guado dei pensieri,
tra il prima e il dopo,
sospese giusto a un metro di distanza,
eppure si toccano ancora, senza bisogno di toccarsi.
Francesca Suale
Fino a poco tempo fa mi sono nascosta dietro l’eteronimo di Nota Stonata, una introversa creatura nata in una piccola isola non segnata sulle carte geografiche che per una certa parte mi somiglia.
Sin da bambina si era dedicata alla collezione di messaggi in bottiglia che rinveniva sulla spiaggia dopo le mareggiate, molti dei quali contenevano proprio lettere d’amore disperate, confessioni appassionate o evocazioni visionarie.
Oggi torno a riprendere la parte di me che mancava, non per negazione o per bisogno di celarla, un po’ era per gioco un po’ perché a volte viene più facile non essere completamente sé o scegliere di sé quella parte che si vuole, alla bisogna.
Ci sono amici che hanno compreso questa scelta, chiamandola col nome proprio, una scelta identitaria, e io in fin dei conti ho deciso: mi tengo la scomodità di me e la nota stonata che sono, comunque, non si scappa, tentando di intonarmi almeno attraverso le parole che a volte mi vengono congeniali, e altre invece stanno pure strette, si indossano a fatica.
Nasco poeta, o forse no, non l’ho mai capito davvero, proseguo inventrice di mondi, ora invento sogni, come ebbe a dire qualcuno di più grande, ma a volte dentro ci sono verità; innegabilmente potranno corrispondervi o non corrispondervi affatto, ma si scrive per scrivere… e io scrivo, bene, male…
… forse.
Francesca Suale