di Erasmo dal Kurdistan
Da quando sono tornato passo le prime ore della mattinata al solito bar. Oggi all’aperto, per la precisione. Mi sto godendo questa ottobrata tardiva che sa di cappuccio e cornetto, gli occhi socchiusi come un ramarro. Improvvisamente il tepore del sole sul viso cede il passo a un’ombra minacciosa. Apro gli occhi; non è una temuta nuvola autunnale. Molto peggio: l’arrivo di gran carriera di Adelmo, che vedo gesticolare animatamente ancor prima di sentirne la voce. E dire che, quando stavo lontano, quasi quasi mi mancava.
“Erasmo, l’hai letto il giornale di sabato?”
Cominciamo bene. Attacca subito con l’interrogatorio senza neanche un buongiorno.
“Adelmo, ti conviene darti una calmata, che c’hai un’età e ti prende un colpo se continui così. Sabato ero qui, come al solito. Certo che ho letto il giornale. Era tutto un gran parlare dell’Atalanta al secondo inciampo consecutivo in campionato, dopo gli sfracelli europei. Ma da quando ti sei fatto orobico?”
“Tu stai invecchiando male. Ma quale Atalanta, parlo del giornale locale.”
“Ah, no, con quello ci frequentiamo di rado. Perché, che è stato?”
“Il direttore si è messo in testa di dare una lezione di diritto ai giudici che hanno archiviato un procedimento per presunti illeciti di un atto amministrativo comunale, settore urbanistica.
L’ormai famosa ‘variante Q3’.”
“Vabbè, ma tu che ne sai? Sarà un fine giurista che, dopo aver fatto i dovuti approfondimenti nell’ostico settore amministrativo, vuole dire la sua.”
“Ma quale fine giurista! Quello aveva scatenato un putiferio mediatico appena venuto a conoscenza dell’indagine, e ora non sa come uscirne.
In pratica ha riscritto nelle prime righe dell’articolo l’unica sentenza per lui corretta, quella di condanna, altro che l’archiviazione disposta. Il teorema è chiaro, ora come allora. Vedete che sono tutti uguali?
E anche l’implicazione, pur se non esplicita, è evidente: tanto vale riprendersi quelli di prima, tanto imbrogliano alla stessa maniera.
Sono anni che ci prova, senza risultati, e questa doveva sembrargli proprio la volta buona.”
“Ma di che ti meravigli? Da qui alle prossime elezioni assisteremo al Circo Barnum della propaganda, con tutte le parti in commedia già assegnate secondo convenienza. E vuoi che il ‘quotidiano indipendente’ cambi pelle proprio ora? Quello è peggio del lupo: non cambia il pelo e tantomeno il vizio.”
“E va bene, ma ci dovrà pur essere un limite. Se il titolo di questo sproloquio è ‘Colpo di spugna’ vuol dire che stai accusando i magistrati di malafede, di essere collusi con l’Amministrazione. Una nuova cricca che copre e insabbia le malefatte politiche.”
“E che vuoi farci, caro Adelmo. Per ogni sentenza sgradita c’è chi si inventa il suo complotto. Dopo le toghe rosse ora ci toccano pure le toghe civiche. Invece inspiegabilmente di toghe nere, come la coscienza di taluni, non v’è traccia in natura. Mistero. Vogliamo interessare la Sciarelli della questione?”
“Tu fai lo spiritoso, e intanto quello c’è tornato su pure domenica, per insegnare ai magistrati inquirenti quel che avrebbero dovuto fare e non hanno fatto. E pure lunedì, con altri imprescindibili approfondimendi. Una vera ossessione. Non vuole proprio ammettere di aver preso una cantonata, traendone le necessarie conseguenze: chiedere scusa, semmai ne fosse capace.”
“Amico mio, forse l’unica soluzione, invece di farsi il sangue amaro, potrebbe essere la stessa che con gioia da ragazzi opponevamo ai rosiconi quando, avendo perso una partita, cominciavano ad accampare scuse. Un bel coro tutti insieme, agitando ritmicamente il braccio:
e nun ce vole sta’ – e nun ce vole sta’
Forse una risata non li seppellirà, ma almeno ci sentiremmo un po’ meglio.”
Erasmo dal Kurdistan è persona mutevole, con una spiccata tendenza alla tuttologia.
Vorrebbe affrontare la vita con leggerezza e ironia, ma raramente riesce a mantener fede a un impegno così arduo.
Scioccamente convinto di avere qualche dote letteraria (molto) nascosta, si prodiga nel vano tentativo di esternarla, con evidente scarsa fortuna.
Maniaco dell’editing e dell’interpunzione, segue un insano culto del punto e virgola (per tacere delle parentesi e delle amate virgole).
Tenta di tenere a bada una innata tendenza didascalica e quasi pedagogica pigiando sul pedale della satira di costume, ottenendo di comico solo il suo pio tentativo.
Il più delle volte si limita ad imbastire dimenticabili pipponi infarciti di luoghi comuni.
credo sia sempre avvenuto che le redazioni si siano schierate politicamente pro o contro. Già ai tempi Craxi era in voga la famosa bugia che ripetuta più volte poteva sembrare vera. Con la famosa “discesa in campo” si è iniziato un lavoro sistematico combinato di tv, radio e giornali che oltre a creare informazione di un certo tipo, erano diventati distrattori di massa. Dopo quasi 30 anni è ormai molto difficile distinguere la vera notizia dal falso che sembra vero e molti politici o aspiranti tali si circondano di addetti stampa che devono orientare ed intervenire disorientando, disinformando e distraendo. Siamo arrivati alla bestia, ai follower comprati, all’informazione da logaritmi con parole chiave. Alla fine l’articolo di giornale e il caso citato, in confronto, sembra quasi un tentativo banale… in questo periodo della consumazione delle notizie o alla loro bulimia i giornali cartacei hanno perso progressivamente importanza resistendo, forse, nella parte di popolazione più anziana o meno abituata alle tecnologie. Riguardo alla magistratura più o meno in crisi per troppo lavoro o per corpi estranei o per la difficoltà aumentata a risalire alla verità, può essere relativamente facile criticarla. Non conosco la documentazione del caso ma, da quanto letto fin dall’inizio sugli organi di informazione, era facile prevederne l’epilogo, almeno per chi ha un po di dimestichezza con queste casistiche. Anzi in una città messa in crisi da situazioni simili, ma che hanno avuto ben altra portata, non credo che in molti avessero pensato ad una sentenza di condanna. Per chi ha l’ambizione di guidare una città o di candidarsi a farlo sarebbe stato molto più elegante riportare la notizia prendendone atto essendoci, a mio parere, ben poco da criticare sulla decisione