Tunuè: una storia “controcorrente”

di Raffaella Anna Indaco e Stefano Vanzini

Abbiamo intervistato Emanuele Di Giorgi della casa editrice Tunuè, fondata nel 2004 a Latina.
Emanuele ripercorre con noi la storia di questo progetto che affonda le sue radici ben dieci anni prima, nel 1994, e il cui nucleo costitutivo è composto, inizialmente, da tre persone: Concetta Pianura, Massimiliano Clemente ed Emanuele Di Giorgi, appunto.

Emanuele Di Giorgi

La loro avventura parte circa nel 1994 quando realizzano una fanzine intitolata “Smettila”; Emanuele fa dell’ironia, ci dice “Infatti l’abbiamo smessa subito dopo”. È così, perché nel 2001 la loro idea sbarca su internet con il sito Komix per diventare, tre anni dopo, leader assoluto nella diffusione del fumetto, tra le prime tre fonti di notizie indicate da Google News.
Cosa succede nel 2004? Emanuele e gli altri due soci decidono di trasferire ciò che è sul digitale in forma cartacea ed è qui che la gestazione di Tunuè si conclude, o faremmo meglio a dire che da qui inizia la seconda parte dell’esperienza della casa editrice.

Tunuè è “controcorrente”

Così afferma Emanuele. Ma perché controcorrente?

In primo luogo perché comincia a pubblicare fumetti quando in Italia non si tratta ancora di un genere diffuso come lo è attualmente; in secondo luogo perché la casa editrice nasce a Latina. 

Nascere a Latina è stato un vantaggio?

“Latina è stata d’aiuto per tante altre situazioni, il tessuto ci ha aiutato anche banalmente volendoci bene, sentiamo il calore della città. Il non essere in una grande piazza ha permesso di essere diversi dagli altri, non influenzati dai pensieri dominanti del settore, ma è stato uno svantaggio nel trovare le figure professionali”.

Sono passati 16 anni e una pandemia da quando la casa editrice ha mosso i suoi primi passi nel mondo editoriale e tanti sono stati i contributi portati da questa giovane, ma incisiva esperienza: la vittoria nel 2008 al LuccaComics con “Rughe” di Paco Roca; la prima collana di graphic novel per ragazzi, in Italia, nel 2010; la collana romanzi nel 2014 e l’acquisto di Monster Allergy l’anno successivo; nel 2018 c’è l’acquisizione da parte del Castoro che ha dato un’accelerazione vigorosa all’intero progetto editoriale.
Consapevoli della loro scelta controcorrente, oggi Tunuè è il terzo editore a livello nazionale in questo settore.

Come state affrontando questo periodo? 
Un tratto caratteristico che dimostra Di Giorgi è quello di “intravedere nei cambiamenti delle opportunità”, in che modo? Considerando delle alternative soprattutto in questo periodo particolare che siamo costretti a vivere. Ci racconta

“Abbiamo fatto un “test” non facendo per la prima volta le fiere. Le fiere sono considerate molto importanti, da tanti considerate indispensabili. Però non sono quelle che ti fanno sopravvivere e noi ne siamo la dimostrazione: a giugno eravamo al meno 50% del fatturato ora stiamo avendo un incremento vigoroso. Abbiamo dovuto operare delle scelte, abbiamo pensato in maniera differente chiudendo alcune collane per focalizzarci sul fumetto e i risultati stanno arrivando”. 


Nel corso dell’intervista abbiamo provato a chiedere quale fosse l’importanza del fumetto e perché la narrazione comune l’ha considerato un genere secondario rispetto al romanzo e alla saggistica tout court. Emanuele ci fornisce alcuni spunti di riflessione importanti:

“il fumetto offre una lettura che presuppone un coinvolgimento emotivo molto forte che può essere usufruibile anche dalle fasce di lettori più deboli: per una persona non avvezza alla lettura a volte il fumetto può essere la soluzione giusta, pensiamo che anche molti libri di narrativa stanno diventando sempre più visuali. Uno svantaggio, forse, per il fumetto e per la sua accoglienza verso il pubblico adulto è che si tratta di un genere che tocca ancora pochi temi.”

Fumetto pubblicato da Tunuè

Se dovessi convincere una persona ad approcciarsi a questo genere cosa gli diresti? 

“Il fatto del fumetto sta nello spazio bianco, il fumetto rispetto al cinema ti permette di essere attivo protagonista come lo si è anche nella letteratura, perché devi colmare quello che succede nello spazio bianco.”

Mi chiamo Raffaella Anna Indaco, ho 26 anni, sono laureata in Lettere e sono un’editor freelance. Vivo le mie giornate viaggiando con i libri che leggo, edito, recensisco e facendo la pendolare tra Latina e Roma.
Scusate se sono prolissa, ma di breve ho solo l’altezza.

Mi chiamo Stefano Vanzini. Ho 23 e sono uno studente universitario. Divido la mia settimana tra Latina e Roma, dove studio scienze politiche. Sono di sinistra, romanista e ferrarista; in poche parole sono un esteta della sconfitta.

Pensieri per la Città – Un’Agorà per Latina è la nuova rubrica-contenitore della nostra rivista blog, LatinaCittà Aperta.
Abbiamo, infatti, voluto affiancare al nostro settimanale, che come sapete tratta di argomenti che potremmo un po’ pomposamente definire di “cultura generale”, uno spazio, un’agorà di riflessione e di approfondimento intergenerazionale su temi della città che ci ospita, Latina, non limitandoci ad essa.
Ci si propone di istituire qualcosa di vivo, un luogo di confronto e di approfondimento, gestito da giovani, donne e uomini, forze fresche e consolidate intelligenze, persuase che la partecipazione e il confronto siano i cardini della buona politica.

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