POSTINTELLIGENTE – Racconti di Piermario De Dominicis #17 “L’esordio”

L’esordio

La signora non si sentiva a proprio agio e frequentemente consultava la propria tabella calorica. Tremante di nervosismo, esitava. Quando si decise, era già troppo tardi.
La quinta corsa destava violente emozioni, cosicché la sua esecuzione della “Marsigliese”, sopraffatta da urla e gran strepito, si perse nel ruggito e passò inosservata.
“Perché -si chiese poi la signora, vinta dalla delusione- perché ho scelto proprio l’Ippodromo di Pamplona per il mio esordio?”
Cadde a sedere sulla gradinata, in una posa scomposta e sgonfia, minacciata dallo scalpiccio eccitato di mille scarpe ardenti.
Non badò affatto al corteo che coronava il trionfo di Guglielmo Oberdan III, l’equino vincitore.
La signora aveva fallito e nel chiuso del suo tracollo, avvertiva la mano leggera e distratta del Destino

Nel retro di copertina del libello “Postintelligente” c’è una nota, a firma dell’editore Enzo Valentini che ha stampato il libretto, che nel finale recita così:
“… I racconti di Piermario possono apparire a prima vista tracimanti e sbrodolanti di stupidaggini, ma solo un idiota può affermare che essi siano cretini; al contrario seguono il principio di ogni vaccino che si rispetti: inoculare i bacilli del male quando si è sani ed il fisico è in grado di reagire. Insomma, facciamo gli stupidi finché siamo ancora intelligenti, dopo sarebbe troppo tardi, potremmo diventare degli stupidi veri o, addirittura, postintelligenti”

Piermario De Dominicis

Piermario De Dominicis, appassionato lettore, scoprendosi masochista in tenera età, fece di conseguenza la scelta di praticare uno sport che in Italia è considerato estremo, (altro che Messner!): fare il libraio.
Per oltre trent’anni, lasciato in pace, per compassione, perfino dalle forze dell’ordine, ha spacciato libri apertamente, senza timore di un arresto che pareva sempre imminente.
Ha contemporaneamente coltivato la comune passione per lo scrivere, da noi praticatissima e, curiosamente, mai associata a quella del leggere.
Collezionista incallito di passioni, si è dato a coltivare attivamente anche quella per la musica.
Membro fondatore dei Folkroad, dal 1990, con questa band porta avanti, ovunque si possa, il mestiere di chitarrista e cantante, nel corso di una lunga storia che ha riservato anche inaspettate soddisfazioni, come quella di collaborare con Martin Scorsese.
Sempre più avulso dalla realtà contemporanea, ha poi fondato, con altri sognatori incalliti, la rivista culturale Latina Città Aperta, convinto, con E.A. Poe che:
“Chi sogna di giorno vede cose che non vede chi sogna di notte”.

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