Rapallo torna al lavoro. Seconda parte

Tarallo piombò nel parcheggio del Carreconad deciso a servirsi di Abdhulafiah e di Afid per risolvere il mistero della metamorfosi del condirettore del Fogliaccio, Lello Rapallo, trasformazione inaspettata e probabilmente connessa con qualcosa avvenuta nel corso del suo segretissimo periodo di ferie.
Trovò il suo amico che gesticolava con enfasi nei pressi di una Fiat Tipo 4 porte Opening, impegnato a fornire al proprietario dell’auto i dettagli della manovra finanziaria del governo sudcoreano presieduto dal Primo ministro Lee Nak-Yeon.

Il Primo ministro sudcoreano Lee Nak-Yeon

“Da sempre il problema, da quelle parti, sono le esagerate sovvenzioni statali ai grandi gruppi finanziario industriali del paese, Hyundai, Samsung e LG Group, ad esempio, ed il terribile giro corruttivo di soldi che c’è, mi segue? – stava dicendo Abdhulafiah al suo interlocutore, Pretazzi Augusto, detto “Chiappa de marmo”, impiegato al Catasto, che non perdeva una parola della piccola conferenza tenuta dal libero consulente economico ambulante – Se in Corea del Sud passa questa manovra sciagurata, data l’interconnessione dell’economia globale, le sue conseguenze saranno planetarie e fatalmente andrà a risentirne anche il prezzo delle pizze che lei ordina dal “Bufalaro” nel suo locale di Piazza Ricotta 14.

Augusto Pretazzi, “Chiappa de marmo”, al lavoro

Le toccherà fatalmente passare dalla Doppia Capricciosa Special con lardo di Colonnata, con la quale lei attualmente gozzoviglia, alla minimale Demoralizzata con un veletto di prosciuttino esangue, se ne rende conto? Mi capisce?”.
Se pure era verissimo che Chiappa de marmo non aveva perso una sola parola di ciò che Abdhulafiah gli aveva detto, era tuttavia altrettanto sicuro che gli era del tutto sfuggito il senso del suo discorso.
Assentiva con regolarità, bluffando, ma non ci aveva capito un accidente.
Fiducioso tuttavia nelle capacità professionali del suo consulente, gli aveva allora chiesto cosa fare dei risparmi accumulati in una vita da narcolettico sul lavoro, soldi che erano stati fino ad allora parzialmente investiti in azioni della Mondialvomit, rimanendo il resto del suo malloppetto nascosto dentro il vecchio pupazzo di Ken, l’uomo di Barbie, che troneggava sul suo televisore vintage.

La risposta di Abdhul fu come sempre pronta:
Ne sposti una parte sui Buoni del Tesoro delle Isole Baffudos: oggi hanno una propulsione missilistica e dei rendimenti così alti da essere quasi immorali.
Lo faccia presto però, almeno prima che si faccia il previsto attentato al Presidente Ndagangah. Si sbrighi perché hanno già ordinato i sei chili di tallio necessari per quel lavoro. Va bene?

Il Presidente Ndagangah inganna il tempo nell’attesa dell’attentato che lo colpirà

Sono 50 euro per la consulenza, grazie”.
Prese i soldi dal frastornato funzionario, congedandolo, ed accortosi della presenza di Lallo, gli rivolse uno dei suoi celebri sorrisi ad ottanta denti: “E tu che ci fai qui, mio vecchio babbeo, vuoi sapere come va il Pil del Lesotho?”
Tarallo allora, ridendo, gli raccontò delle stranezze rapalliane e della necessità di saperne di più, di scoprirne le cause.

Abdhulafiah, lesto di neurone come al solito, accettò di indagare sulla questione nel suo tempo libero.
Sì, si sarebbe avvalso volentieri della cooperazione dell’amico Afid: “E’ perfetto per le indagini: è un uomo capace come nessun altro di passare inosservato.
Nessuno riesce a notarlo: figurati che sua madre si accorse di averlo partorito solo quando lui, a trent’anni, si laureò in Statistica delle prestazioni amatorie del muflone anatolico maschio e le spedì i confetti.
Siamo d’accordo allora, ma questo lavoretto ti costerà una cena alla “Grotta di Lucrezia Borgia” da offrire a tutto il nostro gruppo di amici.
E portati anche Consuelo perchè quel locale è un po’ buio…”.
Rassicurato dunque sull’esito dell’impresa, Lallo rientrò in redazione.

Il muflone anatolico maschio incanta la femmina con lo sguardo

Varcata la porta, sulle prime pensò di aver imboccato quella sbagliata perché si trovò immerso in un ambiente quasi tropicale, lussureggiante di piante e fronde: il verde aveva colonizzato quel grande ambiente dai colori tradizionalmente neutri e malinconici.
Zamioculcas, Dieffenbachie, Kentie, Areche, Guzmanie, Yucche, Palme delle Hawaii ed altre specie esotiche invadevano lo spazio tra le varie scrivanie dei redattori, tappezzando la stanza per intero.
I giornalisti dai visi allibiti che spuntavano qua e là in quel mare di foglie, lo guardarono sconsolati.
La mandibola di Tarallo precipitò in basso, ed in combutta con l’espressione dei suoi occhi, quasi del tutto strabuzzati, gli disegnò lo sgomento sulla faccia.

La redazione del Fogliaccio dopo la cura ecologica Rapallo

Trombozzi, del commerciale, reclamò la sua attenzione, indicando con l’indice un cartello comparso nel frattempo da un remoto nulla. Diceva:

Subito alla destra di quel primo cartello, nei pressi di uno spento De Pifferis, recensore degli eventi musicali, ne stazionava un altro, che con caratteri forti e verdi portava scritto:

Lallo, ostaggio del suo sbigottimento, per la sorpresa ancora non riusciva a chiudere la bocca.
Seguì con lo sguardo quello di Oscar Bottarga e si accorse che in un angolo della redazione era stato piazzato un distributore automatico di prodotti a base di soia, alghe marine e snacks al muschio.
“Rapallo?”, chiese ai colleghi.

Molte teste si piegarono gravemente, assentendo: “Sì, proprio lui: è uscito di senno!”.
E Frangiflutti? – aggiunse Tarallo – Che ne dice Frangiflutti?”
“Il direttore se ne buggera, pensa ad altro: è a Pontida per un seminario su Comunicazione virile e risposte elettorali ormonate”, gli rispose catarroso Archibuglio, il fattorino ottuagenario.

Un docente del seminario su Comunicazione virile e risposte elettorali ormonate

La svolta ambientalista di Rapallo infittiva il mistero sulle conseguenze del suo periodo di ferie: il condirettore, notoriamente, era sensibile alle tematiche ecologiche quanto può esserlo un disboscatore capo della foresta amazzonica.
“Dove passa il mio Rapallo non cresce più l’erba”, diceva di lui con orgoglio l’Amministratore Delegato della Proprietà, suo maggior sponsor insieme con Monsignor Luis Verafé.

Monsignor Verafé
Monsignor Verafé

Lallò ripensò stordito a quell’apprezzamento. Quanto poteva essere cambiato il suo mezzo capo?
Profumi di esagerata intensità intasavano intanto l’aria della redazione che sembrava essere stata violentemente snaturata.
Da che sembrava quella di una conceria puzzolente, al momento poteva competere per nitore e purezza con quella di una vetta himalayana.
Gli occhi di molti erano velati di lacrime dalle diverse provenienze.
Lo stanzone, infatti, crepitando, risuonava degli sternuti degli allergici, che, a contatto con tutte quelle piante tropicali, stavano cominciando a darsi da fare. 

Tarallo pensò subito ad Abhulafiah, che poco prima, nel corso della loro conversazione, si era preso sette giorni di tempo per fare rapporto sulle conclusioni della sua indagine in concorso con Afid.
“Sarà una settimana lunghissima!”, concluse turbato Lallo che, sospirando, compose il numero dell’amata Consuelo.

continua

Lallo Tarallo, giovane sin dalla nascita, è giornalista maltollerato in un quotidiano di provincia.
Vorrebbe occuparsi di inchieste d’assalto, di scandali finanziari, politici o ambientali, ma viene puntualmente frustrato in queste nobili pulsioni dal mellifluo e compromesso Direttore del giornale, Ognissanti Frangiflutti, che non lo licenzia solo perché il cronista ha, o fa credere di avere, uno zio piduista.
Attorno a Tarallo si è creato nel tempo un circolo assai eterogeneo di esseri grosso modo umani, che vanno dal maleodorante collega Taruffi, con la bella sorella Trudy, al miliardario intollerantissimo Omar Tressette; dall’illustre psicologo Prof. Cervellenstein, analista un po’ di tutti, all’immigrato Abdhulafiah, che fa il consulente finanziario in un parcheggio; dall’eclettico falsario Afid alla Signora Cleofe, segretaria, anziana e sexy, del Professore.
Tarallo è stato inoltre lo scopritore di eventi, tra il sensazionale e lo scandaloso, legati ad una poltrona, la Onyric, in grado di trasportare i sogni nella realtà, facendo luce sulla storia, purtroppo non raccontabile, di prelati lussuriosi e di santi che in un paesino di collina, si staccavano dai quadri in cui erano ritratti, finendo col far danni nel nostro mondo. Da quella faccenda gli è rimasta una sincera amicizia col sagrestano del luogo, Donaldo Ducco, custode della poltrona, di cui fa ampio abuso, intrecciando relazioni amorose con celebri protagoniste della storia e dello spettacolo.
Il giornalista, infine,è legato da fortissimo amore a Consuelo, fotografa professionista, una donna la cui prodigiosa bellezza riesce ad influire sulla materia circostante, modificandola.

Lallo Tarallo è un personaggio nato dalla fantasia di Piermario De Dominicis, per certi aspetti rappresenta un suo alter ego con cui si è divertito a raccontarci le più assurde disavventure in un mondo popolato da personaggi immaginari, caricaturali e stravaganti

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