GUSVILLE: i Diavoli Neri di Borgo Sabotino | 2° puntata

Il Maresciallo si pentì subito di avermi permesso di seguirlo e mi chiese di andar via.
Riuscii comunque nei cinque minuti successivi ad inquadrare la situazione, mentre Mariano consolava la donna delle pulizie.

Saranno stati i corsi da esperto criminologo, tenuti seguendo in televisione i dibattiti televisivi sui più efferati crimini italiani o sarà stata la devota visione dei telefilm americani di craim fincscion, tanto truculenti quanto affascinanti per come si trova sempre il colpevole partendo da futili indizi: fatto sta che a me la situazione sembrò subito chiara.
Il Zizzania conosceva sicuramente l’assassino e non ne aveva avuto paura.
L’aveva fatto entrare e gli aveva anche offerto da bere, come si poteva dedurre dai due bicchieri riposti sul tavolo.
Chissà se c’erano impresse delle impronte digitali.

Era chiaro: un “cliente” del deceduto si era incazzato per le continue vessazioni ed aveva così ucciso il cravattaro”.
Immaginavo già quello che avrei potuto scrivere.
Elementare Uozzon.
Il Zizzania era seduto su una sedia, il suo corpo era riverso sul tavolo con le braccia distese a croce, quasi a volerne misurare la larghezza.

Borgo Sabotino 1930

L’assassino l’aveva sicuramente colto di sorpresa.
Non vi erano segni di lotta e quindi doveva averlo colpito con un’arma da fuoco. “Al petto”, pensai.
Quella non era una posizione naturale: se vieni colpito di fronte tendi a cadere all’indietro.

“Vai via!”
L’urlo di Mariano mi risvegliò dai pensieri che incominciavano ad ingarbugliarsi nella mia mente. Vedevo croci, crocefissi, Gesù, Satana e satanisti.
E proprio mentre giravo intorno al tavolo, per uscire dalla cucina, mi accorsi che sulla camicia leggera del morto, che era fuori dai pantaloni, all’altezza delle scapole, si stavano evidenziando in trasparenza delle linee nere.
Fu questione di attimi:
Vidi che Mariano il Maresciallo era uscito dalla cucina per rispondere al telefonino.
Vidi il grosso pennarello nero per terra, vicino alla sedia su cui stava il cadavere.

Alzai delicatamente la camicia del defunto, utilizzando un fazzoletto di carta che avevo in tasca, giusto di quel tanto per vedere scritto col pennarello sulla schiena del Zizzania:

DDEKN

Uscendo incrociai le macchine dei Carabinieri che a sirene spiegate lasciavano la strada che costeggiava la Centrale per imboccare la strada bianca che portava alla casa dello strozzino.
Tornai a casa stordito: tutte le mie ipotesi cadevano come un castello di carte (frase fatta ma che rende l’idea).
DDEKN
Un semplice strozzato del Borgo non avrebbe mai perso tempo a scrivere quelle lettere.
Via, a correre per mille miglia, in preda a quella paura cieca, sorda e muta che ti isola dal mondo e non ti fa capire niente.
No! Qui l’assassino si era preso il lusso di spostare il corpo adagiato sullo schienale della sedia, posandolo sul tavolo, sollevandogli poi le braccia, per potergli alzare la camicia e scrivere, sicuramente con il pennarello che avevo visto in terra, le parole DDEKN, contando sicuramente sul fatto che, essendo la casa isolata, nessuno avrebbe sentito i colpi d’arma da fuoco.
Mi feci una doccia veloce per calmarmi. Dovevo riprendermi al più presto dalle emozioni vissute pochi momenti prima, dovevo contattare i giornali, dovevo scrivere gli articoli.

Azienda agraria a Borgo Sabotino (1934)

Scrissi qualche riga in fretta e furia.
DDEKN.
Pensai che comunque dovevo prima sentire Mariano il Maresciallo.
Non potevo scrivere qualcosa che non fosse uscito fuori da quelle che dovevano essere le comunicazioni ufficiali dei Carabinieri.
Non potevo certo scrivere di cosa avessi visto sulla schiena del morto.
DDEKN.
Ci sarebbe stata una conferenza stampa? Quando? Dove?
Provai a telefonare a Mariano più volte, ma non rispose.
DDEKN. DDEKN.
Incominciai la ricerca.
La curiosità il mio motore, internet la mia arma.
D+D = 50+50 ? Il latino non è il mio forte, infatti mi ci volle un po’ di tempo prima di intuire che E, K ed N non erano numeri romani.

Trovai DDEKN come risultato di elaborazioni, di combinazioni di sequenze di lettere. Sequenze infinite in tabulati da guerra fredda.
Che un matematico rinchiuso nella Centrale, con il cervello fuso dalle radiazioni, fosse scappato e intendesse farsi giustizia dell’umanità intera?
Il discorso reggeva se un eventuale prossimo defunto avesse avuto tatuata sulla schiena la combinazione XJXUF.

Trovai DDEKN quale parte del nome che si era dato un complesso danese. Ecco a voi, dalla Danimarca, i NODDEKNAEKKEREN!
E ora, che c’entrava la Danimarca ? So che gli olandesi vengono ogni anno alla Ferriere, per scavare e diseppellire la loro mater matuta, ma non pensavo ci fossero fans di complessi danesi nei paraggi.

Chiesa di Passo Genovese il giorno della consacrazione
(Borgo Sabotino 13 Dicembre 1931) 

Squillò il cellulare. Era Mariano.
Era stato impegnato con il Commissario di turno, con il Sostituto Procuratore di turno e con il Medico Legale (sempre di turno).
“Per questo non ti ho risposto” mi disse
Concordammo quello che avrei potuto raccontare. Mi evitò così di andare a Latina per la conferenza stampa ufficiale. Non mi disse nulla delle lettere scritte sulla schiena dell’Arduino.
Immaginai la faccia che avrebbero fatto i turnisti tutti insieme vedendo le lettere in sequenza, una volta alzata la camicia al defunto.
“E queste che cazzo sono!”
Sicuramente quanto avevo visto non doveva essere divulgato, poteva essere una chiave per lo sviluppo delle indagini.
“Ah, un’ultima cosa” mi disse alla fine Mariano, al quale piaceva meravigliare con i suoi colpi di scena.
“Indovina un pò con che arma è stato ucciso l’usuraio?”
Dal tono con cui lo disse, sapevo già che non avrei mai risposto alla domanda, Ma stetti al gioco.
“Ti aiuto. Abbiamo trovato una pistola sotto la credenza della cucina, e anche se deve essere ancora fatto l’esame balistico, pensiamo che sia sicuramente l’arma che ha ucciso l’Arduino”.
Pensai alle poche pistole che conoscevo. La mia cultura televisiva mi diede qualche appiglio.
“Con una Beretta, no! Una Smith & Wesson, no! Una Colt, nemmeno! Una Glock, nisba!”

Cliccando qui potrete leggere la precedente puntata

Condividi

2 commenti su “GUSVILLE: i Diavoli Neri di Borgo Sabotino | 2° puntata

    1. Dovrai attendere il prossimo venerdì per saperlo! Comunque, in via del tutto confidenziale, ti posso anticipare che non si tratta di una Tokarev! 🙂 Grazie per l’attenzione e per il tuo commento. Continua a seguirci

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *