DIARIO di GUERRA
12 marzo 1944. Testa di ponte. Anzio, Italia
In serata siamo stati avvertiti che a partire dalla mattina la nostra area verrà avvolta da una folta coltre di fumo, innalzata per proteggere la baia di Nettuno. Siamo stati inoltre avvertiti che gli Unni potrebbero iniziare a bombardare una volta che vedranno il fumo. L’idea è di coprire la zona costiera per consentire alle navi ancorate nella rada di ormeggiare nel porto. Quest’ultimo si trova in una posizione defilata e può essere osservato solo dal cielo, ma è stato troppo pesantemente bombardato durante la notte per permettere alle navi di entrare dentro, in tutta comodità.
A Gusville i nuovi occupanti, che avevano fatto del villaggio la loro casa, nominarono subito come sindaco Heilman. il Tenente ebbe modo di mettere subito in pratica l’esperienza passata e l’apprezzamento per il suo lavoro crebbe in modo vertiginoso fin dal suo primo atto ufficiale come sindaco: l’apertura di un saloon. Cominciò a rifornirlo con i vini ed i liquori che il suo plotone riusciva a rubare ai Tedeschi.
Gusville era attraversata da solo due strade. La strada principale era Tank Street, la Strada del Carro Armato, così chiamata perchè un carro armato nazista aveva l’abitudine di passarci ad intervalli regolari. Tank Steet si incrociava con Prostitut Avenue, il viale delle prostitute, a sua volta poco distante da un distributore di profilattici, sicuramente utile ai militari residenti nel villaggio che a volte riuscivano a “legare” con le figlie dei contadini italiani e in alcuni casi addirittura con le loro mogli.
Gusville aveva anche un proprio quotidiano, il “Gusville Herald Tribune”, cosicché le truppe in città potessero seguire le vicende di guerra anche al fuori dalla zona dello sbarco. Gusville aveva inoltre funzioni religiose settimanali. Non vi si trovava alcun mercato nero, nessuno sciopero vi veniva proclamato anche in assenza di disoccupazione. Come in tutti i posti della terra vi erano la morte e le tasse, più la prima che le seconde.
Vivendo sotto la minaccia della XIV Armata di Mackensen, Gusville soffriva di un tasso di mortalità eccezionalmente alto, sebbene quello della circostante zona nemica non gli fosse inferiore. Di notte gli uomini di Gusville si univano ai commilitoni della 1st Special Service Force per svolgere il compito che aveva fatto guadagnare loro il nomignolo di Diavoli Neri.
“Uccidere è il nostro mestiere – era il loro motto -non faremo prigionieri”. In quel motto c’era, intero, il loro credo. “Nel pericolo ci sguazzano” scrisse un giornalista canadese, trovando una nota romantica nella loro leggenda. “Compiono disperati, silenziosi eccidi e rientrano all’alba quando le prime luci striano il cielo, insanguinati, sfiniti, laceri, ma torvamente soddisfatti”. Gli ultimi tra tutti a tornare indietro erano quelli di Gusville, che si attardavano dopo gli assassinii per eseguire un compito a favore della comunità: rubare. Vuotare i magazzini del nemico per riempire i bar e le dispense di Gusville: era un lavoro interminabile, anche se i cittadini di Gusville erano sempre meno.
Ottantanove di loro furono infatti uccisi o catturati durante queste missioni.
DIARIO di GUERRA
14 marzo 1944. Testa di ponte. Anzio, Italia
Giornata luminosa e fresca. Abbiamo temuto che dei paracadutisti ci attaccassero. Degli aerei hanno volato basso e subito qualcuno è saltato alle conclusioni. E’ sempre meglio però esser pronti. Gli ufficiali dello staff del Generale Frederick hanno organizzato un party per festeggiare il compleanno del Generale stesso. E’ stata preparata un’eccellente cena, che includeva punch, tacchino ed una torta di compleanno
15 marzo 1944. Testa di ponte. Anzio, Italia
Freddo e nuvoloso. Alcune granate lanciate dai Tedeschi sono arrivate un pò troppo vicine intorno a noi. La loro artiglieria è in aumento sia in quantità che in calibro. Questa mattina è ritornato un ufficiale americano che era stato catturato l’altro ieri notte. Era stato vicino a Littoria e lì è stato catturato, e subito dopo un ufficiale tedesco ha iniziato ad interrogarlo sulla nostra artiglieria. Gli Unni lo picchiarono ma riuscì a fuggire. Veniva picchiato sul collo con un tubo di gomma quando non rispondeva alle domande. I prigionieri degli Unni devono aspettarselo un trattamento duro. Pioggia pesante fin dalla sera in una delle notti più scure: è molto dura per i conducenti. Uno dei nostri camion di rifornimento si è capovolto in un fossato.
18 marzo 1944. Testa di ponte. Anzio, Italia.
Una giornata davvero bella, luminosa, molto calda e senza vento. Gli aerei Tedeschi sembravano stazionare sulle nostre teste quasi tutta la notte. Un incrociatore ha sparato verso Littoria per tutto il pomeriggio, a sostegno delle nostre linee.
19 marzo 1944. Testa di ponte. Anzio, Italia
Un altro bel giorno, ma la visibilità non è poi così buona. Abbiamo sentito pochi aerei sopra le nostre teste durante la notte, e non ci è arrivato ancora nessun rapporto di bombe sganciate.
E’ stata installata la doccia nella zona posteriore della nostra area per tutti i nostri uomini che hanno bisogno di una buona saponatura. Il passo successivo è quello di ottenere che il nostro scaglione torni indietro nelle retrovie almeno un paio di volte, per dare loro la possibilità di pulirsi per bene.
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