
Contagio
L’aria s’impaluda, statica, surriscaldata,
il genere di clima che manda a picco una città
prima di una pestilenza. Uno stormo febbrile di storni
flette i rami robusti della quercia, strepita e
stride: sesso, sesso! Le foglie bruciano
infiammate come le guance dell’eroina tisica
nelle pagine di un romanzo dell’800
che leggi davanti alla finestra spalancata. Muore
così miserevolmente; il suo bello aristocratico
porta orchidee al reparto isolamento dell’ospizio
troppo tardi perché possano importare. Lei tossisce.
Tu chiudi il libro. L’aria adesso si macchia
di fumo, i contadini liberano dalle stoppie
i campi, in questa tetra provincia del bruciare.
Lynda Hull

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.