Fare luce, di Franco Arminio

Fare luce

Lo so che ognuno è il gigante
delle sue ferite,
ognuno è dentro una lotta
senza fine.
Non c’è riparo al guasto
che ci attende,
non si può diluire la morte,
ma ogni giorno si può avere
un attimo di bene,
si può con umana pazienza
guardare questo mondo
che si scuce.
Se nulla è sicuro
e nulla sembra vero,
restiamo vicini,
strofiniamo il buio
per farne luce.

Franco Arminio

Franco Mario Arminio (Bisaccia, 19 febbraio 1960) è un poeta, scrittore e regista italiano, autodefinitosi come «paesologo».
Collabora con il Corriere della sera, Il manifesto, e Il Fatto Quotidiano ed è animatore del blog “Comunità Provvisorie”.
È documentarista e promotore di battaglie civili: si è battuto, ad esempio, contro l’installazione delle discariche in Alta Irpinia e contro la chiusura dell’ospedale di Bisaccia.
Nel 2009, con Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia, è stato candidato al Premio Napoli.
Roberto Saviano ha definito Franco Arminio «uno dei poeti più importanti di questo paese, il migliore che abbia mai raccontato il terremoto e ciò che ha generato», citando un suo passo: «Venticinque anni dopo il terremoto dei morti sarà rimasto poco. Dei vivi ancora meno».

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.

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