Nel commentare la proposta di intitolazione di una piazza ad Almirante e a Berlinguer, formulata dall’amministrazione di Terracina, un grande comune in provincia di Latina, non si sa da dove cominciare, tanto la proposta è strampalata sotto tutti i punti di vista.
Prevedo, anzi, che il fatto possa presto salire all’attenzione delle cronache nazionali per via della sua originalità.
Forse conviene cominciare da Fratelli d’Italia, nelle cui fila milita il consigliere comunale proponente, partito che, volendo omaggiare un loro padre fondatore, ritiene di doversi nascondere dietro a Berlinguer.
C’è da chiedersi: ce n’era bisogno? Almirante è stato un fascista e da giovane ha difeso con foga le leggi razziali. Ma è stato anche un parlamentare della nostra repubblica, un segretario di un partito di destra che ha scelto di difendere la democrazia quando è stata minacciata dalle bombe dei gruppi terroristici, che pur provenivano dalle sue fila.
Un’esistenza, la sua, con elementi contrastanti, ma tali comunque da lasciare spazio a un dibattito storico sulla sua persona.
Purtroppo, l’accostamento a capocchia a Berlinguer sembra essere solo un piccolo espediente pensato per sottrarsi a un confronto sulla sua controversa figura: è un espediente che né Almirante né Berlinguer, c’è da giurarci, avrebbero mai accettato.
D’altra parte, pare essere una caratteristica della destra pontina il fare intitolazioni discusse, ricorrendo a espedienti come quello di intitolare ad Arnaldo Mussolini i giardinetti pubblici del capoluogo, anziché a Benito, o quello di approfittare della provvisorietà istituzionale per dedicare, quasi di nascosto, la rotonda di Borgo Sabotino ad Almirante.
Un elemento di difficile valutazione è il voto favorevole di eletti nelle liste del PD. Non si capisce quale distorsione mentale può averli portati a considerare solo le loro idee (evidentemente piuttosto approssimative in materia), senza tener conto della comunità che dovrebbero rappresentare.
A tale proposito, altro elemento incongruo è la mancata reazione del PD provinciale e locale. Non si ha avuta notizia di alcuna pronta reazione tesa a ripristinare la distinzione politica e storica e dunque la difformità tra le due figure.
Un silenzio rumoroso.
Forse consenziente?
In fondo la teoria degli opposti estremismi ebbe a suo tempo una grande fortuna politica. Solo che al tempo il Pci, di cui il Pd è in qualche modo un’emanazione, quella teoria la combatteva…
Al riguardo, viene da chiedersi (rispetto al Pd in particolare e da parte di un po’ tutti in generale): la stessa assenza di reazione avrebbe accompagnato l’omologazione della figura di Almirante e quella di Moro?
Tartarin de Tarascon
Armato come un vero cacciatore approdo in terra pontina a caccia dei leoni della politica.
Ma non esistono più re della foresta; trovo solo vecchi leoni feriti che cercano di sopravvivere.
E leoncini senza denti che ancora dipendono dalle madri.