La.b. L’altra Pelle. Quando il riscatto femminile passa per l’autonomia lavorativa

Forza, tenacia, perseveranza anche quando le storture della vita di coppia rischiano di opprimere, quando le difficoltà relazionali con il partner soffocano i desideri, quando i disagi d’incomunicabilità prendono il posto della comprensione.

Lo slancio con il quale vogliamo raccontare questo 25 Novembre parte da un progetto di due imprenditrici, Mara De Longis e Marianna Frattarelli, divenute socie, che hanno strutturato La. b. L’altra Pelle, un progetto di imprenditoria al femminile dove le donne vittime di violenza possono riscattarsi e riprendere in mano le proprie esistenze.

La. b L’altra Pelle nasce dall’impegno civile prima ancora che imprenditoriale.
La visione, per molti versi, ricorda quella illuminata di Adriano Olivetti, la cui idea di migliorare le condizioni personali per rafforzare anche quelle lavorative, ben si sposa con i propositi del laboratorio di pelletteria artigianale appena aperto a Latina, che nasce anche con lo scopo di potenziare il legame con il territorio attraverso l’uso di pelli di Bufala, animali tipici dell’agro pontino.

L’obbiettivo? Quello di ricostruire l’identità femminile per affermare l’indipendenza economica.
Saper Essere per saper Fare.

© Photo: Sergio Barboni

La.b L’altra Pelle è il più recente della lunga serie di progetti messi in campo dalla Lilith per aiutare le donne che hanno subìto violenza e vivono in condizioni di disagio, a reinserirsi nel mondo del lavoro. Come nasce questa idea imprenditoriale tutta al femminile?

Il Centro Donna Lilith, che da sempre accoglie e supporta le donne in difficoltà, con il dipartimento pari opportunità, hanno partecipato al bando per l’inclusione lavorativa delle donne vittime di violenza.
La particolarità del progetto sta nel consentire lo step successivo, troppo spesso motivo di inciampo o mancante in toto, ovvero garantire l’indipendenza economica.
Il centro Donna ha dunque strutturato un percorso chiamato I.L.M.A. Io lavoro per la mia autonomia, che prevede borse lavoro ed una fase di formazione.
In passato c’erano stati tentativi di reinserimento simili, che tuttavia non prevedevano percorsi formativi alle spalle: le donne venivano impiegate come cassiere, commesse o segretarie negli uffici ma non avendo una formazione, il rischio era che, terminati i finanziamenti, non ci fosse un seguito a queste esperienze.
Inizialmente Marianna Frattarelli ed io avevamo lanciato il progetto di Economia Circolare, adattandolo alle esigenze locali del territorio, dunque, con l’uso della pelle di bufala.
In un secondo tempo ci siamo confrontate con le istituzioni dialogando con il Comune di Latina, nello specifico con l’Assessora alle pari opportunità, Patrizia Ciccarelli, che ha raccolto l’iniziativa mettendoci in contatto con il centro Donna Lilith.
Noi abbiamo strutturato il progetto, il centro Donna ha avviato la formazione e grazie alla fiducia accordataci dall’assessorato alle pari opportunità, siamo qui.

© Photo: Marcello Scopelliti

Il progetto unisce con un filo sottile ma ben visibile il lavoro alle risorse del territorio, avviando un laboratorio di pelletteria. Cosa lega la vita delle donne alla pelle delle bufale?

La premessa di questo progetto è il rapporto con il territorio. La Bufala rende bene il legame con la terra pontina, perchè da sempre nell’immaginario collettivo palustre e ancora oggi presenti a Fogliano.
Con Mara de Longis, confrontandoci, emerse che la pelle di bufala, considerata non particolarmente pregiata, era utilizzata per lo più nella pratica sportiva.
Parlando poi con il centro Donna Lilith abbiamo pensato che la pelle di bufala era ricca di venature che potevano simboleggiare le cicatrici delle Donne.
Dunque alla pratica del lavoro si è da subito accostato il simbolismo del concept umano: il laboratorio è uno spazio di vita non solo professionale, lavorativa ma personale ed emotiva.

Quante sono le lavoratrici coinvolte nel progetto e chi le coordina dal punto di vista sartoriale?

Le ragazze sono sei. Il progetto è seguito da vari formatori tra cui entrambe noi due, che abbiamo seguito la parte tecnica, progettuale e relazionale. Abbiamo fatto da vasi comunicanti per creare relazioni tra i vari formatori e tra le lavoratrici stesse…
Molte figure hanno permesso a La. b L’altra Pelle di prender forma, sia sul piano personale che professionale.
Antonio Isabella, team building con la sua scuola di Humans di Sermoneta, ha fatto con le ragazze un percorso evolutivo, trasformativo e inclusivo sulla fiducia in se stesse e negli altri: con lui le ragazze hanno lavorato molto prima sulla necessità di ritrovare la propria identità, ricostruire la loro vita, rinascere forti di un nuovo Io, visto che parliamo di donne isolate e con figli da mantenere, per poi potersi confrontare l’una con l’altra e puntare al concetto di gruppo, di squadra, di Unione.
Altri formatori sono un docente, Salvatore Nicosia, il pellettiere che ha condotto tutto il percorso di laboratorio sulle caratteristiche della pelle: come riconoscerla dal tocco, le modalità del taglio e le tecniche nel cucirla. Nicosia è presente sempre come figura tutor, mentore e d’ispirazione lavorativa.

Dunque avete fatto Molto per Molte…

Si e ne siamo orgogliose e rigenerate noi per prime: fare del bene, fa bene anche a chi lo mette in pratica: ha migliorato anche noi stesse!
Le ragazze hanno avuto davvero una trasformazione: pur essendosi proposte loro stesse per il progetto ed essendo poi state selezionate anche dalla Lilith, all’inizio non ci guardavano negli occhi.
Avevano un atteggiamento sfuggente e pochissima voglia di parlare: il passato pesava loro come un macigno.
Finalmente nell’ultimo periodo questo atteggiamento ha lasciato spazio all’apertura di vedute comuni, alla capacità di voltare pagina e parlare facendo riferimento non più alle esperienze passate, quelle, negative, che le accomunano, ma alle prospettive future che in maniera comunitaria e collettiva le attendono.

Come ha risposto la città alle vostre iniziative?

La risposta di Latina fin dall’inizio è stata positiva ed è motivo di sprone per il futuro. Le persone apprezzano la nostra imprenditoria sociale: calore e coinvolgimento per le vicende umane sono alla base del nostro impegno e motivo di carica.
Anche l’ambito professionale ci da soddisfazioni: andiamo orgogliose degli apprezzamenti e dei commenti sulla realtà lavorativa, la qualità delle pelli e delle stoffe usate, la cura dei rifinimenti e ci danno soddisfazione le lodi per la particolarità dei lavori e degli allestimenti eseguiti.

Il Sindaco Damiano Coletta, l’Assessora Patrizia Ciccarelli e l’Assessora, della Regione Lazio, Giovanna Pugliese inaugurano il Laboratorio La. b L’altra Pelle

Cosa c’è nel futuro di La.b l’altra Pelle?

Un progetto di interior con una design di Milano, Marta Giardini, sui complementi d’arredo, che presenterà un mondo originale da esplorare creando scatole portagioie dall’eloquente simbolo evocativo: custodire emozioni come preziosità uniche.
Pensiamo di presentarle al salone del mobile del 2021
Avremmo dovuto già partecipare a quello del 2020, ma è stato annullato a causa della pandemia: siamo comunque ottimiste per l’anno venturo. Una seconda collezione che presenteremo è quella relativa agli accessori moda.
La designer che se ne occupa, sempre attiva su Milano, sta lavorando sul carattere trasversale degli elementi di abbigliamento: la sua proposta mixa borse con accessori visti come indumenti, capi, dunque come prosecuzione dello corpo stesso. Anche qui proveremo a presentare la collezione di accessori nella settimana della moda di Milano che da calendario dovrebbe essere a Febbraio, ma di certo sarà concepita in una chiave diversa rispetto all’ordinario.
Novità recentissima è la presentazione del trailer del documentario che stiamo presentando in questi giorni sull’Avventura del Laboratorio e sulle sfaccettature Umane che vi ruotano attorno.

Ci auguriamo che questa avventura imprenditoriale appena nata, ma dalle premesse di spessore umano e professionale ben solide, diventi una realtà di riscatto personale e successo lavorativo.

Francesca Di Folco: giornalista, insegnante e curiosa della vita

2 commenti su “La.b. L’altra Pelle. Quando il riscatto femminile passa per l’autonomia lavorativa

  1. Brava Francesca per l’articolo. E’ molto bello leggere di simili iniziative a Latina. Complimenti ed in bocca al lupo!

  2. Non conosco le protagoniste di questa bella storia e questa ottima iniziativa. Conosco ovviamente il centro donna Lilith e l’importanza di tante iniziative portate avanti da decenni. Ho avuto l’onore di essere ospite più di una volta oltre un decennio fa. Oltre ai complimenti ai protagonisti, sottolineerei alcuni aspetti. Il primo quello del contrasto alla violenza che nasce dalla solidarietà, dal gruppo, dal sostegno. Dare forza a quelle parti sociali che, in un mondo che esalta forza, potere, sopruso, furbizia, denaro viene ritenuta a torto “debole” è la base di partenza per una società umana. Il secondo quella dello strumento dell’economia e delle risorse locali, anche queste spesso ritenute poco accattivanti, è, dal mio punto di vista, l’unica cultura o forma sociale ed economica sostenibile che, forse, non ci rende ricchi ma sicuramente ci fa sentire comunità e inclusione e che si autoalimenta senza lasciare nulla e nessuno indietro. Il terzo chi soffre, chi ha subìto deve credere in se stesso e questa fiducia nasce solo dal riuscire a fare cose concrete, pratiche che trovano un’applicazione e un’utilità sociale. Da ultimo chi costruisce e realizza qualcosa di utile avrà sempre la soddisfazione di aver fatto la propria parte per una società equa, solidale, disponibile, paritaria di chi si stringe, si unisce agli altri continuando ad alimentare quella parte positiva che c’è in qualunque persona di buona e sana volontà. Grazie per aver raccontato questa bella storia

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