Fogliaccio o muerte!

“Ma dai, amore mio!!

Se ho ben capito, si tratta nientemeno che di un corpo di liberazione giornalistica dall’integralismo affaristico-reazionario che gravita intorno al quotidiano e al suo mellifluo direttore; una spedizione castrista che ha per mandante dei grossi papaveri papalini, portata avanti da ignari questurini e guidata da due cronisti snobbati: solo a te poteva succedere una cosa del genere Lalluccio!

La indescrivibile Consuelo da qualche minuto aveva ricevuto la chiamata di Tarallo, mentre passeggiava per il corso principale della città.
Tarallo pensò con orgoglio che la sua spettacolosa donna era uno dei pochi bipedi terrestri ad usare ancora quel bell’aggettivo dal sapore cattivo: reazionario…

Consuelo

Intanto, non credendo ancora alle sue orecchie, Consuelo, per parlare meglio si era fermata per un attimo sotto la scalinata del Duomo, così quando Lallo ebbe terminata la sua relazione sui fatti accaduti e su quelli che si annunciavano, la bellissima, al colmo del divertimento per quelle pazzie, esplose in una risata così squillante e argentina da sembrare una cascata d’acqua cristallina.
Parve che la stessa giornata ne guadagnasse.
All’interno del Duomo, alcune donne, distrutte in terra e speranzose nel cielo, che se stavano accasciate sui banchi salmodiando, quasi saltarono in aria, e così fece pure il rotondo parroco Don Plinio: si erano accese simultaneamente tutte le candele della chiesa, anche i moccoli spenti nei loro banchettini.

Fuori il sole sembrava essere stato incoraggiato dalla risata di Consuelo e aveva preso a darci dentro con la luce dei suoi raggi d’oro.
Poco distante dal punto in cui lei si era fermata per parlare con Tarallo, da sempre lo stesso cieco stanziale occupava uno gradino strategico nell’ascesa verso l’interno del Duomo, un punto cruciale della scalinata.
Era posizionato né troppo in alto, né troppo in basso: era quello perfetto per chi elemosinava.
Nel suo ambiente era considerato un gradino molto professionale.
Si sa tuttavia che nulla ti viene regalato a questo mondo, e figuratevi se un miracolo come quello poteva accadere in una chiesa, ed infatti, per poter stare in quella sede redditizia, il mendicante pagava una percentuale dell’incasso al sagrestano, un tipo sordido che puzzava di cera bruciata.
Quella mattina l’uomo aveva appena sentito il tintinnio di una monetina caduta nel suo bussolotto.
Stava per ringraziare il benefattore con la consueta benedizione cantilenante, quando venne investito dalla risata di Consuelo, un vero torrente di grazia scrosciante che lo fece vibrare come un vegano davanti ad un abbacchio.
Un lampo di luce folgorò la piazza in quell’istante.

Improvvisamente, dopo che il questuante si era chinato per un attimo sul suo bussolotto, lo si sentì di botto urlare a pieni polmoni, strillando contro una figura che si stava allontanando con l’andatura sciolta del menefreghista:

“Ehi tu, dico a te, pezzo di stronzo, torna indietroo, bastardoo: darmi un gettone della lavanderia, vergognati bestiaaaa!!!”

Un centesimo di secondo dopo, di colpo cambiò faccia e strillò:

“Ehi, un momento, che sta succedendo?
Oddio: io questo gettone del cacchio l’ho visto!!
E lo vedo ancora: non è possibile, mi sono accorto della fregatura vedendola! Vedendola, dico!!

Oh mio Dioooo!!E’ un miracolo allora: ci vedoooooo!!”.

Si alzò di scatto guardandosi intorno stralunato, col respiro mozzo.
La piazza antistante, col giardino ben tenuto, pieno di piante, trafitto da un’alta colonna di devozione, lo scintillio metallico delle auto parcheggiate: ogni cosa gli parve coloratissima:
“Ma che verdi, Ma com’è azzurro il cielo, e come è bell….ma…che… ma che.. ma cos’è quella!!??”
L’aveva vista.
Sì, quella ragazza meravigliosa.

Per un attimo incontrò la sguardo di Consuelo che seguitava a parlare al cellulare.
Nostro padre Dante, sempre creativo con la lingua che nel mezzo del cammin della sua vita stava svezzando, inventò un verbo, un verbo bello e calzante per rappresentare la condizione di chi, adocchiata una vera bellezza, si sente elevare in una dimensione diversa e più alta di quella umana, distaccandosene:
trasumanar.

Questa particolarissima operazione fu esattamente quella che il mendicante andò ad eseguire non appena, ritrovata la vista, ebbe ad impattare la visione dell’ineguagliabile Consuelo.
Non riuscendo, infatti, a fare nient’altro di costruttivo, lui trasumanò.
Fu l’ultimo suo atto prima di essere arrestato.
Il verme mascalzone che gli aveva rifilato il gettone al posto della monetina, lo aveva nel frattempo denunciato al primo carabiniere incontrato:

“Quel farabutto ci vede benissimo: gli ho teso una trappola e lui ci è cascato. Pensate un po’ da quanto tempo va fregando la gente! Dovete fare qualcosa contro quel disonesto”.

Mentre il carabiniere lo portava al Comando, il poveraccio protestava, strillava di un miracolo, strappando al milite una risatina cattiva:
“Sì, sì, il miracolo! Quello vero è che non ti hanno beccato prima…”.

Frattanto Consuelo, che non si era accorta di nulla, seguitava a parlare con Lallo:
“Che ne penso? Dai, tesoro mio, io credo che tu ti ci possa divertire da pazzi in questo Helzapoppin editoriale, non scherzo: quando mai può ricapitarti una cavolo di possibilità del genere?
Tu e Rapallo come Fidel e il Che, al comando di celerini e guardie svizzere, lanciati verso la liberazione del quotidiano con le corna -gorgogliò la ragazza al colmo dell’ilarità- guerriglieri all’opera per instaurare una redazione comunista, filogretiana e filobergogliana!
Posso immaginare che dopo il processo popolare a Frangiflutti e il suo invio ai corsi di rieducazione tenuti da Pu Yi, alcuni dei primi provvedimenti della direzione rivoluzionaria del Fogliaccio,
possano essere una grande inchiesta sulle commistioni politica/rifiuti, un’altra sull’ipotesi di voto di scambio tra L’On. Ciccibon e il Sindacato dei Borseggiatori del Mercato delle Pulci, un’intervista a Greta Thunberg sulle difficoltà riproduttive dello Aye-Aye dallo sguardo da pazzo del Madagascar, ed infine, perche no?, un ampio editoriale sui danni provocati all’ambiente dai rigatoni con la pajata!!”

Raro esemplare di Aye-Aye del Madagascar

E rideva, rideva, mentre nell’aria risuonava lieve una musica gentile.

“Vai dunque, mio amore e mio orgoglio, all’appuntamento con la storia: strappa l’elmo cornuto al vile Frangiflutti e libera la redazione dai preti incursori!
Fogliaccio o muerte, questo è l’urlo delle genti!
Ora scappo, però: mi hanno ingaggiato per fare il servizio fotografico sul decimo compleanno di Chiappy, il rarissimo cane bayerischer gebirgsschweisshund dei signori Caciotti, quelli dei supermercati per ipermetropi: è una marchettona, lo so, ma è ben pagata.
Richiamami a rivoluzione compiuta, voglio sapere tutto e, se posso, ti raggiungo.

Un bacio, ciao!”

Il cane Chiappy

Lallo, ancora un po’ stralunato da tutto quel polverone, decise comunque di dar retta a Consuelo e di andare a vedere cosa diavolo stava davvero succedendo nella centralissima sede del Fogliaccio.
Attraversò diversi isolati incontrando gente variamente mascherinizzata, intravedendo anche un esemplare di cittadino responsabile a caccia di trasgressori.
C’erano molti tipi a posto con le regole, ma circolavano indisturbati anche diversi soggetti con indosso delle mascherine a salve, quelle con fuoriuscita di naso, piazzati a protezione della fronte e quelle, classicissime, messe a bandana.
Con la coda dell’occhio, mentre procedeva verso la sua destinazione, intravide il cittadino responsabile azzannarne un paio.

Arrivò infine nei pressi della sede del giornale.
Poco prima di giungervi, si imbattè in un Lello Rapallo parecchio zoppicante, ma con le narici in fremito, con l’aria decisa, insomma, di chi sente odore di polvere da sparo e tintinnii di spade.
Il giornalista, al quale per il nervosismo sudava perfino il cappotto, gli sbarrò la strada dicendo:
“Hanno avvisato anche te Tarà?
Bene, la situazione è questa: Frangiflutti, che si rifiuta di fare tamponi o quarantene nonostate la positività di Levalorto e dell’On. Ciccibon, si è barricato dentro la sede, ricevendo anche il supporto di un gruppo incursore spedito da Don Lidio Balzani, l’ayatollah di Gladio Maria, l’emittente paramilitare cattolica e ultraconservatrice.

Don Lidio Balzani, speaker dell’emittente Gladio Maria

Sembra che con Frangiflutti ci siano sette pretini ben addestrati alla guerriglia urbana e decisi a non mollare la posizione.
Dalla loro parte, politicamente parlando, ci stanno un cinquanta per cento della Proprietà del giornale, tutta la cordata dei ras della spazzatura, più la cricca del Cardinale …..
L’apparato militare connesso comprende i preti assaltatori, una parte del sindacato dei sagrestani ultrà e l’Associazione delle Erinni del Divino Amore.
Non è poco Tarà.
Dalla parte nostra ci sono l’altro cinquanta per cento della Proprietà, tutti i cardinali fedelissimi del Papa strambo, un paio di monsignori esperti in negoziazione più altri quattro laureati in tecniche di manipolazione.
Ah, quasi me ne dimenticavo, abbiamo pure un mistico in grado di camminare sull’acqua, anche su quella delle fontane pubbliche o di vasche da bagno private.
Non ci mancano neppure alcuni appoggi esterni: i martiri della Chiesa di Santa Abbondanziana Martire, di Strappoli di Sotto, avvertiti da un certo Ducco che gestisce la poltrona Onyric, ci hanno inviato un comunicato di solidarietà con la nostra causa.
Sebastiano, anzi, che l’ha presa a cuore, la causa intendo, ha addirittura promosso un’iniziativa simpatica quanto utile: ci ha mandato un paio delle sue frecce da mettere all’asta – dice – per finanziare la nostra lotta.

Io sono qui da mezz’ora, Lallo, e non ti dico che pena sia stata muovermi dopo essere stato morso dal divano del Professor Cervellenstein: ancora zoppico!
Aspetto ora le forze dell’ordine promesse dal questore Trappalà a Monsignor Missitalia, perchè sgomberino la sede.
Quindi anche tu Lallo dovresti metterti un attimo buono e attend… ma chi è quel prete assurdo che si dirige dritto dritto verso di noi?”

Tarallo si voltò nella direzione indicata dal suo collega ed in effetti vide avvicinarsi un religioso assai particolare: alto, secco e con una gran barba, portava in testa un cappellone da cowboy e indossava una giacca mimetica sulla tonaca nera.
Aveva un’aria gioviale, ma carismatica.

Padre Camilo Cienfuegos

Gli parve comunque una faccia già vista, forse nota.
“Chi mi ricorda?”,
pensò Lallo, frugando spasmodicamente nella sua memoria.
Intanto quel personaggio eccentrico li aveva raggiunti e in un battibaleno fugò i dubbi di Tarallo.

“Sono Padre Camilo Cienfuegos – disse, e anticipando una probabile domanda dei due giornalisti, con un sorriso sconfinato aggiunse
Sì, soy el sobrino, como se dice, sono il nipote de ese… proprio de QUEL Cienfuegos!

Camilo Cienfuegos

Vengo da Cuba a peticiòn de mis superiores… su richiesta di alcuni miei superiori romani para poner el corazòn y la experiencia… per mettere cuore ed esperienza en esta lucha, in questa battaglia.
Ahora aspettiamo los questurinos y poi partiamo: Fogliaccio o muerte!”.

Lallo Tarallo, giovane sin dalla nascita, è giornalista maltollerato in un quotidiano di provincia.
Vorrebbe occuparsi di inchieste d’assalto, di scandali finanziari, politici o ambientali, ma viene puntualmente frustrato in queste nobili pulsioni dal mellifluo e compromesso Direttore del giornale, Ognissanti Frangiflutti, che non lo licenzia solo perché il cronista ha, o fa credere di avere, uno zio piduista.
Attorno a Tarallo si è creato nel tempo un circolo assai eterogeneo di esseri grosso modo umani, che vanno dal maleodorante collega Taruffi, con la bella sorella Trudy, al miliardario intollerantissimo Omar Tressette; dall’illustre psicologo Prof. Cervellenstein, analista un po’ di tutti, all’immigrato Abdhulafiah, che fa il consulente finanziario in un parcheggio; dall’eclettico falsario Afid alla Signora Cleofe, segretaria, anziana e sexy, del Professore.
Tarallo è stato inoltre lo scopritore di eventi, tra il sensazionale e lo scandaloso, legati ad una poltrona, la Onyric, in grado di trasportare i sogni nella realtà, facendo luce sulla storia, purtroppo non raccontabile, di prelati lussuriosi e di santi che in un paesino di collina, si staccavano dai quadri in cui erano ritratti, finendo col far danni nel nostro mondo. Da quella faccenda gli è rimasta una sincera amicizia col sagrestano del luogo, Donaldo Ducco, custode della poltrona, di cui fa ampio abuso, intrecciando relazioni amorose con celebri protagoniste della storia e dello spettacolo.
Il giornalista, infine,è legato da fortissimo amore a Consuelo, fotografa professionista, una donna la cui prodigiosa bellezza riesce ad influire sulla materia circostante, modificandola.

Lallo Tarallo è un personaggio nato dalla fantasia di Piermario De Dominicis, per certi aspetti rappresenta un suo alter ego con cui si è divertito a raccontarci le più assurde disavventure in un mondo popolato da personaggi immaginari, caricaturali e stravaganti

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