Mordechai Maisel, il banchiere ebreo di Rodolfo II

Unita a doppio filo con l’origine mitica di Praga è la presenza ebraica, col bagaglio di cultura che essa ha portato con sé. Racconta infatti un’antica tradizione che dove oggi sorge Praga, vi fosse già insediata una comunità giudea dall’epoca del Secondo Tempio, che venne distrutto nel 70 d.C..
Questo insediamento sarebbe stato raso al suolo e gli ebrei cacciati.
Nel 730 d.C. Libuše (mitica fondatrice di Praga) avrebbe però previsto il loro ritorno e sul letto di morte avrebbe raccomandato al proprio figlio Nezamysl che in futuro, quando la città sarebbe stata governata da suo nipote (il leggendario principe dei Cechi Hostivìt), il “piccolo popolo straniero”, cacciato e oppresso, adorante un solo Dio”, avrebbe dovuto essere accolto con ospitalità, dandogli protezione, perché avrebbe apportato benedizione su quella terra.

Praga - Una statua di Libuše, la leggendaria fondatrice della dinastia Přemyslide, principessa del popolo ceco
Praga – Una statua di Libuše, la leggendaria fondatrice della dinastia Přemyslide, principessa del popolo ceco

La profezia si avverò e quando Hostivìt divenne regnante e si presentarono gli Ebrei a chiedergli asilo, egli ebbe in sogno la visita della nonna profetessa che gli rammentò il da farsi ed egli, consultato il popolo, li accolse benevolmente, affidandogli un’area sulla riva sinistra della Moldava.
A quel tempo, l’antica Boemia non era ancora cristiana e gli Ebrei convivevano con le tradizioni pagane.
Quando l’area che avevano ricevuto in dono divenne troppo piccola, chiesero un altro posto dove poter vivere e il duca Bořivoj concesse loro uno spazio sulla riva destra della Moldava, oggi noto come Josefov, in omaggio all’imperatore Giuseppe II che nel 1784 visitò il ghetto e limitò le discriminazioni razziali, che nei secoli –periodicamente- gli ebrei avevano subito.
Per la sua collocazione al centro del Paese, la comunità ebraica praghese fu dall’inizio il centro amministrativo delle comunità ebraiche della Boemia e le sue sorti storiche furono alla base della storia degli Ebrei del Regno intero.

Di conseguenza, Praga è stata anche il centro della cultura ebraica, che spiccava già dal Medioevo.
La sua epoca d’oro la conobbe sotto l’imperatore Rodolfo II, quando prestavano la loro opera molti eccellenti rabbini, studiosi e filosofi dei quali alcuni si dedicavano anche all’astronomia, alla matematica, alla storia e alla letteratura, oltre che al cabalismo e all’alchimia.

Ritratto dell’Imperatore Rodolfo II d’Asburgo, (Opera di Joseph Heintz il Vecchio e conservata a Vienna presso il Kunsthistorisches Museum)

Troviamo infatti una serie di rabbini e di studiosi della mistica ebraica- la quabbalah o cabala -soprattutto tra i membri della famiglia Horowitz.

Durante la gioventù di Maisel, l’uomo di cui parleremo, cominciò la persecuzione degli ebrei di Praga da parte di Ferdinando I, per cui la sua famiglia, insieme agli altri abitanti ebrei, fu costretta a lasciare la città, anche se solo per un breve periodo.
Maisel fu banchiere, commerciante, filantropo, capo della comunità ebraica e costruttore di parte del quartiere ebraico di Praga. I riferimenti alla sua famiglia a Praga risalgono al 1477: viene menzionato per la prima volta come socio in affari di suo suocero, Yitsḥak Rofe, nel 1569.
Dal 1576 in poi, Maisel fu membro del Consiglio comunale ebraico di Praga, di cui in seguito divenne il capo.

Nacque nella capitale boema nel 1528 e nel XVI secolo ne divenne il cittadino più ricco.
Secondo quanto riferito, prestava denaro anche all’imperatore Rodolfo II.
Maisel fece molto per migliorare la vita nel ghetto ebraico di Praga: fece asfaltare le strade, costruì una casa per i poveri e molte altre cose.
La Sinagoga Maisel fu costruita come sua sinagoga privata e approvata da Rodolfo II.

Non si sa, come abbia potuto Mordechai Maisel guadagnare così tanti soldi. C’erano delle leggende in proposito, una di esse diceva che i folletti della foresta gli portarono un tesoro.

Un’altra raccontava che Mordecai aveva un piccolo negozio nel quartiere ebraico di Praga e un giorno arrivò uno sconosciuto e vi lasciò una grande cassa; disse che sarebbe tornato più tardi, ma non fu mai più visto.
Quando Maisel aprì la cassa tempo dopo, trovò una quantità incredibile di monete d’oro.

La sua prima moglie, Eva, che morì prima del 1580, costruì con lui il municipio ebraico di Praga, che è tuttora sede della comunità ebraica ceca, così come la vicina Sinagoga Alta.
Con la sua seconda moglie, Frummet, costruì la Sinagoga Maisel, che era molto ammirata dagli ebrei del tempo, in quanto era la sinagoga metropolitana del quartiere, insieme alla Sinagoga Vecchia-Nuova.

La Sinagoga Maisel dopo l'ultima ricostruzione
-Praga- La Sinagoga Maisel dopo l’ultima ricostruzione

L’imperatore del Sacro Romano Impero Rodolfo II era molto ben disposto nei confronti di Maisel e in cambio di assistenza finanziaria durante le guerre turche lo nominò consigliere, ed in seguito gli concesse privilegi personali, come, ad esempio, il diritto di prestare denaro contro cambiali, pegni e beni immobili.

Nel 1592 Maisel fu autorizzato a registrare i suoi prestiti nel registro statale e nel 1593 gli fu concesso il diritto di commerciare liberamente e di ricevere una protezione speciale nelle cause con i cristiani.

Gli ufficiali giudiziari e di polizia non avevano il diritto di entrare o di ispezionare la sua sinagoga o la sua casa, né di ostacolarne il commercio.

Tra i clienti di Maisel c’erano la famiglia del sovrano e importanti nobili. Vendeva loro beni di lusso, oro, arte e argento, oltre a lana e pellicce.

Nel 1598, Rodolfo riconfermò tutti i privilegi di Maisel e decretò che Maisel potesse disporre liberamente anche delle sue ricchezze, cioè che poteva investirle come meglio credeva per farle fruttare.

Maisel usò tutti i suoi mezzi per prendersi cura della comunità ebraica di Praga. Il suo lavoro, menzionato nel suo epitaffio, è dettagliato nella cronaca di David Gans Tsemaḥ del 1592, che descriveva Maisel come

un patrono della scienza, eroe della carità, padre dei poveri e instancabile benefattore del suo popolo, amico dei correligionari e leader della classe mercantile”.

Maisel sostenne infatti enti di beneficenza e organizzazioni sociali nel quartiere ebraico di Praga, inclusi l’ospedale e la società di sepoltura. Fornì agli artigiani e ai poveri prestiti senza interessi, sostenne finanziariamente studiosi e studenti e pagò anche il riscatto dei prigionieri.
Inoltre, inviò denaro a Gerusalemme e concesse considerevoli prestiti e donazioni alle comunità di Poznań e Cracovia.

Il nome di Maisel è anche collegato alla maggior parte dei progetti di costruzione nel quartiere ebraico di Praga dei suoi giorni.
Con l’aiuto di muratori italiani intraprese la costruzione della Sinagoga Alta nel 156 ed in seguito, probabilmente contribuì alla costruzione del municipio ebraico.

Il ghetto ebraico di Praga in una foto di inizio ‘900

Nel 1591 Maisel, come si è detto, aveva ottenuto dall’imperatore lo speciale privilegio di costruire per sè una sinagoga.
Durante la sua vita, la sinagoga servì esclusivamente come casa di preghiera familiare, diventando aperta al pubblico solo dopo la sua morte.

Un tempo l’edificio più grande e spettacolare del ghetto ebraico di Praga portava dunque il nome del suo fondatore, il leader preminente della comunità ebraica e “consigliere ebreo di corte” dell’imperatore Rodolfo II.
I suoi costruttori furono gli architetti Josef Wahl e Juda Goldsmied de Herz.
Mordechai donò rotoli della Torah e ornamenti d’oro e d’argento alle sinagoghe di Praga, Polonia e Gerusalemme.

Costruì un ospedale per i poveri e gli ammalati vicino al vecchio cimitero ebraico e fece asfaltare le strade della città ebraica. Nel 1590 acquistò il terreno per la sua sinagoga, per la quale, nell’agosto 1591, l’imperatore gli concesse l’immunità fiscale e il diritto di esporre al suo interno la “Bandiera di David”.

Maisel e sua moglie Frumet arredarono la “loro” sinagoga con tende, mantelli e ornamenti preziosi per la Torah.
Quella destinata ad essere la più grande sinagoga di Praga, fu costruita su 20 pilastri per un costo di oltre 10.000 talleri e fu dedicata a Simḥat Torah nel 1592.

Nel 1598, Maisel ingrandì il vecchio cimitero ebraico acquistando una casa adiacente con un giardino. Ai suoi margini fece costruire gli edifici che ospitavano un midrash di scommesse ed una sinagoga.

Il cimitero ebraico di Praga -Incisione, stampa fine '800
Il cimitero ebraico di Praga -Incisione, stampa fine ‘800

L’ultimo testamento di Maisel fu scritto in conformità con la Carta imperiale il 1° marzo 1601 e conteneva disposizioni per la sinagoga e a beneficio dei poveri.
Le sue due case furono lasciate in eredità ai suoi nipoti e numerosi lasciti monetari andarono all’imperatore, parenti, e ai poveri, somme che ammontavano a più di 50.000 fiorini, cifra favolosa per quei tempi!

Maisel morì il 13 marzo 1601 ed è sepolto al vecchio cimitero ebraico di Josefov.

Sebbene Rodolfo II fosse rappresentato al funerale, tutti i beni di Maisel (per un valore di circa 545.000 fiorini) furono confiscati dai rappresentanti della Camera boema, e anche i suoi nipoti Shemu’el Maisel e Mosheh Kafka furono imprigionati.
Gli eredi di Maisel e la comunità ebraica protestarono, ma le controversie sull’eredità durarono fino al 1699.

Il celebre quadro di Giuseppe Arcimboldo che ritrae Rodolfo II -1590-

Oltre alla cronaca di Gans, la vita e le gesta di Mordecai Maisel sono descritte nelle appendici alla cronaca ‘Emek ha-bakha’ (Valle delle lacrime) dei figli di Yehudah Kohen, e anche in un’ode di Ya’akov Sergé.
Nel diciannovesimo secolo, il nome di Maisel fu collegato collegato a varie leggende ebraiche di Praga, pubblicate nella raccolta compilata da Wolf Pascheles.

L’importanza storica dell’attività di Maisel può essere valutata da due prospettive: una, quella della connessione locale ebraico-boema; l’altra sotto l’aspetto del generale rapporto ebraico-europeo.
Dal punto di vista locale, il lavoro di Maisel a favore della comunità israelita di Praga ha portato a un’espansione e una fioritura senza precedenti nei quattro decenni successivi alla sua morte.
In effetti, la comunità si trasformò nella seconda più grande dell’Europa cristiana dopo Roma.

Per quanto riguarda l’ebraismo europeo nel suo insieme, Maisel prefigurava il fenomeno degli ebrei di corte, che divennero agenti della modernizzazione ebraica ed europea negli anni dal 1650 al 1750.

La sua sinagoga, la Maisel ha subito diverse ricostruzioni nella sua storia. L’edificio originariamente rinascimentale rischiò di andare bruciato nel 1689.
Dovette essere ridotto, anche l’ingresso, che era originariamente dove si trova oggi l’altare.
La sinagoga ha assunto l’attuale aspetto neogotico durante i lavori di ristrutturazione tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Il Museo Ebraico di Praga, di cui la sinagoga Maisel fa parte, è qualcosa di caratteristico ed unico. Fu costruito nel 1906, fortemente voluto dallo storico dottor Salomon Hugo Lieben e dal dottor Augustin Stein, protagonista del movimento ebraico-ceco e più tardi, presidente della Comunità Ebraica di Praga.

Interno del Museo Ebraico di Praga
Interno del Museo Ebraico di Praga

Fu istituito con lo scopo di conservare i preziosi oggetti d’arte provenienti dalle sinagoghe praghesi, eliminate dopo il risanamento del ghetto degli inizi del ‘900.

Dopo la seconda guerra mondiale il complesso del Museo Ebraico passò sotto l’amministrazione del Consiglio delle Comunità Ebraiche della rinnovata Repubblica Cecoslovacca. Nel 1950 diventava forzatamente proprietà dello Stato che, dal 1948, era governato dalla dittatura comunista.

L’attività del Museo, rinominato “Museo Ebraico di Stato”, è stata segnata da una serie di limitazioni, che impedivano seriamente di sviluppare le iniziative specialistiche, espositive, divulgative e di ricerca.

Nel 1989, dopo la caduta del regime comunista, si sono create le condizioni per modificare la posizione giuridica del Museo. Il 1° ottobre 1994 gli edifici sono stati restituiti alla Comunità Ebraica di Praga e le collezioni alla Federazione delle Comunità Ebraiche della Repubblica Ceca.
Contemporaneamente è nato il “Museo Ebraico di Praga” come istituzione non statale.

Oggi accogliendo una delle più vaste collezioni d’arte giudaica al mondo, con 400.000 oggetti e 100.000 libri provenienti tutti dal territorio Boemo, il suo scopo è anche quello di documentare la storia e le tradizioni del popolo ebraico in Boemia.

La Sinagoga Maisel non è stata più attiva dal 1955 e da allora è diventata parte del Museo Ebraico di Praga.
In essa c’è una mostra permanente che ripercorre la storia degli ebrei praghesi dal X al XVIII secolo.

La tomba di Mordechai Maisel nel vecchio cimitero ebraico di Praga
La tomba di Mordechai Maisel nel vecchio cimitero ebraico di Praga

Lino Predel non è un latinense, è piuttosto un prodotto di importazione essendo nato ad Arcetri in Toscana il 30 febbraio 1960 da genitori parte toscani e parte nopei.
Fin da giovane ha dimostrato un estremo interesse per la storia, spinto al punto di laurearsi in scienze matematiche.
E’ felicemente sposato anche se la di lui consorte non è a conoscenza del fatto e rimane ferma nella sua convinzione che lui sia l’addetto alle riparazioni condominiali.
Fisicamente è il tipico italiano: basso e tarchiatello, ma biondo di capelli con occhi cerulei, ereditati da suo nonno che lavorava alla Cirio come schiaffeggiatore di pomodori ancora verdi.
Ama gli sport che necessitano di una forte tempra atletica come il rugby, l’hockey, il biliardo a 3 palle e gli scacchi.
Odia collezionare qualsiasi cosa, anche se da piccolo in verità accumulava mollette da stenditura. Quella collezione, però, si arenò per via delle rimostranze materne.
Ha avuto in cura vari psicologi che per anni hanno tentato inutilmente di raccapezzarsi su di lui.
Ama i ciccioli, il salame felino e l’orata solo se è certo che sia figlia unica.
Lo scrittore preferito è Sveva Modignani e il regista/attore di cui non perderebbe mai un film è Vincenzo Salemme.
Forsennato bevitore di caffè e fumatore pentito, ha pochissimi amici cui concede di sopportarlo. Conosce Lallo da un po’ di tempo al punto di ricordargli di portare con sé sempre le mentine…
Crede nella vita dopo la morte tranne che in certi stati dell’Asia, ama gli animali, generalmente ricambiato, ha giusto qualche problemino con i rinoceronti.

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