Mentre Lucrezia è al lavoro riceve, sul cellulare, una chiamata da parte di una società che pubblicizza e fornisce un piccolo impianto per la purificazione dell’acqua del rubinetto di casa, dichiarando tra l’altro di riuscire ad eliminare l’ARSENICO. Vediamo di capire un po’ di più su questo famigerato metalloide.
Internazionalmente il valore limite accettato nelle acque potabili è di 10 microgrammi/ litro.
Facciamo chiarezza sulle unità di misura:
1 microgrammo/litro= 0,001 milligrammi/litro
TOSSICITA’ DELL’ARSENICO
L’AGENZIA INTERNAZIONALE per la RICERCA sul CANCRO ha definito l’ARSENICO come elemento cancerogeno per l’uomo di classe 1 quindi molto pericoloso.
Sulla base di quanto sopra l’ORGANIZZAZIONE MONDIALE della SANITA’ ha stabilito per le acque potabili e per quelle in bottiglia i seguenti valori limite per l’ARSENICO:
- Valore limite= 10 microgrammi / litro
- Valore di deroga temporanea= 20 microgrammi / litro
Per quanto riguarda la tossicità: fino a 3 microgrammi / Kilo di peso corporeo / giorno.
Per es. un uomo di 70 Kg potrebbe assumere un quantitativo di ARSENICO di circa 210 microgrammi / giorno equivalenti a 0,21 milligrammi / giorno senza particolari problemi.
ACQUE MINERALI ITALIANE
Una indagine realizzata nell’ambito del Progetto Europeo Atlante, pubblicata sulla rivista “LE SCIENZE“ del 2010, ha evidenziato il contenuto di ARSENICO nelle acque minerali italiane. L’elenco è qui sotto riportato (i valori sono espressi in microgrammi/litro.
Acqua Fonteviva | 0.153 |
Acqua Panna | 0.355 |
Acqua Uliveto | 0.088 |
Acqua Fabia | 0.404 |
Acqua Rocchetta | 0.198 |
Acqua Sangemini | 0.204 |
Acqua Gaudianello | 0.619 |
Acqua Santa Croce | 0.124 |
Acqua Leggera | 4.650 |
Acqua Lilia | 1.900 |
Acqua Sveva | 2.740 |
Acqua Ferrarelle | 6.810 |
Acqua Lete | 0.759 |
Acqua Lieta (Conad) | 0.238 |
Acqua Galvanina | 0.162 |
Acqua Norda (Sorg. Daggio) | 3.730 |
Acqua Norda (Nuova Acqua Chiara) | 0.161 |
Acqua S. Pellegrino | 1.390 |
Acqua S. Antonio | 0.475 |
Acqua Vitasnella | 0.117 |
Acqua Gaia | 0.248 |
Acqua Nerea | 0.102 |
Acqua Viva | 0.109 |
Acqua Dolomiti (Esselunga) | 0.533 |
Acqua Guizza | 0.428 |
Acqua Recoaro | 0.054 |
Acqua San Benedetto | 0.468 |
Acqua Vera | 1.410 |
Acqua di Nepi | 5.710 |
Acqua Claudia | 0.059 |
Acqua Egeria | 8.910 |
Acqua Fiuggi | 1.850 |
Acqua Boario | 0.056 |
Acqua Coop (Sorg. Grigna) | 0.398 |
Acqua Frisia | 5.640 |
Acqua Levissima | 6.200 |
Acqua Maniva | 0.675 |
Acque Alpi Cozie | 1.040 |
Acqua Alte Vette (Iper) | 0.407 |
Acqua Crodo Liesel | 0.088 |
Acqua Cime Bianche | 0.793 |
Acqua Lauretana | 0.019 |
Acqua San Bernardo | 0.489 |
Acqua Candida | 5.410 |
Acqua Funte Fria | 5.690 |
Acqua Isola Antica | 7.440 |
A voi le conclusioni.
CONTENUTO DI ARSENICO NELLA CROSTA TERRESTRE
E’ un elemento molto comune nella crosta terrestre, ve ne sono circa 2 GRAMMI / TONNELLATA: ecco perché ne troviamo parecchio nelle acque di falda, soprattutto nei terreni di origine vulcanica.
METODI DI DEARSENIFICAZIONE DELLE ACQUE POTABILI
I processi più comuni sono i seguenti: FLOCCULAZIONE, SCAMBIO IONICO, PROCESSI CON MEMBRANE e ASSORBIMENTO SU ALLUMINA ATTIVATA.
Non li descriverò in quanto complicati e per il fatto che ciascuno di questi processi offre delle grosse limitazioni sia per il risultato finale che per importanti difficoltà impiantistiche.
Prenderò invece in esame il moderno processo di DEARSENIFICAZIONE della BAYER.
Per illustrare questo processo bisogna fare una premessa: l’ARSENICO esiste in natura sottoforma di due sali chiamatirispettivamente ARSENIATI e ARSENITI. Generalmente i processi più comuni sopra riportati eliminano più facilmente gli ARSENITI che gli ARSENIATI, di conseguenza si rende spesso necessaria la trasformazione degli ARSENIATI in ARSENITI con metodi chimici che utilizzano composti fortemente ossidanti quali: IPOCLORITO di SODIO (candeggina), PERMANGANATO di POTASSIO o OZONO appesantendo quindi la conduzione e gestione degli impianti di DEARSENIFICAZIONE.
La società americana Severn Trent in collaborazione con la tedesca Bayer hanno sviluppato un composto solido che assorbe l’ARSENICO il cui nome commerciale è BAYOXIDE E33. Sostanzialmente è OSSIDO FERRICO con una granulometria particolare.
Dipendentemente dalla quantità di ARSENICO nell’acqua da purificare il BAYOXIDE E33 può garantire un contenuto finale di ARSENICO nell’acqua purificata minore di 5 microgrammi/litro (la metà di quello raccomandato dalla ORGANIZZAZIONE MONDIALE della SANITA’).
VANTAGGI DEL BAYOXIDE E33
- Grande capacità di rimozione dell’ARSENICO.
- Rimuove sia gli ARSENIATI che gli ARSENITI.
- Materiale secco con possibilità di lunghi stoccaggi in magazzino.
- Lunga durata del materiale in funzionamento continuo (fino a tre anni).
- Bassi costi operativi.
- Granulometria particolare con una superficie specifica di 120-200 metri quadri/grammo (questa granulometria è stata ottenuta dalle due società utilizzando un particolare processo di fabbricazione).
Da quanto sopra sollecito Lucrezia e voi tutti a diffidare di sedicenti società che vi promettono, con i loro apparati, di eliminare completamente dalla vostra acqua di rubinetto il famigerato ARSENICO.
LA CHIMICA IN VERSI
di Alberto Cavaliere
ARSENICO
Con un metodico arrrostimento,
s’ottien dal lucido giallo orpimento,
in altri termini, dal trisolfuro,
ch’esiste libero, più o meno puro;
o dal reàlgar, ch’è cristallino
ed ha un magnifico color rubino;
o dal triossido, per riduzione,
cioè scaldandolo con il carbone.
Benché sia solido, non è un metallo.
E c’è, un arsenico bruno, uno giallo:
questo è sensibile molto alla luce
e l’altro arsenico tosto produce,
mentre pel fosforo già si notò
che il giallo è stabile, ma l’altro no.
Piuttosto fragile, d’un bel colore
grigio metallico, buon conduttore,
caratteristico questo elemento,
perché, scaldandolo verso i trecento
gradi centigradi, non fonde prima,
ma in un giallognolo vapor sublima.
Se si vuol liquido, si presuppone
che debba mettersi sotto pressione.
Benchè conoscasi in vario stato,
può dirsi, in genere, cristallizzato.
Con il solforico e l’arseniuro
di zinco, libero s’ottiene e puro.
Un gas sgradevole, non troppo igienico,
dove s’incontrano con un arsenico
solo tre atomi d’H: è il letale
funesto idrogeno arsenicale.
Se, riscaldandolo, questo ad un tratto
viene d’un frigido corpo a contatto,
il freddo supera la combustione,
quindi l’arsenico visi depone
e vi deposita macchie d’aspetto
grigio metallico, che per effetto
van via del sodico ipoclorito
o del potassico, pur diluito.
Bruciando arsenico nel cloro puro
e condensandolo, s’ha il tricloruro:
pesante liquido che dà un vapore
velenosissimo, senza colore.
Sono tre gli ossidi (naturalmente
ognuno ha un acido corrispondente),
ma qui mi limito, se consentite,
solo al triossido: l’arsenolite.
S’ottien per sintesi degli elementi,
quando raccolgansi in recipienti,
di ghisa in genere, i lor vapori:
in bianca polvere n’è tolta fuori.
Non consigliabile contro la fame,
ingrassa rapida. mente il bestiame,
se gli si prodighi gradatamente,
in dose piccola sempre crescente.
E non s’annovera pur tra i suoi effetti
il pelo lucido dei bei ginnetti?
Conserva gli uomini sani e robusti,
se vi s’abituano: question di gusti!
Sarà buonissimo, ma certamente
è un commestibile poco attraente.
Come pel fosforo, così pur v’ha
d’acido arsenico tre qualità.
S’ha l’ortoarsenico quando il composto
or or citatovi vien sottoposto
al caldo, avendovi pria mescolato
acido nitrico ben concentrato.
Gli altri due acidi s’hanno da esso
quando riscaldasi l’acido stesso.
Sol che di solito questi composti
non sono teneri per chi li accosti:
meglio s’addicono, cari lettori,
all’empio stomaco dei creditori!
Fausto Bonifacio nasce a Milano nel 1951, si laurea in Chimica Pura nel 1975 e dopo un anno di servizio militare viene assunto, presso un’importante azienda farmaceutica milanese, con la mansione di operatore di laboratorio di ricerca.
Nel 1988 emigra, al contrario, nella città di Frosinone e prende servizio quale direttore della funzione Ricerca e Sviluppo di una nota azienda chimico-farmaceutica operante nel settore della sintesi e produzione di principi attivi .
Nel 1998 viene assunto, con la qualifica di direttore Ricerca e Sviluppo, da una nota azienda chimico-farmaceutica situata nei pressi di Latina e ricopre inoltre lo stesso incarico nella consociata spagnola di tale azienda.
Nel 2004 emigra in toscana presso un’importante azienda chimico-farmaceutica dove ricopre la carica di direttore di stabilimento fino al 2013 quando cessa l’attività lavorativa godendosi poi la meritata pensione.
Attualmente vive e saltuariamente lavora a Latina.