Quando nasce un libro…

Al di là di ciò che può rappresentare un vantaggio nell’uso degli ebook (uno tra tutti, la concentrazione di tanti volumi in pochissimo spazio), io resto della convinzione che nulla potrà mai sostituire il fascino del fruscio della carta, del gesto di sfogliare e ascoltare il suono delle parole, accompagnato dalla piacevole sensazione tattile di toccare le pagine, di instaurare anche un rapporto fisico con “l’oggetto libro”, una corrispondenza di sensi e sentimenti.

Esiste una cultura del libro, parte integrante della condizione umana, che ci accompagna come qualcosa di connaturato, quasi ci fosse uno speciale imprinting, che si attiva dal primo accostamento alle favole illustrate da bambini, per culminare, in età adulta, in un amore maturo; chiunque, dopo essere stato folgorato una prima volta, continua a ricercare la struggente nostalgia della prima emozione, e rinnova, ancora e per sempre, con la sacralità di un rito, il gesto di aprire un libro, perché si riaccenda la meraviglia della scoperta.

La religione del libro ha un suo credo indistruttibile, i suoi templi sono le biblioteche, entrarvi è penetrare il mistero del sapere, ricongiungersi con la storia umana, passata e presente, in un abbraccio rivolto al futuro: questo è il segreto della continuità di un dialogo senza fine.
Gli officianti del libro sono i bibliotecari, e ancora, diversamente, ma non di minore importanza, i librai, che si calano nel proprio microcosmo, avvolti dagli scaffali, pronti ad assolvere alla missione di scovare pepite da offrire ai loro clienti/lettori. Non di meno gli scrittori risentono di questo amore viscerale, essi si nutrono di libri e, con gratitudine e rispetto, celebrano nei loro testi l’oggetto di questo amore, il fascino e il mistero che da esso promana; perciò esistono libri che parlano di altri libri, narrazioni suggestive ambientate nelle biblioteche, figure di librai e bibliotecari, non prive di seduzione per l’immaginazione, raccontate con maestria, a testimoniare il profondo e indissolubile legame col mondo che ruota attorno ai libri: tutto ciò richiede tempo e dedizione vera.

libreria “Acqua Alta” a Venezia

Chi non ricorda il “cimitero dei libri dimenticati” di Carlo Ruiz Zafòn, in cui la biblioteca, che palpita di tutte le vite che sono passate per i suoi corridoi, diviene perno centrale della storia, o anche “la biblioteca di Babele” di Jorge Luis Borges, composta di sale esagonali, in grado di contenere tutti i possibili libri, incluso il libro della verità, ma anche il suo esatto contrario, in una infinita confutazione di tutto lo scibile… ? E ancora, ricorderete l’affascinante figura del “Libraio di Selinunte”, narrato da Roberto Vecchioni, un racconto che racchiude l’amore per i libri e il senso profondo del loro valore, quale lascito all’umanità, da cui non si può prescindere, al punto che alla sparizione delle parole, corrisponde la sparizione dei significati cui esse sono rivolte; che dire poi dell’interessante, quanto originale, volume edito da Sellerio, dal titolo promettente “Curarsi con i libri” – rimedi letterari per ogni malanno – scritto a quattro mani da Ella Berthoud e Susan Elderkin, che suggeriscono libri da leggere alla bisogna, adatti per i diversi malanni dell’anima: veri antibiotici per lo spirito, vitamine narrative!
Questi sono soltanto alcuni esempi, molti altri se ne potrebbero trovare, nell’universo variegato che non conosce fine, una inesauribile fonte di incontri letterari che, per esempio, lo scrittore Fabio Stassi ha raccolto nel suo “Il libro dei personaggi letterari”, un divertissement, per la piacevolezza del percorso, ma anche e soprattutto un lavoro di raccolta attenta, di suggerimenti di lettura per tutti e, non ultimo, un appassionato tributo da lettore (e bibliotecario) all’oggetto del suo amore: i libri.

Dei mestieri che girano attorno all’editoria abbiamo parlato a lungo, con l’amico Piermario, in una interessante rassegna culturale del Comune di Latina, in più appuntamenti dedicati alle figure che concorrono alla nascita di un libro, non solo in quanto “creatura” di uno scrittore, ma proprio come “oggetto” che deve prendere vita; editori e editor, ma anche traduttori, illustratori, mestieri diversi ma tutti complementari, senza i quali nessun libro sarebbe mai esistito.
Questo per dirvi, ora che ha preso forma anche il mio piccolo personale tributo al mondo dei libri, quale sia l’amore che conduce al gesto di scrivere, ma, non di meno, al gesto di concorrere a che questo miracolo (libro) si compia, e diventi tangibile, e arrivi al lettore, così da poter vivere una vita propria.
Quando nasce un libro, sono tanti i mestieri ai quali va riconosciuto il giusto valore, e dietro ciascuno di essi, così come dietro a ogni scrittore, si nasconde sempre un insaziabile lettore; prima di ogni altra cosa, siamo e restiamo tutti orgogliosamente dei lettori!

“Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto, io sono orgoglioso di quelle che ho letto. … Mi è accaduto di avventurarmi a scrivere, ma ritengo che quello che ho letto sia molto più importante di quello che ho scritto”.
Jorge Luis Borges

e se lo ha detto lui…

Per questo Natale, regalatevi un libro!
Buona lettura e buona vita a tutti.

Fino a poco tempo fa mi sono nascosta dietro l’eteronimo di Nota Stonata, una introversa creatura nata in una piccola isola non segnata sulle carte geografiche che per una certa parte mi somiglia.
Sin da bambina si era dedicata alla collezione di messaggi in bottiglia che rinveniva sulla spiaggia dopo le mareggiate, molti dei quali contenevano proprio lettere d’amore disperate, confessioni appassionate o evocazioni visionarie.
Oggi torno a riprendere la parte di me che mancava, non per negazione o per bisogno di celarla, un po’ era per gioco un po’ perché a volte viene più facile non essere completamente sé o scegliere di sé quella parte che si vuole, alla bisogna.
Ci sono amici che hanno compreso questa scelta, chiamandola col nome proprio, una scelta identitaria, e io in fin dei conti ho deciso: mi tengo la scomodità di me e la nota stonata che sono, comunque, non si scappa, tentando di intonarmi almeno attraverso le parole che a volte mi vengono congeniali, e altre invece stanno pure strette, si indossano a fatica.
Nasco poeta, o forse no, non l’ho mai capito davvero, proseguo inventrice di mondi, ora invento sogni, come ebbe a dire qualcuno di più grande, ma a volte dentro ci sono verità; innegabilmente potranno corrispondervi o non corrispondervi affatto, ma si scrive per scrivere… e io scrivo, bene, male…
… forse.
Francesca Suale

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