da “La bambina pugile”
Al mio angelo spuntano le foglie
in momenti impensati,
è spesso ubriaco
per farsi scolaro del senso fluttuante,
e al posto dei sensi di colpa
ha molliche di pane,
integrale,
le semina un po’ ovunque
poi non sa piú
se sono tracce da seguire
o cibo per volatili ingenui.
Vola soprattutto in città
verso le periferie, impara
come abita la gente,
sta seduto sui fili della luce
e pensa a me. Ha pantaloni
di flanella bianca da tennista
anni Trenta e una faccia consumata
da angelo di chi sta nei guai.
Scarpe molto impolverate, fa chilometri
per non perdermi nei bassifondi
della notte. Non dà mai consigli
non salva e non protegge,
nei momenti d’intensa disperazione
occupa tutto il letto
e mi fa cuccia
universale
con le ali.
Chandra L. Candiani
Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.