da “Dove non siamo stati”
Chiedere al prodigo di lasciarsi
addomesticare è come chiedere
all’imperscrutabile di farsi
luce piena, pretendere nel silenzio
di riconoscere una voce chiara
e nell’aria uno spostamento d’aria
che non c’era. Così quando a mani giunte
mi hai pregato di rendere il mio stato
più semplice agli occhi degli altri,
di assottigliare il limite tra me e le cose,
io ti ho riso in faccia e poi ho riso di me
che fino ad allora avevo smosso mari
interi di pietà per tutti gli altri
e per me bastava appena un pianto
nella gola a farmi soffocare.
Giovanna Cristina Vivinetto
Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.