Un film da (ri)scoprire: L’événement (2021) di Audrey Diwan

Forse il vero scopo della mia vita è soltanto questo: che il mio corpo, le mie sensazioni e i miei pensieri diventino scrittura, qualcosa di intellegibile e di generale, la mia esistenza completamente dissolta nella testa e nella vita degli altri.

Questo estratto proviene da un romanzo scritto da Annie Ernaux intitolato L’evento, scritto e pubblicato in Francia nel 2000 ed edito in Italia nel 2019 da L’orma con la traduzione di Lorenzo Flabbi.
Di che cosa parla esattamente? Della stessa autrice che inizia a ricordare quello che le accadde nel 1963, quando era una studentessa della facoltà di Lettere nelle prime settimane di gravidanza, quando l’aborto era una parola che non aveva alcun “posto nel linguaggio”.
La ragazza è decisa a non voler tenere il bambino per non rinunciare allo studio, ma nessun medico è disposto ad aiutarla, e le sue amiche si allontanano con il terrore di essere considerate complici e quindi arrestate. Le settimane passeranno e il feto (il vero antagonista della storia) resisterà. Cosa può fare una giovane ragazza sola ed incinta? Rivolgersi ad una mammana, nota nel romanzo come “fabbricante d’angeli”.

Annie Ernaux, l’autrice del libro

La narrazione si svolge come se fosse un monologo interiore – con diverse parentesi che rappresentano degli interventi esterni e delucidazioni su alcuni punti del racconto della stessa autrice, la quale esprime allo stesso tempo la propria difficoltà nel proseguire con questo romanzo incentrato sul suo aborto – perciò potrebbe sembrare quasi impensabile l’idea di farne un lungometraggio cinematografico. Qualcuno però c’è riuscito! Si tratta della regista francese di origini libanesi Audrey Diwan, alla sua opera seconda dopo Mais vous êtes fous (Losing It in inglese) del 2019, mai distribuito in Italia. Diwan è riuscita a ridurre fino all’osso il materiale cartaceo senza abbandonare la sua idea di base, cioè la libertà di qualsiasi donna di non ammalarsi – come dice la protagonista – di quella malattia femminile “che la trasforma in casalinga”.

Una scena del film

Siccome la Ernaux ci racconta questa storia partendo dai propri ricordi e dalle sensazioni derivate dall’avere un feto indesiderato nel proprio utero, la Diwan ci fa assistere da vicino (e con uno sguardo esterno) a tutte le gesta di Anne tramite il formato “quadrato” del fotogramma e le carrellate in avanti e all’indietro alla maniera dei Dardenne, che ci permettono di stare fin troppo vicini ad alcune scene scabrose come le reazioni facciali di Anne mentre si infila una bacchetta di ferro tra le gambe, oppure nella scena della mammana che le infila una sonda in vagina alla dodicesima settimana di gravidanza. Di sicuro non usciremo indifferenti da tutto quel dolore, a prescindere se siamo uomini, donne o non binari.

Il trailer

Con questo film, la protagonista Anamaria Vartolomei ha ottenuto un Premio César (l’Oscar francese) come “migliore promessa femminile”, mentre Audrey Diwan ha ottenuto il Leone d’oro per il miglior film alla scorsa edizione del festival del cinema di Venezia, battendo a sorpresa alcuni cineasti importanti come Paolo Sorrentino, Pedro Almodóvar e Jane Campion.

Anamaria Vartolomei e Audrey Diwan

Un Leone d’oro che avrà di certo diviso non tanto le personalità del settore cinematografico quanto coloro che sono favorevoli o contrari all’aborto; per non parlare di quello che sta accadendo in questi ultimi due mesi negli Stati Uniti dato che, a causa dell’abolizione della sentenza Roe v. Wade, l’aborto torna ad essere una pratica illegale, almeno in più della metà dei cinquanta stati; perciò molte donne americane saranno costrette a praticare l’aborto clandestino, oppure dovranno viaggiare migliaia di chilometri per raggiungere uno Stato ancora favorevole alle interruzioni di gravidanze.

Una scena del film

Nonostante sia un film piuttosto recente, La scelta di Anne (o L’événement) merita di essere (ri)scoperto da più spettatori possibili, che non hanno mai avuto l’occasione di vederlo in sala, esclusivamente per il suo stile così tagliente, ma anche elegante.
D’ora in avanti ci aspetteremo nuove sfide da questa talentuosa regista, che sarà presto sul set per dirigere un nuovo adattamento del romanzo erotico Emmanuelle della Arsan, già portato sul grande schermo da Just Jaeckin con protagonista Sylvia Kristel. A vestire i panni della nuova Emmanuelle sarà la star di Vita di Adele e Spectre Lea Seydoux, che rivedremo al cinema il 24 agosto con Crimes of the Future di David Cronenberg.

Chapeau!


Disponibilità: Distribuito in Italia da Europictures e Eagle Pictures, il film è disponibile in DVD e Blue-ray e su Amazon Prime Video in lingua italiana senza sottotitoli.

Lorenzo Palombo si definisce come uno studente cinefilo che ama parlare e scrivere di cinema – e recitare a memoria le battute di film e sitcom – a costo di annoiare amici e parenti.
Per Latina Città Aperta propone una rubrica intitolata “Un film da (ri)scoprire” per invitare i lettori a vedere o rivedere alcuni film acclamati dalla critica e dal pubblico che rischiano di dissolversi dalla memoria dello spettatore. La rubrica accoglie persino alcuni film europei o internazionali che non sono stati distribuiti nelle nostre sale cinematografiche.

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