ArcheoTour: La pietra del diavolo

CURIOSITA’ ROMANE

di Annamaria Sanasi

LA PIETRA DEL DIAVOLO
Basilica di Santa Sabina all’Aventino:
chi è romano non può non conoscerla.
Ci si va per visitarla naturalmente, ma è una di quelle chiese nelle quali moltissime coppie di giovani amano celebrare il proprio matrimonio.
E’ situata a piazza Pietro d’Illiria, sul colle Aventino, in una zona dove il fascino di Roma ha un suo perché.

L’interno della Basilica di Santa Sabina all’Aventino

Molte leggende aleggiano sul colle, tra queste quella famosa della pietra del Diavolo.
Entrando nella chiesa, a sinistra, un buon osservatore può notare una colonnina sormontata da una pietra nera di basalto lucido, di forma rotonda e piatta con sopra dei buchi.

Perché questo blocco si trova così esposto senza un apparente significato?
La leggenda vuole che il Diavolo, nel 1220 circa, volle fare capolino nella vita di San Domenico e in quella dei domenicani che gestivano la basilica.
Si dice che una notte il santo, genuflesso davanti all’ingresso della chiesa, fosse in contemplazione mistica: il suo animo era immerso totalmente nella preghiera.

Antica incisione di A. Dürer raffigurante il demonio (1493)

Il Diavolo, sotto mentite spoglie cercò in tutti i modi di istigarlo al peccato, tentò infinite volte, ma il domenicano non lo degnò mai di attenzione.
Era talmente preso dal suo fervore che a nessuno era permessa alcuna intromissione, tanto meno a Satana.
Il tentatore si infuriò, perse la sua calma spettrale, il suo corpo si arroventò così pure i suoi artigli: aprì le sue ali da pipistrello e con un balzo arrivò sul tetto della chiesa.
Qui affondò le sue unghie adunche in un blocco di basalto nero, scagliando quella pietra contro San Domenico con impensabile violenza. Il destino protesse il santo: la pietra basaltica lo mancò, andando a colpire una lastra di marmo e frantumandola.

  
San Domenico continuò a dire le sue preghiere senza distrarsi.
Il Diavolo capì che niente lo avrebbe distolto e, come si usa dire, andò via con la coda fra le zampe.
Quel che ci rimane di quel fatto leggendario è la pietra nera con impressi i fori causati dagli artigli del demonio e una bella storia che simboleggia la lotta tra il bene e il male.
Fin qui la tradizione.

Papa Sisto V

La verità storica è molto diversa.
Nel 1586 Papa Sisto V dette incarico all’architetto Domenico Fontana di restaurare la chiesa.
Questi, in seguito ad una maldestra manovra, fece cadere una lastra di marmo che copriva la tomba di alcuni martiri.
I pezzi di quella lastra si trovano oggi nella Schola cantorum.
La pietra nera invece fu trovata nei sotterranei della chiesa: veniva usata come peso per un’enorme bilancia.

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