ArcheoTour: il buon partito

quando si dice un buon partito

di Annamaria Sanasi

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita, e mi riferisco alle bambine che ormai hanno circa la mia stessa età, ovvero mmmhhh….. lasciamo stare, non abbia mai pensato di incontrare il principe azzurro e condividere con lui la propria vita. 
Quanti sogni a occhi aperti!
Lo volevamo bello e intelligente, insomma con tutte le qualità che ogni principe dovrebbe avere.
Ma i nostri genitori oltre a queste doti, speravano, come tutti, in un buon partito. Allo stesso modo un signorotto di circa 400 anni fa, residente a Roma, cercava in tutti i modi di far maritare la propria figliola ad un uomo di nobili natali e con un buon patrimonio.

Stemma araldico della famiglia Mattei

Sembra che a pretendere la mano della gentil donzella fosse stato il Duca Muzio Mattei, proprietario dell’omonimo palazzo, sito in piazza Mattei, collocata tra piazza Venezia e il Ghetto.
In questo luogo sorge una meravigliosa fontana rinascimentale detta: “La fontana delle Tartarughe”, realizzata su un progetto di Giacomo della Porta e chiamata così anche se le quattro tartarughe vennero inserite successivamente dal Bernini.
La leggenda popolare che aleggia intorno a questa fontana è molto simpatica ed allo stesso tempo inverosimile (infatti la fontana fu realizzata fra gli anni 1581-88 mentre il palazzo Mattei fu costruito nel 1616).

Palazzo Mattei e la fontana in una fotografia del 1982

Il signorotto che aspirava alla mano della fanciulla era un giocatore d’azzardo, uno che riuscì in una sola notte a perdere tutto il suo patrimonio, compreso il palazzo in cui abitava. 
Naturalmente la notizia creò tanto di quel chiasso che giunse in un battibaleno alle orecchie di quello che sarebbe dovuto diventare il suo futuro suocero.
Disgustato e inorridito, il papà della fanciulla disse al giovanotto che avrebbe dovuto trovarsi un’altra fidanzata.
Ferito nell’orgoglio, il Duca Mattei volle mostrare al suo mancato suocero e alla sua mancata fidanzata che pur avendo perso tutto sarebbe rimasto comunque un onorato nobile e che nonostante le maldicenze del popolo lui avrebbe fatto qualcosa di straordinario.
Senza perdere tempo organizzò un ricevimento, e tra gli invitati vi erano anche la ragazza con il padre.
I due volevano vedere fino a che punto si sarebbero spinte le sue sbruffonate.
I festeggiamenti durarono fino all’alba e nel frattempo davanti al suo palazzo, comparve come per incanto, una magnifica fontana.
Quando i primi raggi del sole iniziarono a spuntare, il Duca, senza batter ciglio e con orgoglio, aprì la finestra.
Nella piazzetta era apparsa in tutta la sua bellezza la fontana delle tartarughe, così, il Duca, volgendosi con fare baldanzoso verso la donzella ed il padre, disse: “Ecco cosa è capace di fare in poche ore uno squattrinato Mattei.”

Naturalmente sia il signorotto che sua figlia rimasero a bocca aperta.
Non riuscivano a crederci, sembrava un sogno perché la sera prima nella piazza non c’era nulla.
Il Duca Mattei colse così la palla al balzo e chiese nuovamente la mano della fanciulla.
I genitori, colpiti da quello che avevano visto ricredendosi, accettarono la proposta e gli dettero fiducia.
Si narra anche che, affinché nessun altro potesse più godere dello stesso spettacolo, il giovane duca facesse murare la finestra, così come la vediamo ai giorni nostri.

Annamaria Sanasi, documentarista, costretta (però non suo malgrado) a seguire il marito anche nelle peripezie più strane della Roma sotterranea. Speleologia e sub, si è interessata da sempre del mondo ipogeo anche se, specialmente in questi ultimi tempi, preferisce mettere la testa fuori del tombino alla ricerca di curiosità sopraffine di cui l’Urbe è ricchissima.

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