E’ una questione di democrazia affrontare temi sui quali siamo quotidianamente coinvolti e che spesso sfuggono alle nostre decisioni.
La democrazia si fonda sulla conoscenza, in assenza della quale non si possono prendere decisioni personali e collettive consapevoli degli scenari futuri, delle conseguenze e delle responsabilità a cui si va incontro.
“Se tutto va storto, un incidente nucleare ha conseguenze molto più terribili della peggiore delle guerre.”
dice l’ex-premier giapponese Naoto Kan.
La presentazione del film “Un coperchio sul sole”, con la presenza di Naoto Kan, che ha gestito i giorni del drammatico evento di Fukushima, è un’occasione per sollevare quel coperchio che le nostre paure hanno forse chiuso da tempo.
Coperchio che gli italiani hanno messo sul tema del nucleare diversi anni fa, all’indomani dell’altro disastro di Chernobyl, insieme a quel coperchio che è stato messo sulla centrale devastata dall’esplosione. Coperchio che nonostante tutto non ha mai sciolto i dubbi del nostro rapporto con il nucleare, con l’impatto che esso ha per periodi lunghissimi sull’ambiente e sulla salute, con la presenza di centrali attive a poca distanza dal nostro territorio nazionale, con il fabbisogno energetico del nostro Paese – che pur avendoci rinunciato – se ne approvvigiona dalla vicina Francia.
L’11 marzo 2011 Naoto Kan era Primo Ministro nel suo paese e ricorda ogni minuto trascorso per la gestione dell’emergenza.
Due settimane dopo divenne un altro uomo, quando si rischiò l’apocalisse. Un disastro che avrebbe procurato la possibilità di un’evacuazione nel raggio di duecento chilometri, con cinquanta milioni di persone coinvolte, il quaranta per cento della popolazione, che avrebbe potuto fare ritorno a casa non prima di trenta/cinquanta anni.
Una tragedia che in Italia avrebbe significato uno spaccamento in due della penisola, la fine dello stato, la contaminazione di un ambiente unico al mondo.
La campagna di sensibilizzazione dell’associazione Mondo in Cammino, promotrice in Italia del film, ci impone di essere più consapevoli del nostro recente passato, delle nostre reali ricchezze e risorse e soprattutto della qualità della vita che vogliamo raggiungere e ci invita a cogliere l’occasione di allargare i nostri orizzonti per confrontarci con una realtà dalla parte opposta del mondo ma che così lontana non è.
Nel mondo globalizzato in cui viviamo Fukushima è Latina, è Sessa Aurunca, è Trino, è la città in cui risiediamo.
Ambiente e salute si intrecciano con energia e potere e ciò che si decide a Fukushima si ripercuote nelle nostre città, così come ciò che decide qui ha un effetto su tutto il resto del mondo.
Il film del regista Futoshi Satō racconta una storia importante e da apprendere in tutti i suoi dettagli, compresi gli inganni, le omissioni e le censure operate per interessi economici e politici enormi tanto che le rivelazioni contenute e le verità raccontate gli sono valse un forte boicottaggio nei cinema in Giappone.
Paese che oggi sta pensando di sversare tonnellate di acqua contaminata nell’Oceano Pacifico, che poi finirà in tutti i nostri mari e i nostri alimenti, arrivando anche in quest’altra parte di mondo.
Ma qui da noi, per fortuna, qualcosa si smuove: prende sempre più forza il movimento sollecitato da Greta Thunberg, una nuova coscienza ambientalista e due città – Milano e Latina – rispondono a quella voce che grida “banzai!!”, che poi in giapponese è un’esultanza che significa “evviva”, “diecimila anni!”.
E Fukushima si trasforma in un augurio necessario a scuotere le nostre coscienze, a scoperchiare temi fondamentali per la nostra esistenza e indispensabile per trovare le risposte da dare al nostro futuro e alle giovani generazioni.
Le uniche due proiezioni in Italia si svolgeranno:
- Castano Primo (MI) Auditorium Paccagnini – Piazza XXV Aprile – Venerdì 1 Novembre ore 20:45
- Latina (LT) Cinema Multisala Oxer – Viale Nervi 124 – Lunedì 4 Novembre ore 20:45