Mia vita, di Giuseppe Gioachino Belli

Mia vita

Certo è ch’io nacqui, e con un bel vagito
salutai ‘l mondo e il mondo non rispose
andai a scuola, studiai molte cose,
e crebbi un ciuco calzato e vestito.
Una donna mi tolse per marito,
scrissi versi a barella e alcune prose:
del resto, come il ciel di me dispose,
ebbi sete, ebbi sonno, ebbi appetito.
Stetti molti anni fra gl’impieghi assorto,
e fin che non disparver dalla scena
amai gli amici e ne trovai conforto.
Oggi son vecchio e mi strascino appena:
poi fra non molti dì che sarò morto,
dirà il mondo : ” Oh reo caso! andiamo a cena”

Giuseppe Gioachino Belli

Giuseppe Francesco Antonio Maria Gioachino Raimondo Belli (Roma, 7 settembre 1791 – Roma, 21 dicembre 1863) è stato un poeta italiano. Nei suoi 2279 Sonetti romaneschi, composti in vernacolo romanesco, raccolse la voce del popolo della Roma del XIX secolo.

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.

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