Lucrezia è tornata nel suo ufficio e probabilmente ha un po’ esagerato a pranzo, infatti ha una forte acidità di stomaco.
Le cellule parietali dello stomaco producono ioni IDROGENO e ioni CLORO che insieme costituiscono l’ACIDO CLORIDRICO, importante costituente del succo gastrico.
Il succo gastrico viene secreto sia nei periodi di digiuno sia durante la digestione. In media ognuno di noi ne produce giornalmente 2,5 – 3 litri. Esso è composto al 99,4% di acqua; il resto è costituito da proteine, enzimi a struttura proteica, ACIDO CLORIDRICO e sali.
Quella che chiamiamo solitamente acidità di stomaco, in realtà, contrariamente a quanto si crede, non è causata direttamente dallo stomaco (che solo raramente produce un eccesso di ACIDO CLORIDRICO).
Il tipico bruciore di stomaco è dovuto al fatto che l’acido prodotto, invece di mescolarsi col cibo, refluisce all’indietro nell’esofago. Le mucose dello stomaco sono perfettamente in grado di difendersi dall’attacco del succo gastrico (e quindi non possono produrre bruciore).
Al contrario, le mucose dell’esofago non sono protette ed è proprio lì che si genera il bruciore.
Se il reflusso è abbondante e avviene con una certa frequenza si tratta di una vera e propria patologia per curare la quale è necessario rivolgersi a medici specialisti. In questo caso probabilmente verrebbero prescritti farmaci anti-secretivi o altrimenti detti inibitori della pompa protonica (pantoprazolo, omeprazolo etc. etc.).
Non è questo il caso della nostra Lucrezia alla quale basterà assumere qualche farmaco antiacido.
I farmaci antiacidi sono prodotti che contengono sostanze basiche, in grado di neutralizzare l’eccesso di ACIDO CLORIDRICO. Il più antico e conosciuto è il BICARBONATO di SODIO (molti lettori ricorderanno sicuramente la famosa CITROSODINA sostanzialmente composta da BICARBONATO di SODIO e ACIDO CITRICO). Questo farmaco, a contatto con l’ACIDO CLORIDRICO, da origine ad una reazione chimica che produce sodio cloruro, acqua e anidride carbonica gassosa. Quest’ultima è responsabile dell’inevitabile “ruttino”che facciamo dopo aver assunto un bel cucchiaio di CITROSODINA.
Attualmente vi sono altri farmaci antiacidi che non hanno grandi effetti collaterali.
Il MAALOX composto da magnesio idrossido, alluminio ossido e dimeticone, quest’ultima è una molecola che viene utilizzata per le colichette dei nostri neonati, il GAVISCON composto da sodio alginato e sodio bicarbonato.
Tutte queste sostanze sono basiche cioè neutralizzano l’eccesso di ACIDO CLORIDRICO.
Lucrezia ha bevuto un bel bicchiere di CITROSODINA, ha fatto il suo “ruttino”, il bruciore di stomaco è passato e si accinge, rinfrancata, a leggere una lunga relazione che il “capo” le ha fatto recapitare.
Indossa gli occhiali e comincia la lettura.
Le lenti dei suoi occhiali sono di vetro ed il vetro è uno straordinario prodotto della chimica.
I vetri sono solidi “amorfi” cioè non “cristallini”, la loro struttura microscopica appare disordinata, molto simile a quella di un liquido. Possono infatti essere considerati liquidi, sia pure ad altissima viscosità. I vetri normali sono generalmente trasparenti e (comprese le lenti dei vostri occhiali) sono prevalentemente costituiti da BIOSSIDO di SILICIO (volgarmente SILICE), SILICE che si trova in numerosissimi minerali, prima fra tutti la “sabbia”.
La caratteristica più evidente di un vetro è quella di essere trasparente alla luce visibile, fondamentale per le lenti degli occhiali altrimenti non potremmo usarle per leggere e vedere gli oggetti intorno a noi.
L’aggiunta di altre sostanze alla silice nella preparazione del vetro (per es. CARBONATO di SODIO) lo rende opaco alla luce UV; da qui gli occhiali da sole, le lenti dei quali possono essere variamente colorate.
Se si aggiunge alla massa vetrosa OSSIDO di COBALTO si avranno lenti blu, con OSSIDO di RAME lenti verdi o azzurrine e con composti del MANGANESE lenti viola.
Esistono anche “lenti fotocromatiche” cioè se vengono illuminate si scuriscono funzionando come occhiali da sole, questo effetto è ovviamente reversibile. I responsabili di questo comportamento sono delle molecole chiamate ALOGENURI di ARGENTO (quegli stessi composti che vengono usati per lo sviluppo fotografico).
Non mi cimento nella spiegazione tecnica di questo effetto in quanto molto complicato e difficile da raccontare in una rubrica come questa.
Lasciamo Lucrezia assorta nella lettura di quella complessa e lunga relazione.
LA CHIMICA IN VERSI
di Alberto Cavaliere
SILICIO
Come il carbonio noto in tre stati,
è abbondantissimo nei silicati
e nella silice che, spesso pura,
diffusa trovasi molto in natura,
formando l’agata, la trimidite,
l’opale, l’onice, pietre infinite.
Dopo l’ossigeno, sicuramente
può dirsi il massimo costituente
dell’epidermide del mondo gramo:
la crosta ruvida su cui viviamo.
Se il sodio libero viene scaldato
con il potassico fluosilicato,
chi lo desideri, ha il beneficio
d’ottener libero pure il silicio.
Se nel solforico metti a calore
sabbia finissima con spato fluore,
fluoruro formasi, d’odor piccante,
all’aria umida bianco fumante.
E’ un gas volatile che per azione
dell’acqua subito si decompone:
acido silico forma e un composto
che qui non nomino, ché non c’è posto:
è, però, l’acido dell’accennato
sale che chiamasi fluosilicato.
S’ha nella semplice dissoluzione
acquosa e libero si decompone.
L’acido silico o, fa lo stesso,
ortosilicico, che nel processo
detto si libera, è un corpo acquoso,
bianco, insolubile, gelatinoso.
Forma un altr’acido quand’è scaldato,
che metasilico viene chiamato.
Se questo scaldasi, si suddivide
in acqua, al solito, e in anidride,
ch’è un corpo libero assai diffuso.
Poi, quando trattasi il quarzo fuso
con certe regole, debitamente,
si forma un genere di recipiente
sopra cui gli acidi non hanno effetto,
quello fluoridrico, s’intende, eccetto.
Fausto Bonifacio nasce a Milano nel 1951, si laurea in Chimica Pura nel 1975 e dopo un anno di servizio militare viene assunto, presso un’importante azienda farmaceutica milanese, con la mansione di operatore di laboratorio di ricerca.
Nel 1988 emigra, al contrario, nella città di Frosinone e prende servizio quale direttore della funzione Ricerca e Sviluppo di una nota azienda chimico-farmaceutica operante nel settore della sintesi e produzione di principi attivi .
Nel 1998 viene assunto, con la qualifica di direttore Ricerca e Sviluppo, da una nota azienda chimico-farmaceutica situata nei pressi di Latina e ricopre inoltre lo stesso incarico nella consociata spagnola di tale azienda.
Nel 2004 emigra in toscana presso un’importante azienda chimico-farmaceutica dove ricopre la carica di direttore di stabilimento fino al 2013 quando cessa l’attività lavorativa godendosi poi la meritata pensione.
Attualmente vive e saltuariamente lavora a Latina.