ArcheoTour: LA PIRAMIDE CESTIA

LA PIRAMIDE CESTIA

di Carlo Pavia

La Piramide Cestia (o Piramide di Caio Cestio, Sepulcrum Cestii in latino) è una piramide di stile egizio, sita a Roma vicino a Porta San Paolo e al cimitero acattolico.

Fu costruita tra il 18 e il 12 a.C. come tomba per Gaio Cestio Epulone, un membro dei septemviri epulones; è in calcestruzzo, con cortina di mattoni e copertura di lastre di marmo di Carrara; è alta 36,40 metri con una base quadrata di circa 30 metri di lato e si leva su una piattaforma di cementizio (Foto 1).

La piramide Cestia, la Porta San Paolo e le mura Aureliane in una cartolina del 1880

Una comparazione della forma con le Piramidi di Giza rivela che la resistenza strutturale del calcestruzzo ha permesso di costruire la piramide romana ad un angolo molto più acuto di quelle dell’Egitto. La forma più slanciata ha permesso che la Piramide Cestia raggiungesse un’altezza maggiore con la stessa quantità di materiale.
La piramide fu costruita in soli 330 giorni, forse anche meno.

Su una delle facce della piramide leggiamo due iscrizioni. La prima, quella più alta, porta il seguente testo: C(AIUS) CESTIUS L(UCI) F(ILIUS) EPULO (BOBILIA TRIBU) PRAETOR TRIBUNUS PLEBIS (SEPTEM) VIR EPULONUM che tradotta significa “Gaio Cestio Epulone, figlio di Lucio, del casato Poblilia, Pretore, Tribuno della plebe, Septemivo, preposto ai banchetti sacri”, ci fa conoscere il nome di colui che vi è stato deposto.


La seconda, a caratteri più piccoli e un po’ più in basso, OPUS ABSOLUTUM EX TESTAMENTO DIEBUS CCCXXX ARBITRATU (L) PONTI P. F. CLA(UDIA TRIBU) MELAE HEREDIS ET TOTHI L(IBERT) possiede un significato curioso e divertente.

In pratica la faccenda si è svolta certamente nel seguente modo. Il ricchissimo Gaio Cestio dispose espressamente nel suo testamento che gli eredi gli innalzassero un sepolcro a forma piramidale entro e non oltre 330 giorni dalla sua morte, pena la perdita dell’ingente eredità che altrimenti sarebbe andata nelle casse dell’erario. I suoi familiari, pur di non perdere tale eredità si misero subito al lavoro e riuscirono ad inaugurare il sepolcro in meno di 330 giorni, inaugurazione accompagnata, oltre che da una cerimonia ufficiale, anche da gesti liberatori che oggi si chiamano dell’ombrello ovvero della mano destra che batte energicamente sul bicipite del braccio sinistro, opportunamente piegato a 90°.


All’interno di questa montagna di calcestruzzo vi è un’unica camera sepolcrale, di 5,95 × 4,10 ed alta 4,80 metri (Foto 2), la cui cubatura costituisce poco più dell’1% del volume complessivo del monumento.
Su entrambi i lati verso oriente e verso occidente, a due terzi dell’altezza, è incisa nel rivestimento l’iscrizione che registra il nome e titoli di Cestio; sul solo lato orientale, a circa un terzo dell’altezza, sono descritte le circostanze della costruzione del monumento.
Il monumento era posto lungo la Via Ostiense, era circondato da una recinzione in blocchi di tufo, oggi parzialmente in vista, aveva 4 colonne agli angoli (di cui sono state rialzate quelle dal lato opposto dell’Ostiense) e due statue del defunto ai lati della porta.

La camera sepolcrale con volta a botte – originariamente murata al momento della sepoltura, come nelle piramidi egizie – è dipinta in bianco, con sottili cornici e figure decorative (sacerdotesse ed anfore alle pareti, 4 figure di Nike sulla volta) di stile pompeiano (Foto 4 e 5).

È relativamente ben conservata, ma completamente nuda, e sulla parete di fondo, dove doveva esserci il ritratto del defunto, ora c’è un buco (Foto 3), praticato da scavatori alla ricerca di tesori.


Scempi alla camera sepolcrale sono stati effettuati in più secoli così come vogliono testimoniare le numerose scritte e graffiti che arabescano gli intonaci (foto 6 e 8) e i tentativi di staccare le figure (Foto 7/10).

L’ingresso alla cella è per il tramite di un lungo e basso corridoio (Foto 11).

INFO E CONTATTI
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ORARIO
Monumento visitabile solo con visita guidata o accompagnata.
Prenotazione obbligatoria.

Il I sabato e domenica di ogni mese, alle ore 10.30, è consentito, dopo la visita al Museo della Via Ostiense, l’accesso alla Piramide.
E’ indispensabile la prenotazione al n. 06.5743193 (Museo della Via Ostiense) che darà informazioni ulteriori.

Ci sono anche altri operatori che effettuano visite private ma ad un costo maggiore

Per saperne di più Carlo Pavia, ROMA SOTTERRANEA, Gangemi Editore.

Carlo Pavia è l’Archeospeleofotosub (definizione coniata dal giornalista Fabrizio Carboni per un articolo sulla rivista Panorama): archeologo, speleologo, sub e fotografo.
Autore di molti libri sulla Roma antica, fondatore delle riviste “Forma Vrbis” e “Roma e il suo impero”.

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