ArcheoTour, il Mausoleo di Lucilio Peto

di Carlo Pavia

1 Lastra marmorea con iscrizioni
2 Cella sepolcrale con nicchie dove vi erano collocati i letti funerari, uno soltanto è ancora conservato

Il Mausoleo di Lucilio Peto, noto anche come sepolcro dei Lucilii, è un monumento sepolcrale che si affaccia sulla Via Salaria (Foto 1) e risale probabilmente alla fine del I secolo.
Da titolo (Foto 2), che si conserva perfettamente, apprendiamo che apparteneva alla Gens Lucilia; Lucilio Peto fu tribuno militare e prefetto dei fabbri e della cavalleria. Il mausoleo venne fatto costruire dallo stesso Lucilio Peto quando era ancora in vita, destinata ad ospitare lui e sua sorella Lucilia Polla.


Il sepolcro (Foto 3) si presenta come un cilindro piatto. Il tamburo (diametro 34 metri circa) consta di una cortina in opera quadrata e di un anello interno in opera cementizia; le due parti sono ammorsate attraverso una sequenza regolare di diatoni (blocchi parallelepipedi disposti, all’interno della struttura muraria, con la maggior lunghezza ortogonale al muro).

foto 3

Il rivestimento è in travertino a formare il basamento (a sua volta composto da due filari lisci e uno modanato), da un bugnato liscio (quattro filari, con giunti falsi interni), e da una cornice a dentelli di coronamento.
Nel registro superiore della superficie si estende, in tre righe, l’epigrafe sepolcrale.
Nell’estremità occidentale del monumento si apre l’ingresso, spogliato del rivestimento lapideo originario.
L’interno del tumulo presenta strutture murarie in opera cementizia, privo di decorazioni pittoriche.
Un dromos con volta a botte conduce ad una camera sepolcrale, a croce greca, coperta da una volta a botte lunettata.
La nicchia settentrionale ospita una delle tre klinai originarie (letti in muratura), anch’essa in cementizio.
Le strutture descritte documentano la fase originaria del sepolcro, che si inserisce tra la media e la tarda età augustea, come provano i reperti ceramici estratti dal riempimento del tumulo e la connotazione stilistica della decorazione intagliata su gola rovescia o diritta dell’epigrafe.
Una corona di cinque piccoli sepolcri ipogei, addossati esternamente al tamburo, lungo l’arco orientale, costituiva la seconda fase edilizia del tumulo. Alcuni loculi e formae, cui seguì lo scavo di un ambulacro a formare una catacomba (foto 4, 5 e 6), costituisce l’ultima fase d’uso del mausoleo, uno sfruttamento degli ambienti che si porta fino al IV secolo.

foto 6

Segue dunque la spoliazione del paramento lapideo, avvenuta presumibilmente nel corso del XVI secolo, cui seguì la violazione delle sepolture nell’ipogeo. Un cunicolo, che si sviluppa oltre la nicchia sud della camera sepolcrale, posteriore al 1940, testimonia infine l’occupazione degli ambienti interni del tumulo nel corso della seconda guerra mondiale.

INDIRIZZO: Via Salaria, 125 Roma
CONTATTI: TEL/FAX 06 67103819 – 06 0608 tutti i giorni 09:00 – 21:00
ORARI: Chiuso il lunedì (prenotazione telefonica obbligatoria)
BIGLIETTI: Int 3€ – Rid 1,50€ (gratuito sotto 18 e oltre 65 anni)

Per saperne di più Carlo Pavia, ROMA SOTTERRANEA, Gangemi Editore.

Carlo Pavia è l’Archeospeleofotosub (definizione coniata dal giornalista Fabrizio Carboni per un articolo sulla rivista Panorama): archeologo, speleologo, sub e fotografo.
Autore di molti libri sulla Roma antica, fondatore delle riviste “Forma Vrbis” e “Roma e il suo impero”.

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