“Er merito” 3 aprile 1836 di Giuseppe Gioachino Belli

“Er merito”

Merito dite? eh ppoveri merlotti!

Li quadrini, ecco er merito, fratelli.

Li ricchi soli sò boni, sò belli,

sò grazziosi, sò gioveni e ssò dotti.

A l’incontro noantri poverelli

tutti schifenze, tutti galeotti,

tutti degni de sputi e de cazzotti,

tutti cucuzze in cammio de cervelli.

Fà comparì un pezzente immezzo ar monno:

fussi magàra una perla orientale,

Presto cacciate via sto vagabbonno”.

Tristo chi sse presenta a li cristiani

scarzo e cencioso. Inzìno pe le scale

lo vanno a mozzicà ppuro li cani.

Giuseppe Gioachino Belli

Giuseppe Francesco Antonio Maria Gioachino Raimondo Belli è stato un poeta italiano. Nei suoi 2279 Sonetti romaneschi, composti in vernacolo romanesco, raccolse la voce del popolo della Roma del XIX secolo.

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.

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