La Chimica intorno a noi #31-I METALLI: Il Calcio-

Lucrezia porge gli auguri di un felicissimo 2022 a tutti i suoi lettori
Ricominciamo i nostri incontri dall’elemento chiamato CALCIO.

Il CALCIO è presente nel nostro corpo sostanzialmente sottoforma di CALCIO FOSFATO, materiale presente nelle nostre ossa. Considerate che, in un adulto di peso medio, lo scheletro pesa circa 9 chili; di questi, 1 chilo è CALCIO e 2,5 chili sono FOSFATO, che rappresentano il 99% di tutto il CALCIO e l’85% del FOSFATO presenti nel corpo. Le ossa contengono anche acqua, la proteina collagene ed altri elementi come sodio, potassio, ferro, rame e cloro.

Il CALCIO FOSFATO è estremamente resistente e insolubile, il che spiega come mai le ossa dei dinosauri siano sopravvissute per cento milioni di anni o più.

In genere pensiamo alle ossa come a qualcosa di inerte, ma negli organismi viventi il tessuto osseo è continuamente demolito, ricostruito e rimodellato in milioni di sedi in tutto il corpo, a opera di cellule chiamate OSTEOCLASTI e OSTEOBLASTI. In questo modo le ossa assolvono la loro seconda funzione (la prima è quella di farci stare in piedi) che è quella di mantenere stabile il livello di CALCIO nel sangue.

Il CALCIO svolge diverse funzioni, per esempio nella contrazione muscolare, nella divisione cellulare, nella regolazione ormonale e nella coagulazione del sangue. Quando la dieta non fornisce abbastanza CALCIO per questi processi, la carenza viene compensata prelevando questo elemento depositato nelle ossa, che in seguito sarà reintegrato quando nel sangue sarà presente CALCIO in eccesso.

Man mano che invecchiamo la ricostituzione non compensa esattamente le perdite. Questo porta a una riduzione della quantità di massa ossea e in taluni casi, quando la quantità si riduce troppo, si arriva alla OSTEOPOROSI. Per rallentare il declino abbiamo bisogno di un apporto giornaliero di CALCIO e di  VITAMINA D. Questa vitamina regola la crescita ossea ed è abbondante in cibi come gli oli di pesce e le uova.

La fragilità ossea colpisce sia le donne che gli uomini, anche se in modo diverso: nelle donne il momento più critico è la menopausa, perché le variazioni ormonali provocano una rapida perdita di osso, mentre negli uomini la perdita di massa ossea è più regolare. Se pensiamo che la massa ossea delle donne è già in partenza minore rispetto a quella degli uomini, aggiungendo gli effetti della menopausa e la maggior durata della vita, possiamo spiegare perchè l’osteoporosi colpisca soprattutto le donne: 1 donna su 4 contro un uomo su 10. Si è stimato che, a livello mondiale, circa 200 milioni di persone soffrano attualmente di osteoporosi.

Una dieta adeguata è una delle basi fondamentali per assicurare ossa sane e forti in ogni età della vita. Esiste ormai un ampio consenso nel mondo scientifico sulle quantità quotidiane raccomandate di CALCIO nei diversi periodi della vita:

LATTANTI: 260 mg/die

BAMBINI/ADOLESCENTI (da 1 a 17 anni): da 700 mg/die a 1,1 g/die

ADULTI: da 1 g/die a 1,2 g/die

Le principali fonti alimentari di CALCIO sono il LATTE e i suoi derivati: in una dieta equilibrata di tipo occidentale LATTE e LATTICINI forniscono circa il 60% del CALCIO necessario. Vegetali (per es. RUCOLA, CAVOLO VERDE, CECI, MANDORLE e NOCI) e FRUTTA FRESCA forniscono il 20% del CALCIO necessario, mentre tra i prodotti della pesca sono da ricordare: SARDINE SOTT’OLIO (molto ricche di CALCIO), ACCIUGHE, POLPO, CALAMARO e GAMBERO. Il resto del CALCIO alimentare deriva da altri alimenti, tra i quali occupano un ruolo importante le ACQUE MINERALI CALCICHE, cioè quelle che contengono più di 150 mg/litro di CALCIO.

Noi italiani siamo fortunati perché abbiamo un alimento chiamato formaggio GRANA REGGIANO e PADANO che contiene circa 1 grammo di CALCIO per 100 grammi di prodotto e, in più non contiene LATTOSIO.

CONCLUSIONE: consumate GRANA REGGIANO o PADANO, SARDINE sott’OLIO e bevete tanta acqua LETE (o simile).

Arrivederci alla prossima con il FERRO.

LA CHIMICA IN VERSI

di Alberto Cavaliere

CALCIO – STRONZIO – BARIO


Corpi metallici tra loro affini,
il gruppo formano degli alcalini
terrosi, simili ai precedenti
per i lor ossidi, ma bivalenti.
Noto da un secolo come metallo,
il calcio è un solido bianco, non giallo,
mentre i due ultimi, ma specie il bario,
gialli o giallognoli son d’ordinario.
Tutti scompongono I’H2O.
Come preparansi dopo dirò.
E’ abbondantissimo, ma combinato,
il calcio, massime nel carbonato,
del quale esistono specie infinite:
la creta, il calcare, l’aragonite,
lo spato, eccetera. Lo si ritrova
in forma analoga nei gusci d’uova
mentre che un genere di suoi fosfati
forma lo scheletro dei vertebrati.
Il calcio libero s’ottiene puro
con l’elettròlisi del suo cloruro,
e a tal proposito questo va fuso;
però, metallico, non ha grand’uso.
Dall’aria umida viene alterato:
attacco chimico che forma idrato.
Scaldando il càlcare, – Ca CO3 –
via via s’elimina CO2, finchè,
verso i centigradi mille, s’arriva
a ottener l’ossido: la calce viva.
E’ questa, in genere, bianca, se è pura,
fonde ad altissima temperatura.
Arroventandola, essa produce
bianca, intensissima, stupenda, luce,
che nelle tenebre lancia un bagliore
dall’occhio vigile del riflettore.
Nell’acqua s’altera e allor diventa
idrato calcico o calce spenta:
la quale, in polvere, con acqua e sabbia
si tratta in seguito, affinché s’abbia
la malta: all’aria questa indurisce
e un corpo solido costituisce,
che non si sgretola che col piccone,
e rende stabile la costruzione
(dovrebbe renderla, ma il Novecento
non mi dà un briciolo d’affidamento,
con certe trappole di cartapesta,
che vedo sorgere così alla lesta … ).
Quando si saturi la calce spenta
con cloro libero, ci si presenta
un sale in polvere, detto cloruro
di calce, candido, che, non mai puro,
è da due solidi costituito:
cloruro calcico e ipoclorito.
S’impiega in pratica come ossidante,
più come energico decolorante:
tutte innegabili qualità buone,
però che fetida fabbricazione!
Solfato calcico: forma assai spesso
grossi prismatici cristalli: è il gesso
e due molecole d’acqua contiene.
Dall’acqua, in genere, sciolto non viene.
Se in masse trovasi molto compatte,
quasi marmoree, d’un bianco latte,
muta di termine: è l’alabrastro.
Senz’acqua, lucido, roseo o bluastro,
in grandi lamine tra loro unite,
assume il termine, poi, d’anidrite.
Se il gesso scaldasi via via, succede
che si modifica, poi ch’acqua cede
e allor origine dà a quel prodotto
noto col termine di gesso cotto;
indi, impastandolo con acqua ancora,
le due molecole riprende e allora,
tosto ch’elimina l’acqua in eccesso,
divien durissimo, formando un gesso
molto pregevole, per cui si spiega
che in opre artistiche tanto s’impiega.
In forme multiple, specie allo stato
di marmo e càlcare, il carbonato
di monti genera vaste catene.
Esso è insolubile nell’acqua: bene!
Marmo, sei nobile; marmo, sei bello,
anche se, gelido, chiudi un avello.
Blocco granitico, superba mole,
solenne e candido brilli nel sole
delle magnifiche Alpi Apuane,
donde ti traggono le braccia umane.
Tenace e docile, saldo e ubbidiente,
ti muti subito, divinamente,
in archi, cupole, templi e produci
inimitabili riflessi e luci.
Da te si libera quasi un’essenza
d’aristocratica grazia e potenza:
connubio classico che ancor s’impone
dai bianchi ruderi del Partenone.
Incorruttibile e immacolato,
dài vita a fulgidi sogni… Peccato
che ti s’adoperi per monumenti
piuttosto inutili, nonché scadenti,
alzati ai soliti Carneadi illustri,
dei quali il pubblico, dopo due lustri,
non sa decidere se siano stati
poeti o apostoli, sofi o scienziati!
In certe splendide città d’Italia,
che l’arte domina, che il sole ammalia,
fra templi e portici sublimi, vedi
certe cariatidi, sedute o in piedi,
in tuba, in tonaca o in isparato,
che ti fan gemere: ” Marmo sprecato!… “,
che ti fan chiedere: ” Marmo, perché
sei tu insolubile nell’acqua, ahimé? “
Con una provvida pioggia sai pure
che sparirebbero tante brutture!…
Importantissimo è il silicato:
con vari metodi viene impiegato
e già moltissimi secoli addietro
anche impiegavasi per fare il vetro.
Carbone ed ossido di calcio puro
nel forno elettrico danno il carburo,
utilizzabile sia per la luce,
sia perché gli ossidi molto riduce.
Dall’acqua e un acido scomposto viene,
formando subito l’acetilene,
che con bellissima fiamma, sì, brucia,
ma ispira in genere poca fiducia,
ché lo contamina un vizio tristo:
quello di esplodere se all’acqua è misto.
(Questo è un anticipo senza costrutto:
poi, nell’”Organica “, vi dirò tutto).
Infin, possiedono gli Stati Uniti
ricchi depositi di fosforiti,
da cui ricavansi i perfosfati,
concimi chimici molto impiegati
che al suolo imprimono novella possa.
Essi s’ottengono pure dall’ossa,
che, trite in polvere, poi con speciali
sistemi trattansi e gli animali
con ciclo assiduo, dunque, così.
La terra nutrono che li nutrì.
Lo stronzio e il bario formano sali,
rispetto ai calcici, poco essenziali,
e che s’impiegano su vasta scala
in pirotecnica per i ” bengala “.
Al calcio simili, s’ottengon puri
con l’elettròlisi dei lor cloruri.
Se abbonda il bario, lo stronzio (strano!),
che abbondantissimo crede il profano,
difetta e trovasi, in fondo in fondo,
tra i corpi semplici più scarsi al mondo.

Fausto Bonifacio nasce a Milano nel 1951, si laurea in Chimica Pura nel 1975 e dopo un anno di servizio militare viene assunto, presso un’importante azienda farmaceutica milanese, con la mansione di operatore di laboratorio di ricerca.
Nel 1988 emigra, al contrario, nella città di Frosinone e prende servizio quale direttore della funzione Ricerca e Sviluppo di una nota azienda chimico-farmaceutica operante nel settore della sintesi e produzione di principi attivi .
Nel 1998 viene assunto, con la qualifica di direttore Ricerca e Sviluppo, da una nota azienda chimico-farmaceutica situata nei pressi di Latina e ricopre inoltre lo stesso incarico nella consociata spagnola di tale azienda.
Nel 2004 emigra in toscana presso un’importante azienda chimico-farmaceutica dove ricopre la carica di direttore di stabilimento fino al 2013 quando cessa l’attività lavorativa godendosi poi la meritata pensione.
Attualmente vive e saltuariamente lavora a Latina.

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