di Carlo Pavia
L’attuale chiesa sorge sul luogo di una piccola chiesa risalente al XII secolo, San Biagio, che ebbe diversi appellativi, dell’Anello, degli Arcari, al Monte della Farina (foto 1).
Tracce dell’antica e primitiva struttura sono visibili nei sotterranei (foto 2) là dove, oltre a queste, ci si imbatte in murature di epoca romana (foto 3), traianea per l’esattezza con restauri che utilizzano elementi più antichi, e pavimenti musivi del III secolo, foto 4, 5, 6) che spiccano al primo piano ipogeo e diventano ben più interessanti al secondo.
Al primo piano sotterraneo la luce di una croce (foto 7), intagliata su una lastra marmorea, e proveniente dall’esterno, illumina un piano disseminato di ossa umane e soprattutto una fossa comune alla quale si accede per il tramite di due scale in muratura (da foto 8 a 11).
Molte di queste ossa appartengono ai garibaldini che qui hanno trovato ultima dimora in seguito ai moti a partire dal 1860.
Al secondo piano ipogeo è possibile ammirare numerose calcare (foto 12 e 13) in cui sono state distrutte opere marmoree della Roma antica e soprattutto un ampio tratto di rarissimo (almeno per Roma) mosaico policromo parietale (foto 14), in tutta l’Urbe se ne contano altri quattro esempi, non di più).
Per saperne di più, Carlo Pavia, ROMA SOTTERRANEA, Gangemi Editore
Carlo Pavia è l’Archeospeleofotosub (definizione coniata dal giornalista Fabrizio Carboni per un articolo sulla rivista Panorama): archeologo, speleologo, sub e fotografo.
Autore di molti libri sulla Roma antica, fondatore delle riviste “Forma Vrbis” e “Roma e il suo impero”.