La Chimica intorno a noi #36-Rifiuti per produrre energia?-

Lucrezia sta per uscire quando si ricorda di prendere sul balcone il sacchetto di umido differenziato per andarlo a buttare nell’apposito cassonetto marrone situato sotto casa e si chiede:

ma è possibile utilizzare questo rifiuto per produrre energia?

La risposta è: SI.

Cominciamo con una definizione: la frazione umida della raccolta differenziata è definita da questo acronimo:

FORSU = FRAZIONE ORGANICA DEL RIFIUTO SOLIDO URBANO

Per la valorizzazione energetica della FORSU la tecnologia migliore, sia dal punto di vista economico che ambientale, è quella della FERMENTAZIONE ANAEROBICA (DIGESTIONE ANAEROBICA) cioè in assenza di OSSIGENO, al chiuso e senza alcun contatto con l’ambiente esterno.

Dal processo si genera un gas costituito in massima parte da METANO, che può essere utilizzato per produrre energia elettrica, o trattato per produrre METANO standard per autotrazione. Il METANO è infatti il carburante ideale per le auto: minori costi rispetto al diesel o alla benzina e un decimo di emissioni inquinanti rispetto ai sopra citati carburanti.

Per comprendere meglio i vantaggi della FERMENTAZIONE ANAEROBICA occorre un confronto con le vecchie pratiche di smaltimento dei rifiuti che sono caratterizzate dalla produzione di emissioni nocive per l’ambiente.

Le discariche, il cui impiego è ormai vietato per lo smaltimento della FORSU, producono infatti inquinanti per il terreno e le falde, mentre i termovalorizzatori sprecano il potere calorifico della FORSU consumando energia e producendo emissioni in atmosfera.

Durante la fase di DIGESTIONE ANAEROBICA viene generato BIOGAS grazie all’azione di batteri che, analogamente a quanto avviene in natura, trasformano la sostanza organica nel primo degli idrocarburi, il METANO, ed in altre sostanze. Il BIOGAS, così ottenuto, viene purificato attraverso il processo di UPGRADING (con l’utilizzo di membrane) ed immesso in rete. Il processo sopra descritto, operando in reattori chiusi, non rilascia emissioni sgradevoli in atmosfera o nocive per gli addetti allo stesso impianto.

Il sottoprodotto che deriva da questo processo, dopo uno step di stabilizzazione AEROBICA (in presenza di OSSIGENO), da origine ad un prodotto pronto per l’utilizzo in agricoltura come ammendante compostato misto o, più semplicemente, COMPOST.

Il COMPOST è un ammendante estremamente nobile, molto valido per le pratiche agronomiche, ricco di nutrienti, ed impiegabile anche in agricoltura biologica. Il prodotto, soffice e ben strutturato, è in grado di sostituire ed integrare le concimazioni previste dalle coltivazioni più esigenti, ravviva i terreni apportandovi un substrato di humus di ottima qualità.

Nella città di Latina, più precisamente a Latina Scalo, la Società Recall Latina sta realizzando un impianto che sarà in grado di trattare, con il processo di FERMENTAZIONE ANAEROBICA, 35.000 tonnellate/anno di FORSU. Dai calcoli fatti verrà prodotto METANO in grado di far viaggiare 5.000 auto per 15.000 Km. Inoltre produrrà circa 15.000 tonnellate/anno di COMPOST.

Per un comune che ospita un impianto con tali caratteristiche ciò si traduce in minori costi di conferimento della FORSU.

LA CHIMICA IN VERSI

di Alberto Cavaliere

Alberto Cavaliere

METANO O GAS DELLE PALUDI

Ne ho detta già la formula; è un gas ch’ha formazione
dalle sostanze organiche per decomposizione,
ragion per cui sviluppasi in quantità abbondante
quando dal carbon fossile s’ha il gas illuminante;
in quantità notevoli vien su dal putridume
delle paludi e il titolo balsamico ne assume.
Si può ottener per sintesi diretta, ma si badi
che di calore occorrono milleduecento gradi.
Con acetato sodico,a secco distillato
con soda, in modo agevole vien pure preparato.
Ad un ultimo metodo ancora accennerò:
carburo d’alluminio con molta H2O.
Vi dirò le più semplici fra le proprietà sue:
temperatura critica a meno ottantadue;
in modo assai difficile perciò si liquefà;
brucia con fiamma pallida, colore e odor non ha.
Se in luoghi un po’ reconditi s’incontra a tu per tu
con l’aria e con l’ossigeno, dà il tragico grisou,
che nelle spaventevoli miniere di carbone
può, come spesso càpita, causare un’esplosione.
Del resto, ha l’abitudine ai pessimi contatti;
è noto che si mescola con altri gas e infatti
fa capolino, subdolo, fra quei vapor letali,
detti in puliti termini: i gas intestinali.

Fausto Bonifacio nasce a Milano nel 1951, si laurea in Chimica Pura nel 1975 e dopo un anno di servizio militare viene assunto, presso un’importante azienda farmaceutica milanese, con la mansione di operatore di laboratorio di ricerca.
Nel 1988 emigra, al contrario, nella città di Frosinone e prende servizio quale direttore della funzione Ricerca e Sviluppo di una nota azienda chimico-farmaceutica operante nel settore della sintesi e produzione di principi attivi .
Nel 1998 viene assunto, con la qualifica di direttore Ricerca e Sviluppo, da una nota azienda chimico-farmaceutica situata nei pressi di Latina e ricopre inoltre lo stesso incarico nella consociata spagnola di tale azienda.
Nel 2004 emigra in toscana presso un’importante azienda chimico-farmaceutica dove ricopre la carica di direttore di stabilimento fino al 2013 quando cessa l’attività lavorativa godendosi poi la meritata pensione.
Attualmente vive e saltuariamente lavora a Latina.

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