Poesie a margine: “Alla fine il segreto viene fuori” di Wystan Hugh Auden

Alla fine il segreto viene fuori

Alla fine il segreto viene fuori,
come deve succedere ogni volta,
è matura la deliziosa storia
da raccontare all’amico del cuore;
davanti al tè fumante e nella piazza

la lingua ottiene quello che voleva;
le acque chete corrono profonde,
mio caro, non c’è fumo senza fuoco.


Dietro il morto in fondo al
serbatoio,
dietro il fantasma sul prato del
golf,
dietro la dama che ama il ballo e
dietro

il signore che beve come un matto,
sotto l’aspetto affaticato,
l’attacco di emicrania e il sospiro,
c’è sempre un’altra storia,

c’è più di quello che si mostra
all’occhio.

Per la voce argentina che d’un
tratto
canta lassù dal muro del convento,
per l’odore che viene dai sambuchi,
per le stampe di caccia
nell’ingresso,
per le gare di croquet in estate,
la tosse, il bacio, la stretta di mano,
c’è sempre un segreto malizioso,
un motivo privato in tutto questo.

Wystan Hugh Auden

Wystan Hugh Auden (21 febbraio 1907 – 29 settembre 1973). Poeta, drammaturgo e librettista inglese naturalizzato statunitense, Wystan Hugh Auden è stato tra gli autori anglofoni più significativi del Novecento, tanto da essere considerato il successore ideale di Yeats ed Eliot. Auden fu un autore molto prolifico e variegato, spaziando tra generi letterari, stili, forme e contenuti anche assai distanti: il suo catalogo comprende alcune centinaia di poesie, tra cui sette poemi lunghi, pièce teatrali, libretti, film documentari e oltre quattrocento saggi e recensioni su argomenti letterari, storici, politici, religiosi, musicali, ecc. La sua scrittura passa da spiccate tendenze avanguardistiche al recupero di forme tradizionali, mentre i contenuti alternano tematiche al limite del banale e complesse riflessioni filosofiche. Abile sperimentatore, Auden s’imposte presto al pubblico e alla critica per le proprie conquiste tecniche e stilistiche, nonché per l’impegno politico, sociale e ideologico, cui negli anni statunitensi si sostituì l’empito morale e religioso. Al centro della sua poetica si colloca la volontà d’interpretare i tempi, di analizzare i mali della società e di discutere i problemi intellettuali e morali d’interesse collettivo. Autore allo stesso tempo controverso e autorevole, egli esercitò un influsso pervasivo sulla poesia anglofona del Novecento, in particolare statunitense: il titolo del suo poema The Age of Anxiety (1946) divenne una locuzione d’uso comune per descrivere il mondo contemporaneo. Insignito del Premio Pulitzer per la Poesia (1947) e del Premio Internazionale Feltrinelli (1957), Auden fu candidato al Nobel nel 1963, 1964 e 1965.

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *