Poesie a margine: “Dividere un viaggio” di Silvio Ramat

Dividere un viaggio

Non è solamente un dividere
le spese, adoprando la casta
ispirata equità dei pionieri –
non un contar le gallette
e man mano le briciole – o un fare
in spicchi eguali l’arancia
(frutto sempre più di ieri,
colori ipnotici ormai
piuttosto che veri) – né basta
diradare gli appuntamenti
con la borraccia, onorando
la goccia che lungo il bordo
rischia di perdersi –
no,
dividere il viaggio vuol dire
sfiniti, ogni sera, finirsi
gli occhi sulle carte, in ricalchi
di nere linee, già previste,
o tracciarne di nostre, azzurre
o rosse – “Domani saremo…”.
Dividere il viaggio è sparire
a noi stessi, spartire pensieri
(un pane che non si consuma);
compatire, quando uno grida
nel sonno a cattive memorie
che gli scampanano dentro
e tira un po’ più dalla sua
la coperta, se mai lo difenda
in quel punto che si contrae
l’universo in una tenda.

Silvio Ramat

Silvio Ramat (Firenze, 2 Ottobre 1939) è un poeta, saggista e critico letterario italiano

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.

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