Poesia a margine: “È la bellezza” di Alfonso Brezmes

È la bellezza

Mi commuovono i taxi abbandonati,
come orologi fermi nei giorni di pioggia
e i fragili steli delle margherite,
estranei al rumore incessante
delle asce nel bosco.
Penso agli ombrelli persi,
alla seconda vita delle cose rotte
o a questi guanti spaiati
che conservano carezze per qualcuno,
così simili a isole solitarie
quando se ne sono andati i turisti e la luce
disegna una ragnatela nell’aria
che sembra sempre sul punto di spezzarsi.

A volte penso di ascoltare mio fratello
che mi saluta da un giorno sperduto
nelle scure mangrovie della memoria,
e mi sembra di sentire antichi ghiacciai
che si sciolgono a chilometri da qui.

Ho bruciature sulle dita.
È la bellezza, stupido, mi dico.
E piango.

Alfonso Brezmes, Madrid 1966

Alfonso Brezmes è nato nel 1966 a Madrid, dove vive. Ha pubblicato cinque raccolte di poesia: La noche tatuada (2013), Don de lenguas (2015), Ultramor (2017), Vicios ocultos (2019), Sed (2020). Un volume antologico delle sue poesie è stato pubblicato negli Stati Uniti da Cornerstone Press (University of Wisconsin – Stevens).

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.

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