Poesie a margine: “Solo quel che arde” di Pär Lagerkvist

Solo quel che arde

Solo quel che arde
diviene cenere.
Sacra è la cenere.

Tu mi sfiorasti
e io divenni cenere.
Il mio io, il mio essere divenne cenere, consumato da te.

Così dice l’amante e il credente.
Tu mi sfiorasti. Io sono sacro.
Non io ma la mia cenere è sacra.

Pär Lagerkvist

Pär Fabian Lagerkvist (Vaxjo 1891 – Stoccolma 1974). Scrittore, poeta e drammaturgo svedese tra i più noti.  Nel 1951 vinse il premio Nobel per la letteratura dopo aver scritto il romanzo “Barabba”, motivazione per il premio Nobel: “per il suo vigore artistico e per l’indipendenza del suo pensiero con cui cercò, nelle sue opere, di trovare risposte alle eterne domande che l’umanità affronta.” Le sue opere, anche le più pessimistiche, sono dettate dalla necessità di affermare i valori fondamentali della vita e dalla costante ricerca di un ateo che non riesce a superare il vuoto lasciato da una fede perduta. Il suo romanzo più famoso è  “Dvargen” (Il Nano) scritto nel 1944.

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.

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