Poesie a margine: “Non amare i mezzi amanti” di Kahlil Gibran

Non amare i mezzi amanti

Non amare i mezzi amanti
Non intrattenere mezzi amici
Non vivere mezza vita
e non morire di mezza morte

Se scegli il silenzio, allora taci
Quando parli, fallo finché non hai finito
Non tacere per dire qualcosa
E non parlare per tacere

Se accetti, allora esprimilo schiettamente
Non mascherarlo
Se ti rifiuti, sia chiaro
perché un rifiuto ambiguo non è altro che una debole accettazione

Non accettare mezza soluzione
Non credere alle mezze verità
Non sognare mezzo sogno
Non fantasticare sulle mezze speranze

Metà strada non ti porterà da nessuna parte
Mezza idea non ti porterà alcun risultato

Metà vita è una vita che non hai vissuto,
Una parola che non hai detto
Un sorriso che hai rimandato
Un amore che non hai avuto
Un’amicizia che non conoscevi

La metà è un mero momento di incapacità
ma tu sei capace per te non sei un essere a metà
Sei un tutto che esiste per vivere una vita
non mezza vita.

Khalil Gibran

Khalil Gibran (Jibrān Khalīl Jibrān) nacque a Bisharri, in Libano, nel 1883 e morì a New York nel 1931. Poeta, filosofo, pittore, fu considerato nel mondo arabo il genio della sua epoca. Ma la sua fama si diffuse ben presto oltre i confini del Medio e Vicino Oriente: le sue opere furono tradotte in più di venti lingue e i suoi disegni e dipinti furono esposti nelle grandi capitali del mondo. Il Profeta, pubblicato nel 1923, è considerato un vero capolavoro.

Fresia Erésia, eteronimo di una poeta la cui identità è sconosciuta. Vive in subaffitto nella di lei soffitta, si ciba di versi sciolti, di tramonti e nuvole di panna. Nasconde le briciole dei tetti sotto la tovaglia e i trucioli di limature di strofe sotto il tappeto. Compone e scompone, mescola le carte, si cimenta e sperimenta.

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