MESSAGGIO DEL COMANDANTE

Dal diario di bordo:

A. D. VII ID. DEC. MMXXIII

Carissima Ciurma,

è il vostro Comandante* che vi parla dall’alto della torretta di comando di questo scalcinato veliero che ha solcato i mari più impervi come: l’Oceano della Cultura, il Mare della Bellezza, il Golfo della Curiosità e lo Stretto della Satira.

Dal giorno in cui il nostro amato Nostromo Piermario è rimasto ucciso in un vile attacco compiuto dai temuti pirati dei sette mari, la nostra vita all’interno del veliero è cambiata.

Ora non c’è più quel fermento che all’inizio ci faceva correre come trottole su e giù per il ponte: chi ad alzare le vele, chi a salpare l’ancora, chi a tenere la barra del timone, chi a studiare la rotta, chi a governare la cambusa e a razionare il Rum, il caffè e la zuppa inglese.

Ora sono solo, anche Fresia Eresia è stata rapita dalle Sirene che con il loro canto ci hanno stordito.

Io, memore dei film visti in TV, mi sono legato all’albero maestro per evitare di cadere nella trappola e appena riuscirò a ricordarmi dove cavolo ho ficcato le chiavi del lucchetto della catena mi potrò liberare.

Accanto a me naturalmente c’è sempre il fantasma del mio caro Nostromo che però oltre a fantasmare non riesce a fare niente di concreto perché è rimasto un incompetente in fatto di tecnologia applicata.

Il mio compito, dopo che mi sarò liberato di queste cavolo di catene, sarà quello di saltare su e giù per la nave a dispiegare le vele, a salpare l’ancora, a tenere la barra del timone, a controllare la rotta, e a controllare la cambusa per razionare il Rum, che ce ne è ancora, mentre il caffè sta per finire e la zuppa inglese, inspiegabilmente, è scomparsa!

Tutto questo lo sto facendo per finire di pubblicare, come vi ho promesso, i racconti inediti 𝗣𝗼𝘀𝘁𝗶𝗻𝘁𝗲𝗹𝗹𝗶𝗴𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗡𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼𝗺𝗼 𝗣𝗶𝗲𝗿, che sono ancora parecchi.

Guardando indietro mi vengono i lucciconi agli occhi a pensare quando sul nostro ponte si esibivano: burloni, giocolieri, poeti, scrittori, chimici, fisici, matematici, filosofi, opinionisti, politici, disegnatori, giovani amanti della politica, quella vera, e poi… giochi per i bambini e i loro genitori, nel triste periodo del lockdown: narratori leggevano storie di Gianni Rodari, le storie di Trottola la Chiocciola, e poi fumetti, giochi e curiosità.

Ora il ponte è deserto, solo qualche palloncino sgonfiato e scolorito retaggio delle feste andate, bagnato dalle onde che si infrangono sul nostro veliero, le cui assi cominciano a scricchiolare sinistramente. La stiva è appesantita dai 2500 articoli pubblicati in cinque anni e questo rende la navigazione molto più goffa e lenta.

Per cercare le chiavi, in quella posizione, mi sono dovuto divincolare come una serpe troncata, scoprendo poi che erano nella serratura del lucchetto. Dannazione!

Passando davanti alla cabina del Nostromo ho notato al suo interno moltissimi contenitori di zuppa inglese tristemente vuoti oltre a tazzone di caffè mal ripulite e una pergamena con su scritto

Diavolo di un Nostromo non riesco mai ad arrabbiarmi con lui!

Per finire voglio anche ringraziare tutti voi, quasi 300.000, che ci avete seguito nel tempo e continuate a seguirci con amore e curiosità, che ci avete dato la forza di solcare questi mari, che stanno diventando sempre più cupi e bui, con il sorriso sulla bocca e la gioia nel cuore.❤️


NOTE:
* così mi chiamava Piermario

Nato lo scorso millennio in quel luogo che, anche da Jovanotti, è definito l’ombelico del Mondo, Klaus Troföbien alias Carlo De Santis è ritenuto un vero cultore ed esperto di filosofia e costume degli anni 70/80.
È un ardente tifoso della squadra di calcio della Roma, ma non di questa odierna semiamericana e magari presto cinese, ma di quella di Bruno Conti, Ancellotti, Di Bartolomei, di quella Roma insomma che allo stadio ti teneva 90 minuti in piedi e 15 minuti seduto; è inoltre un collezionista seriale di oggetti vintage che vanno dalle cartoline alle pipe, dalle lamette da barba ai dischi in vinile.
I suoi interessi sono la musica pop rock blues psichedelica anni ’70/’80, la fotografia, la cultura hippie, i viaggi, la moto, il micromondo circostante.
Grazie ad una sua fantasmagorica visione è nata Latina Città Aperta, della quale è il padre, il meccanico e il trovarobe.
Politicamente è stato sempre schierato contro.
Spiritualmente, umilmente, si colloca come seguace di Shakty Yoni, space wisper di Radio Gnome Invisible.
Odia rimanere chiuso nell’ascensore.
Da qui la spiegazione del suo eteronimo.
Un pensiero criticabile ma libero, una mente aperta a 359 gradi.
Ma su quel grado è intransigente.

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