Un film da (ri)scoprire: Tesis (1996) di Alejandro Amenábar

Manifesto originale

Madrid, 1995. Ángela (Ana Torrent, La piovra 5-6) è una studentessa di cinema che sta preparando una tesi sulla violenza nella settima arte. Oltre al suo relatore, si affida a Chema (Fele Martínez, La mala educación, Machos Alfa), un nerd che colleziona cassette ed action figures legate al cinema horror e pornografico. Quella che doveva essere una ricerca imparziale si rivelerà un incubo: quando il suo relatore muore nella sala proiezioni dopo aver visualizzato una videocassetta, Ángela la sgraffigna senza denunciare il ritrovamento del cadavere. Dopo averla vista insieme a Chema, entrambi scoprono che si tratta di un autentico snuff movie, un genere filmico che immortala delle autentiche scene di torture e uccisioni. La vittima inquadrata era una loro collega scomparsa due anni prima.

Le loro indagini li riporteranno in facoltà, all’interno della quale circola un vero e proprio commercio di snuff movies.

Il primo sospettato è un loro coetaneo, Bosco (Eduardo Noriega, Apri gli occhi), che, oltre a conoscere la vittima, possiede una videocamera dalla stessa qualità d’immagini della cassetta.

Le certezze di Ángela, rispetto a quelle di Chema, inizieranno a vacillare quando si scoprirà attratta dal potenziale killer.

Eduardo Noriega e Ana Torrent

Pare che questo film rappresenti una denuncia alla nostra insana curiosità nei confronti delle immagini cruente, a prescindere se sono reali oppure meno. Oltre a questo, parla anche della crisi del cinema spagnolo, che non riesce ad avere visibilità dal punto di vista nazionale e internazionale, nonostante la presenza di alcuni maestri – viventi e non – come Almodóvar, Luna e Saura. Per questo motivo, il professor Castro (Xabier Elorriaga), il nuovo relatore alla tesi di Ángela, dice ai suoi studenti, durante una lezione: “date alla gente quello che vuole. […] Voi siete il futuro del cinema spagnolo. Salvatelo!”

Dettaglio sull’occhio della protagonista

Pur essendo un film sconosciuto – e probabilmente poco apprezzato durante la sua uscita nelle sale – Tesis si è portato a casa ben sette premi Goya (gli “Oscar spagnoli”); fra cui “miglior film”, “miglior regista esordiente” e “miglior sceneggiatura originale”. Come se non bastasse, il cineasta cileno naturalizzato spagnolo Alejandro Amenábar, dopo questa accattivante opera prima, ha raggiunto il successo internazionale con il thriller Apri gli occhi (1998, dal quale Cameron Crowe adatterà Vanilla Sky, 2003) e l’horror The Others (2001). Nel 2005, Amenábar vincerà un Oscar con Mare dentro (2004), un dramma sull’eutanasia, in qualità di “miglior film straniero”; oggi noto con l’appellativo di “miglior film internazionale”.

Una scena del film

Purtroppo, con i suoi ultimi film – Agorà (2009) con Rachel Weitz e Regression (2015) con Ethan Hawke ed Emma Watson – non è riuscito a raggiungere la stessa qualità dei suoi predecessori. Oltre a essere privi di potenza, mancava all’appello un colpo di scena che ci fa alzare dalla sedia. Si spera che con la sua nuova produzione, El cautivo (“Il prigioniero”), con l’italiano Alessandro Borghi fra i protagonisti, il regista torni alla sua solita verve. 

Questo film possiede anche una chicca per i cultori dell’horror: in alcune scene, Chema indossa una t-shirt con la locandina di Cannibal Holocaust (1980), il film più celebre di Ruggero Deodato, che insieme a Umberto Lenzi, era uno dei padri fondatori del filone “cannibale”. Questo film si rapporta con quello di Amenábar perché era stato additato – durante la sua uscita nelle sale – come uno snuff movie a causa di alcune scene di cannibalismo e uccisioni di persone e animali definite fin troppo realistiche, nonostante sia, dal punto di vista formale e artistico, un mockumentary; cioè un falso documentario”.

Ruggero Deodato sul set di Cannibal Holocaust

Per questa ragione, Deodato è stato condannato a quattro mesi di carcere con la condizionale. In tribunale si sono presentati anche i quattro protagonisti per dimostrare al giudice che non erano morti! Le torture agli animali invece erano reali. Essendo questo un altro motivo di condanna, il regista si è difeso dicendo che le riprese sono state girate con spirito documentaristico. A dispetto di tutto, il film diventerà un riferimento per Quentin Tarantino ed Eli Roth; persino un modello per altri lavori come Natural Born Killers (Assassini nati, 1992) di Oliver Stone, Traffic (2001) di Steven Soderbergh e The Blair Witch Project (1999). Anche il film di Deodato, esattamente come quello di Stone e Amenábar, rappresenta una critica feroce sui mass media.

Si sconsiglia la (ri)scoperta di tutti questi film a un pubblico sensibile.

Riguardo a Tesis è consigliabile per chi ama il cinema e il mistero.

Disponibilità: DVD e Blue-Ray italiani ed esteri su Amazon e IBS.

Lorenzo Palombo si definisce come uno studente cinefilo che ama parlare e scrivere di cinema – e recitare a memoria le battute di film e sitcom – a costo di annoiare amici e parenti.
Per Latina Città Aperta propone una rubrica intitolata “Un film da (ri)scoprire” per invitare i lettori a vedere o rivedere alcuni film acclamati dalla critica e dal pubblico che rischiano di dissolversi dalla memoria dello spettatore. La rubrica accoglie persino alcuni film europei o internazionali che non sono stati distribuiti nelle nostre sale cinematografiche.

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