Con gli occhi del cuore

Troppe volte guardiamo la vita scorrere come si trattasse delle immagini riflesse dal finestrino di un treno, e la trasformiamo nella successione di fotogrammi che si srotolano in una ipotetica pellicola di film.

Siamo davvero noi i protagonisti o soltanto dei distratti spettatori?

Di una manciata di giorni pochi ci sembrano degni di nota, ma sappiamo davvero riconoscerli e apprezzarli senza farci sottrarre lo sguardo, troppo attratto dalle superfici? 

Prima o poi tutti scopriamo che le istantanee indelebili, le uniche in grado di cogliere impercettibili dettagli, senza soffermarsi alle apparenze, sono sempre state scattate con gli occhi del cuore, e sono proprio quelle che soltanto chi ama può imprimere per sempre dentro di sé.
Eppure la nostra realtà, che oggi viene costruita prevalentemente sul disimpegno e nutrita di effimero, ci ha abituati a porre al centro dell’attenzione aspetti che non sono sempre essenziali.
Ci soffermiamo più sull’apparire che sull’essere, sia per quanto riguarda noi stessi, sia per coloro che incontriamo sul nostro percorso.

Zygmunt Bauman

Voglio citare, tra i tanti possibili esempi, la parte di un discorso del sociologo Zygmunt Bauman, perché a mio parere ha colto un aspetto determinante della società attuale:

“Bisogna pensare al cambiamento di valore della parola amico che si è avuta tra ieri e oggi grazie a internet, per capire come i rapporti siano diventati facili e superficiali. I nuovi rapporti vivono di un monologo e non di dialogo, che si creano e si cancellano con un clic del mouse, accolti come un momento di libertà rispetto a tutte le occasioni che offre la vita e il mondo. In realtà, tanta mancanza di impegno e la selezione delle persone come merci in un negozio è solo la ricetta per l’infelicità reciproca”.

Ne consegue che spesso ciò che guardiamo e prendiamo in considerazione dell’altro non sia esattamente in grado di rappresentarlo nè di rispecchiarne il valore.
Un detto antico da sempre ci ammonisce che non bisogna fermarsi alle apparenze, e a tale proposito aggiungerei che, se come scrive ne “Il piccolo principe”  Antoine de Saint Exupéry :
“L’essenziale è invisibile agli occhi”, 
L’aspetto esteriore, o l’apparire,  potrebbe definirsi oggettivamente solo la piccola, a volte poco significativa, parte di noi stessi,
quella che tutti facilmente riescono a percepire al primo impatto.
Solo in un secondo momento, superata questa prima impressione, e soprattutto se ci interessa davvero approfondire, saremo nella condizione di scoprire ciò che conta di più.

disegno di Amanda Cass

Credo sia necessario sottolineare come un sentimento vero, Amicizia e soprattutto Amore, dovrebbe scaturire dall’essenza di una persona e non dalla sua superficie.
Mi riferisco alla parte essenziale dell’altro, che è poi quella che ci può toccare nell’intimo e che possiamo cogliere soltanto guardandolo “con gli occhi del cuore”.

Non sappiamo spiegare cosa ci accada: chiunque abbia provato questa esperienza ci racconterà che amare qualcuno è riuscire a vederlo per la prima volta, è scoprire che esiste nel modo in cui si ha una rivelazione:
si squarcia un velo e ci appare chiaro che quella persona è per noi unica e irripetibile.
Non ha più importanza chi essa sia per chiunque altro, noi la riconosceremmo ovunque per la luce che ci accende dentro e per il potere misterioso che ha di “addomesticarci”,  come avviene tra la volpe e il Piccolo Principe del racconto di  Antoine de Saint Exupéry. 

Penetrare nel cuore di un altro e farlo a sua volta entrare nel nostro:  non ci sono altre possibilità di Amare davvero, è una resa incondizionata senza vincitori né vinti.
Riconoscersi tra tante persone richiede un altro modo di guardare una realtà che è sin troppo affollata.
Lasciamo andare le apparenze allora, giacché l’effimero passa in fretta, e tutti accendiamo e spegniamo illusioni, ma ciò che rimane è la sostanza. 

Sollecitati da immagini e da messaggi di felicità a portata di mano, rivendichiamo questo diritto come fosse contrattabile alle condizioni che ci propone un mercato pieno di risposte tutte uguali, che vengono date a una domanda spesso soltanto indotta, giacchè essa non è veramente la nostra domanda.

disegno di Amanda Cass

Ci accade così di trascurare l’essenziale per inseguire luci artificiali,  proprio come scrive Tiziano Terzani:

“La nostra vita quotidiana è piena di piccole luci che ci impediscono di vederne una più grande”.

Allora mi viene da pensare che ci viene insegnato ad avere bisogno di inseguire il facile o l’apparente, rendendoci inconsapevoli di perdere tanto altro.
I tesori veri giacciono nascosti sul fondo…

Forse.

disegno di Amanda Cass

Fino a poco tempo fa mi sono nascosta dietro l’eteronimo di Nota Stonata, una introversa creatura nata in una piccola isola non segnata sulle carte geografiche che per una certa parte mi somiglia.
Sin da bambina si era dedicata alla collezione di messaggi in bottiglia che rinveniva sulla spiaggia dopo le mareggiate, molti dei quali contenevano proprio lettere d’amore disperate, confessioni appassionate o evocazioni visionarie.
Oggi torno a riprendere la parte di me che mancava, non per negazione o per bisogno di celarla, un po’ era per gioco un po’ perché a volte viene più facile non essere completamente sé o scegliere di sé quella parte che si vuole, alla bisogna.
Ci sono amici che hanno compreso questa scelta, chiamandola col nome proprio, una scelta identitaria, e io in fin dei conti ho deciso: mi tengo la scomodità di me e la nota stonata che sono, comunque, non si scappa, tentando di intonarmi almeno attraverso le parole che a volte mi vengono congeniali, e altre invece stanno pure strette, si indossano a fatica.
Nasco poeta, o forse no, non l’ho mai capito davvero, proseguo inventrice di mondi, ora invento sogni, come ebbe a dire qualcuno di più grande, ma a volte dentro ci sono verità; innegabilmente potranno corrispondervi o non corrispondervi affatto, ma si scrive per scrivere… e io scrivo, bene, male…
… forse.
Francesca Suale

4 commenti su “Con gli occhi del cuore

  1. Grazie, cara, alla sintonia che ho provato leggendo il tuo articolo sul conoscere con il cuore.
    Sento profondamente la realta’ dell’ Inter-essere, come la chiama il mio insegnante di meditazione Thich Nhat Hanh: siamo collegati fra noi esseri umani, ma non solo, anche con tutte le presenze esistenti nella natura. E l’amore ,la poesia e la spiritualita’ hanno sempre intuito questa profonda essenza che la fisica dei quanti sta ora dimostrando.

    1. Grazie per il tuo commento, conoscere con il cuore è la conoscenza più vera e senz’altro l’unica che può collegarci agli altri esseri viventi presenti nella natura. Imparare questa sintonia equivale ad imparare ad amare tutto quanto ci circonda, consapevoli di esserne parte.
      Un abbraccio

  2. Osservare, vedere, sentire, comprendere, aspettare, cogliere le pause, i silenzi come le emozioni sono la base di ogni rapporto. Sospiri di stanchezza o noia, momenti di delusione o di gioia dicono molto della personalità. E’ da movimenti ed espressioni poco percettibili che si può comprendere la personalità, oppure i sogni, i timori. L’accelerazione che questo modo sociale ci vorrebbe imporre nei rapporti e nei tempi è la speculazione commerciale che ci viene sollecitato dall’esigenza di consumare qualunque cosa e consumarla il prima possibile. Questo modello economico distruttivo della cultura, dell’ambiente, della natura è lo stesso modello che vorrebbe distruggere la nostra personalità, la nostra natura umana. Un modello che ci vuole togliere anima, umanità, benevolenza per imporci ciò che dovremmo amare per sempre meno tempo, che dovremmo desiderare con sempre maggior velocità

    1. Quanto affermi è vero. L’accellerazione di questo mondo sociale vorrebbe imporci, e in parte sta riuscendo in questo intento, dei modelli sempre più consumistici persino coi sentimenti. Consumare qualunque cosa il prima possibile, per lasciarci omologare quindi è il rischio concreto che si corre ogni volta che si cade in questo effetto straniante che produce disumanità. La benevolenza e la Pietas, così come il senso profondo dei rapporti umani, sono la risorsa sola che può riportarci a un livello di vita qualitativamente sano, civile, giusto.
      Grazie per aver commentato.

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