William Butler Yeats, voce d’Irlanda

Cast a cold Eye
on Life, on Death
Horseman, pass by.
Getta uno sguardo  freddo 
sulla vita, sulla morte
Cavaliere, e vai avanti

In quel lontano 1983 eravamo quattro amici italiani innamorati dell’Irlanda senza averla mai vista prima: ora ci eravamo arrivati, finalmente, ed io avevo costretto tutta la ciurma a fare una deviazione rispetto alla nostra direzione principale.
L’avevo pensata proprio per arrivare davanti a quella lapide di pietra scura, con quei tre versi incisi sopra.

La tomba di Yeats a Drumcliff

Avevo spinto i miei compagni fino a Drumcliff, Contea di Sligo, un paese piccolissimo steso ai piedi del Ben Bulben, una montagna dalla forma inconfondibile, piatta in cima per quasi tutta la sua lunghezza.
Drumcliff non avrebbe nulla di diverso dai tanti paesini snocciolati lungo quella terra, o se si vuole  lungo tutte le terre di questo mondo, se non fosse per quella pietra.
Sotto vi riposava, e vi riposa tuttora, William Butler Yeats, il massimo poeta irlandese, e quelle parole incise le scrisse lui stesso nella lirica “Under Ben Bulben”, dedicata al suo monte.

William Butler Yeats

Da bravo feticista letterario non avrei mancato per niente al mondo un incontro con lui.
Arrivammo lì nel tardo pomeriggio: era d’estate e il giorno avrebbe offerto chiarore ancora per parecchio tempo, ma la luce che a quell’ora fasciava la scena circostante cadeva particolarmente calda e pacata su tutto.
Una chiesa sorvegliava una modesta distesa di tombe e davanti alla lapide c’eravamo solo noi.
Nessun altro intorno, la pace si stendeva su Drumcliff.
La quiete totale di quel posto e quelle parole incise, così asciutte, che ci guardavano dalla loro sede di pietra, aumentavano la suggestione di un luogo tradizionalmente ritenuto mistico.
Si sentiva solo il rumore tranquillo del silenzio.
Si diceva che San Columba, uno dei santi che forse a causa della netta predilezione divina per quella terra incantata pullularono numerosi nell’Irlanda antica, nel 574 avesse fondato proprio a Drumcliff, ai piedi del monte, un monastero dei suoi, replica di quello primogenito di Iona.

Il monte Ben Bulben nella Contea di Sligo


L’Irlanda era percorsa allora da santi che sovrapponevano un rude e ascetico cristianesimo ai vecchi culti celtici e da amanuensi che nei monasteri da essi fondati salvavano, copiandoli, i classici dell’antichità.
Il piccolo cimitero che ospita la tomba di Yeats è quello che si stringe attorno alla Parish Church.
Nella chiesa, in fondo alla navata sinistra, c’è una targa in bronzo che ricorda John Yeats, bisnonno del poeta, che dall’inizio del secolo fino alla metà dell’Ottocento vi fu parroco per oltre quarant’anni.
Sligo stessa è nota come la Yeats County, percorsa com’è dalle tracce di quella famiglia e spesso celebrata dai versi del suo più glorioso membro.
Appena fuori dalla chiesa un monumento dedicato a Yeats ritrae una figura accovacciata in posa pensosa e sulla sua base è scolpita una delle poesie da lui dedicate alla sua musa, Maud Gonne, celebre per i suoi versi finali:

“Ho steso i miei sogni sotto i tuoi piedi / Cammina con passo leggero perché cammini sui miei sogni”. 

William Butler Yeats nel suo studio

Ricordavo la storia particolare dell’amore di Yeats per quella donna, una vera ossessione che lo portò più volte nel corso della sua vita a dichiararsi a lei tentando di farla sua, e sempre senza successo.
Da poco mi ero interessato a quel poeta e prima di arrivare nella bramata Irlanda avevo letto avidamente le sue “Fiabe irlandesi”, ma incontrando lui finivo per incappare costantemente in Maud Gonne, nei versi che lui le dedicava:     

Un poeta alla donna amata

Ti porto con mani religiose
i libri dei miei sogni innumerevoli,
o bianca donna che la passione ha consumato
come la spiaggia bigia consuma la marea,
e con cuore più vecchio del corno
colmato dal pallido fuoco del tempo:
o bianca donna dei sogni innumerevoli,
ti porto le mie rime di passione.

Maud Gonne

Rimanemmo silenziosi nel silenzio di quel cimitero e dopo altri minuti di quiete immobile, ripartimmo verso Sligo, il capoluogo della Contea. 

William Butler Yeats era nato a Dublino nel giugno del 1865, primo figlio del pittore John Butler Yeats, che quando il piccolo aveva solo due anni condusse la famiglia a Sligo, loro contea di origine, poi a Londra, dove la sua carriera avrebbe avuto più possibilità di successo.
La madre di William, che sempre ebbe nostalgia di Sligo, lo allevò raccontandogli le storie e le fiabe di quella zona, segnando così un’influenza duratura sul figlio.

Contea di Sligo, antica croce celtica

A dodici anni, entrato a Londra nella Scuola Godolphin, la frequentò per quattro anni, nel corso dei quali affiorò per la prima volta il nazionalismo irlandese che lo caratterizzò per il resto della vita.
Completò poi gli studi a Dublino, frequentando, grazie all’atelier del padre, gli ambienti intellettuali ed artistici della città.
Cominciò in quegli anni a comporre versi e poemi, alcuni dei quali furono pubblicati sulle riviste universitarie.
La sua prima produzione poetica era influenzata soprattutto da Shelley ed era impregnata della mitologia irlandese.
Nel 1889, Yeats incontrò Maud Gonne, una giovane ereditiera che aveva iniziato a consacrarsi al movimento nazionalista irlandese.
La donna, che apprezzò molto i suoi poemi, divenne subito oggetto dell’infatuazione di Yeats, della quale abbiamo già parlato, un sentimento ossessivo che portò a costanti rifiuti.
Maud sposerà poi un nazionalista cattolico, John Mac Bride, e William, dopo alcune relazioni senza troppa importanza e qualche altro tentativo infruttuoso con lei, sposò la giovane Giorgie Hyde Lees.

Yeats con la moglie Giorgie Hyde Lees

La sua conoscenza con Lady Augusta Gregory, intellettuale, scrittrice e studiosa del folklore irlandese, lo incoraggiò nel suo nazionalismo.
Yeats fu ospite nella tenuta di Coole Park, nei pressi della splendida cittadina di Galway affacciata sull’Atlantico, e venne persuaso da Lady Gregory a scrivere opere teatrali.
Pur influenzato da autori francesi, il poeta nei suoi drammi cercò di ispirarsi alla tradizione culturale irlandese.
Con la Gregory e con un gruppo di scrittori e drammaturghi irlandesi Yeats acquistò una proprietà a Dublino trasformandola in un teatro, l’Abbey Theatre, che diventò la base di sperimentazione per il formarsi di un Teatro nazionale irlandese e che fu inaugurato nel Dicembre del 1904.
John Synge, Sean O’Casey, Padraic Colum, Lady Gregory e lo stesso William Butler Yeats, daranno vita al movimento letterario detto Irish Literary Revival, conosciuto anche come Celtic Revival.


Per il resto della sua esistenza il poeta si occuperà di teatro, sia in veste di dirigente dell’Abbey che come drammaturgo.

Yeats legge “The Lake Isle of Innisfree”

La sua vita oscillò per molti anni tra la Londra di fine Ottocento – inizio Novecento e una Irlanda in forte fermento indipendentista e la sua poetica si caratterizzò per il forte contenuto mistico e simbolico, mutuato da più di una tradizione: quella irlandese innanzitutto, ma anche quella cabalistico ebraica, quella cattolica, e quella classica greco romana. 
Nel 1888 e nel 1892 Yeats pubblicò due fondamentali libri nei quali aveva raccolto molto dello sterminato patrimonio favolistico irlandese: “Fairy and Folk tales of the Irish Peasantry” e “Irish Fairy Tales”.

Le fiabe irlandesi raccontate da Yeats nell’edizione del 1893


Provenendo da fonti diverse, sia scritte che orali, questi racconti testimoniavano la incredibile diversità, la ricchezza e la vitalità di un paese che nel narrare trovava uno dei suoi più autentici cardini culturali.
Una tradizione che vedeva sovrapporsi, a volte gioiosamente, altre cupamente, i personaggi della tradizione irlandese più antica, quella di derivazione celtica, a santi e santerelli del cristianesimo delle origini.     
Nei primi decenni del secolo Yeats visse un’intensa vita di relazione con i molti letterati e artisti del suo periodo: fu amico di Synge, fu frequentato  e stimato da Wilde, da Eliot, da Virgina Woolf.
Curiosamente per diversi anni, dal 1913 in poi, gli fece da segretario Ezra Pound.

I Planxty in una famosa ballata tradizionale irlandese 
“As I roved out”

Nel 1923 ricevette il Premio Nobel per la letteratura.
Nella motivazione la sua fu definita “una poesia sempre ispirata, la cui forma altamente artistica esprime lo spirito di un’intera nazione”.
Nello stesso anno entrò a far parte del Senato irlandese, nonostante la perplessità con la quale la società conservatrice nazionale guardava ai suoi interessi per l’occulto. 
Parallelo ai suoi interessi letterari fu infatti il suo interesse per il misticismo e lo spiritualismo, che condivise con sua moglie e che lo portò ad aderire a sodalizi come la Società teosofica e come quello semisegreto inglese conosciuto come “Hermetic Order of the Golden Dawn” (Ordine Ermetico dell’alba Dorata), al quale fu iscritto con lo pseudonimo di Festina Lente e all’interno del quale fece rapidamente carriera divenendo Maestro del Tempio.
Celebre fu anche la sua abitudine di isolarsi con la moglie in una delle torri di avvistamento che nel medioevo sorsero un po’ in tutta Irlanda e di dedicarsi, stando lì, ad esercizi di spiritismo, metapsichica e altre scienze esoteriche.

Yeats con la moglie e alcuni amici nell’estate del 1930

Dai sessant’anni in poi Yeats soffrì di disturbi cardiaci e respiratori che lo persuasero a cercare climi più miti.
Dal 1928 al 1930 abitò a Rapallo ma contrasse una febbre maltese.
Per tutto il resto della vita continuò assiduamente la sua attività di poeta, di drammaturgo e di saggista.
Nel 1937 pubblicò la seconda edizione di “A vision”, l’opera che esponeva un suo complesso studio storico astrologico.
Il 28 gennaio del 1939 Yeats morì a Cap Martin in Francia dove si era provvisoriamente stabilito.
Tra le sue opere principali vanno ricordate “The wanderings of Oisins”, la raccolta di aneddoti del “Celtic Twilight”, le raccolte poetiche “The Green Helmet and other Poems”, “The Tower”, “Collected Poems”, “The Winding Stairs and other Poems” ed infine “Last Poems”.
Tra i titoli maggiori della sua produzione per il teatro vanno ricordati: “La Contessa Cathleen”, “Cathleen di Houlihan”, “La Pietra dei miracoli”, “La Clessidra” e “L’unicorno delle stelle”. 

W. B. Yeats

Yeats, partendo dalla radice della mitologia irlandese, riuscì a cogliere, rielaborandole in maniera assolutamente originale, le suggestioni decadentistiche e simboliste, giungendo verso il termine della sua esistenza a produrre una lirica che ad una grande corporeità fisica unirà una forte tensione spirituale, rivolgendosi alla natura come fonte di ispirazione.
La sua influenza si stenderà decisivamente su tutta la poesia novecentesca. 
Nel 1948 la sua salma fu traslata a Drumcliff, nella sua amata contea di Sligo, ai piedi del Ben Bulben, il suo monte.

Dove vanno i miei libri

Tutte le parole che raccolgo,
Tutte le parole che scrivo,
Devono aprire instancabili le ali,
E non fermarsi mai nel loro volo,
Fino a giungere là dove è il tuo triste, triste cuore,
E cantare per te nella notte,
Oltre il luogo ove muovono le acque,
Oscure di tempesta o lucenti di stelle. 


Londra, gennaio 1892  

The Cranberries – Yeat’s Grave

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