Io credo all’uccellino batticoda: che ci porti il buon anno. Scorre liscio su l’umido tappeto di bruni muschi, alla soglia del mare, sosta un tratto a beccare, e poi di nuovoscivola via come una spola, vola, sparisce in cielo. Neppur ci ha guardati.
Ma è bello, affusolato, grigio e bianco: porta, certo, il buon anno.
Diego Valeri
Diego Valeri (Piove di Sacco 25 gennaio 1887 – Roma 27 novembre 1976) è stato poeta, tradutore e accademico italiano. Esordì come poeta nel 1913 con la raccolta Le gaie tristezze, alla quale fecero seguito Umana nel 1915, Crisalide nel 1919 e Ariele nel 1924, che confluiranno nel 1930 nel volume Poesie vecchie e nuove. Pubblicò nel 1937 Scherzo e finale e nel 1942 Tempo che muore, che furono riuniti nel 1950 in Terzo tempo. Dopo la guerra pubblicò Metamorfosi dell’angelo (1957), Il flauto a due canne nel 1958, Poesie nel 1967 con il quale ottenne il premio Viareggio,Verità di uno nel 1970 e Calle del vento nel 1975. La poesia di Valeri è una poesia apparentemente facile, i cui versi possiedono ritmo e colore: “Sotto la fuga leggera del vento / s’apre il ventaglio del mandorlo bianco. / Alto sta un cielo di rosa e d’argento / ma il cuore è stanco“.
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