ArcheoTour: LO STADIO DI DOMIZIANO

Lo Stadio di Domiziano fu fatto costruire nel Campo Marzio tra l’85-86 d.C. da Domiziano, sia per offrire al popolo un’ulteriore sede di festa (e di lode dell’imperatore), sia per soddisfare l’imperiale passione per l’atletica.
La localizzazione presso il Tevere ripete quella di uno stadio di legno, provvisorio, fatto costruire da Augusto negli ultimi anni del I secolo a.C. e ricordato da Dione Cassio (Storia romana, LIII, 1).
Lo stadio aveva una capienza di circa 30.000 spettatori. Fu restaurato nel III secolo da Alessandro Severo (da cui il nome di Circus Alexandrinus che mantenne per tutto il medioevo e restò in uso fino al V secolo).

Splendido rendering dello stadio di Domiziano

Durante il medioevo sulle strutture del circo crebbero prima costruzioni povere e successivamente palazzi e chiese che ne utilizzarono i materiali e ne seguirono il perimetro; lo spazio dell’arena tuttavia, benché si andasse lentamente interrando per effetto dei crolli ma anche delle alluvioni del Tevere, non fu mai occupato stabilmente, ed è oggi Piazza Navona.

Ricostruzione dello Stadio di Domiziano e a destra come è ora (Piazza Navona)

Il piano di calpestìo antico, come si vede dall’affaccio alle arcate su Tor Sanguigna, è più basso di circa 5 metri rispetto a quello moderno, e tuttavia le murature imperiali rimasero sempre parzialmente note (foto 4/9)

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Seppur considerate grotte, e con esse la memoria del circo: la chiesa di Sant’Agnese in Agone, ad esempio, era denominata S. Agnese de cryptis Agonis (foto 17/22).

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Dopo i primi scavi delle cripte nel 1511, che produssero basi e fregi scolpiti, anche il Circo agonale divenne una cava di materiali edili di pregio: Pio IV fece demolire un settore della fiancata su Corso del Rinascimento verso Palazzo Madama per costruire il suo casino nei giardini vaticani; materiali dell’altra fiancata servirono man mano per la costruzione di S. Nicola dei Lorenesi, del Palazzo Pamphilj di piazza Navona, del Palazzo Braschi.

Nel 1936, demolendo le costruzioni sul lato nord della piazza, fu infine riportato alla luce un ampio spicchio della curva nord al piano terreno dello stadio, comprendente murature, pilastri, scale alle gradinate superiori.
Sopra lo spazio liberato fu costruito un unico ampio immobile dell’INA, ma le murature antiche vennero salvate e rimasero parzialmente visibili dall’esterno e accessibili alle visite.

Dal 2014 la valorizzazione e l’uso dello spazio archeologico sono stati affidati a privati; il sito è normalmente visitabile e sede di mostre.
Il resto dell’impianto imperiale giace ancora nelle cantine dei palazzi sovrastanti.

I resti più interessanti si trovano sotto l’Ambasciata del Brasile (foto 10/16).

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Lo Stadio e l’Odeon di Domiziano nel grande plastico dell’Antica Roma presso il Museo della Civiltà Romana a Roma E.U.R.
Un bellissimo rendering in grafica 3D dell’antica Roma e dello Stadio di Domiziano

Per saperne di più Carlo Pavia, ROMA SOTTERRANEA, Gangemi Editore

Carlo Pavia è l’Archeospeleofotosub (definizione coniata dal giornalista Fabrizio Carboni per un articolo sulla rivista Panorama): archeologo, speleologo, sub e fotografo.
Autore di molti libri sulla Roma antica, fondatore delle riviste “Forma Vrbis” e “Roma e il suo impero”.

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